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Politica
Aliquote Irpef: da gennaio 260 euro in più in busta paga

Aliquote Irpef 2024, aumenti


Aliquote Irpef, che cosa cammbia dal 2024.
Le novità della in tema di Irpef dovrebbero portare fino a 260 euro in più all’anno nelle buste paga e nelle pensioni di chi guadagna tra 28 e 50 mila euro lordi. Nessun aumento per i redditi più alti perché la riduzione delle imposte viene assorbita dal taglio delle detrazioni. Neanche 100 euro, invece, a chi guadagna meno di 15 mila euro. Ecco tutti i calcoli con le nuove aliquote 2024. Lo scrive il sito internet www.altroconsumo.it.


Nuove aliquote irpef
Il Consiglio dei Ministri del 16 ottobre che ha approvato la revisione delle aliquote Irpef passando dalle attuale 4 a 3, tramite un decreto legislativo in attuazione della legge delega di riforma fiscale, per rendere operative le misure in essa contenute a partire dal 2024.

L'accorpamento dei primi due scaglioni di reddito comporta l’applicazione di un’unica aliquota del 23% fino a 28 mila euro di reddito lordo annuo.

Dopo la riduzione da 5 a 4 aliquote introdotta con la legge di bilancio 2022, ora si passa a soli tre scaglioni di reddito con innalzamento della no tax area per i lavoratori dipendenti a 8.500 euro contro gli attuali 8.174 euro. Vediamo chi ci guadagna.

Le nuove aliquote
La nuova Irpef è rimodulata su 3 aliquote, nel 2023 infatti erano 4, con riduzioni delle percentuali che hanno importanti effetti sui redditi.  Nella tabella seguente le modifiche.

Fasce di reddito lordo    Vecchia aliquota    Nuova aliquota
 Da 0 a 15.000 euro     23%    23%
 Da 15.000 fino a 28.000 euro     25%
 Da 28.000 a 50.000 euro     35%     35%
 Da 50.000 
 
 43%     43%

Quanto si risparmia: i calcoli
La riduzione dell’aliquota al 23% per i redditi compresi tra i 15 mila e i 28 mila euro lordi annui, che attualmente vengono tassati al 25% comporta:

Nessuna variazione per chi guadagna fino a 15 mila euro
Una riduzione di imposta variabile tra 0 e 260 euro per chi guadagna tra i 15 mila e i 28 mila euro;
una riduzione di imposte pari a 260 euro annui per i redditi che superano i 28 mila euro.
L’effetto delle detrazioni da lavoro e da pensione
La riduzione reale delle imposte dipende molto dalle detrazioni da lavoro, infatti, gli importi che abbiamo visto al punto precedente vengono ridotti o aumentati grazie alle detrazioni da lavoro. Su questo fronte il Governo non ha introdotto modifiche rispetto al 2023, se non quella di ampliare la no tax area, incidendo quindi sui redditi fino a 15 mila euro e ritoccando al ribasso il bonus Irpef 

L’innalzamento della no tax area a 8.500 euro per i lavoratori dipendenti comporta la riduzione delle imposte solo per la fascia di reddito lordo fino a 15 mila euro che non viene impattata dalla revisione delle aliquote. Infatti, le formule di calcolo, che portano ad individuare la detrazione da lavoro che viene sottratta dall’Irpef, vengono ritoccate solo per adeguarle all’ampliamento della no tax area che attualmente è di 8.174 euro, portando la detrazione minima attuale di 1.880 euro a 1.955 euro, il che comporta una riduzione di imposta per i redditi bassi di 75 euro all’anno.

I pensionati non dovrebbero vedere altre modifiche se non quelle introdotte dalla riforma delle aliquote, infatti, già attualmente è prevista una no tax area di 8.500 euro.

Il taglio delle detrazioni per i redditi oltre i 50 mila euro
Il Governo Meloni poi, ha fissato a 50 mila euro il limite di reddito per cui ottenere delle riduzioni di imposta tramite la manovra. In pratica, a chi guadagna più di 2.750 euro netti al mese non viene riconosciuto nessuno sconto. Infatti, oltre questa soglia di reddito, la modifica delle aliquote comporta un guadagno di 260 euro all’anno, ma nel momento in cui il contribuente farà la dichiarazione dei redditi, se ha spese da recuperare tramite le detrazioni, si vedrà togliere dal totale delle agevolazioni che gli spettano 260 euro forfettari. In pratica, chi guadagna oltre i 50 mila euro e non ha nessuna spesa da inserire nel 730 si terrà in tasca i 260 euro, per tutti gli altri, oltre al danno, c’è la beffa.  

La proroga del taglio del cuneo per i redditi bassi
Il taglio del cuneo fiscale in vigore nel 2023 viene prorogato anche per il 2024. Si tratta di quello che viene anche definito bonus dipendenti che riguarda il taglio dei contributi previdenziali per i lavoratori dipendenti con reddito lordo annuo fino a 35 mila euro. La riduzione dei contributi previdenziali in busta paga comporta il passaggio dall’ordinario 9,49%, che si sottrae al reddito lordo previdenziale (quello fiscale viene calcolato sul risultato di questa operazione) al:

3,49% per i redditi da 25 mila euro a 35 mila euro;
2,49% per i redditi fino a 25 mila euro.

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