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Politica
Analogie, equivoci e minacce: le volontà di Catalogna e di Lombardia e Veneto
Referendum in Catalogna e in Lombardia

Continuano gli avvertimenti di Madrid contro Barcellona. Il presidente catalano Carles Puigdemont "risponda bene" all'ultimatum lanciato dal governo spagnolo. Lo ha affermato il premier Mariano Rajoy.  Puigdemont ha tempo fino a lunedì. Intanto i governi europei dicono no all’indipendenza. "Ogni escalation deve essere evitata", ha sostenuto la cancelliera  Angela Merkel. Così il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni: “Bisogna sottolineare la necessità di rispettare il quadro costituzionale e le leggi”.

La richiesta catalana è una rivoluzione democratica e pacifica. Se la stragrande maggioranza dei catalani sono per l’indipendenza - con grande probabilità il 70/75% della totalità di essi avrebbe votato sì se Madrid non fosse intervenuta con violenza impedendo uno svolgimento regolare – non ci sono carte costituzionali e ricatti economici e politici che tengano. Vedremo se il governo spagnolo manderà l’esercito e se l’Ue avvallerà tale scelta.

Le differenza e le analogie con il prossimo referendum consultivo sull’autonomia di Lombardia e Veneto di domenica 22 ottobre sono notevoli: quest’ultimo si terrà nell’ambito costituzionale. Le due Regioni potranno conseguire (previo percorso legislativo e negoziato col Governo) competenze e il corrispettivo di ciò sarà trattenere metà delle tasse  sul territorio: già oggi il residuo fiscale della Lombardia (la differenza tra quanto dato in tasse e trattenuto) è superiore a quello della Baviera e della Catalogna. La democrazia è l’individuo e il Potere deve essere vicino ad egli e fare i suoi interessi (federalismo, federalismo fiscale, elezione diretta dei rappresentati). Per questo in tanti voteranno sì… anche i superlativamente lombardi e veneti di origini del Centro o del Sud Italia: faranno semplicemente i loro interessi (un’immagine: non è giusto che un ricco diventi povero per aiutare un povero). L’analogia delle due situazioni – Lombardia e Veneto da un lato, dall’altro Catalogna – è che al centro di tutto c’è il libero individuo ossia la democrazia. Non esistono Stati assoluti (formalmente, il che è peggio, esistono ancora sudditi, parola la cui etimologia rimanda a “sottomettere”). Le leggi e le carte costituzionali si possono cambiare: che cosa dire del dittatore venezuelano Nicolás Maduro, che si  fatto scrivere e approvare una costituzione a misura del suo regime: il popolo affamato non deve ribellarsi perché quella costituzione e quelle leggi lo vietano? E  sorprende che ad appoggiare la Spagna siano i rappresentati delle Repubbliche francese, italiana e tedesca, mentre non giunge forte  presa di posizione dal monarchico Regno Unito.

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