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Politica
ArcelorMittal: “Il governo ripristinerà l’immunità penale". Il Mise smentisce
Foto: LaPresse

ArcelorMittal: Usb, respinto ricorso contro stop altoforno 2

“La magistratura ha respinto il tentativo dei commissari straordinari di fermare l'ordinanza di spegnimento dell'Afo2 attraverso la presentazione di un programma per la messa a norma dell'impianto”. Lo dichiarano il segretario nazionale dell’Usb, Sergio Bellavita, e il segretario di Taranto, Francesco Rizzo, dopo che il giudice del dibattimento, Francesco Maccagnano, ha rigettato l’istanza con cui Ilva in amministrazione straordinaria chiedeva la facoltà d’uso per l’impianto, di nuovo sequestrato, per poter effettuare i lavori di messa in sicurezza. Parlando dell’istanza respinta dal giudice, per la quale la Procura aveva espresso parere favorevole sia pure limitando la tempistica da 150 a 120 giorni, Usb sottolinea che “era l'opzione a cui lavoravano di concerto governo, amministrazione straordinaria e Arcelor Mittal, da circa un anno subentrato come affittuario dell'ex gruppo Ilva. Come Usb esprimiamo il nostro apprezzamento per la tenacia della magistratura tarantina. Le ragioni del rifiuto non possono che trovarci totalmente d'accordo: il rischio per la sicurezza dei lavoratori è troppo elevato per posticipare nel tempo quelle misure chieste ormai molti anni fa e che non sono state attuate”. Per il sindacato autonomo, “è evidente che questa giusta decisione, oltre a testimoniare la gravità della situazione dello stabilimento come da mesi denunciamo, apre una prospettiva del tutto nuova. Attendiamo di capire quali reazioni avrà la multinazionale, considerato che con la chiusura dell'Afo2 lo stabilimento tarantino perde un pezzo rilevante della sua capacità produttiva, ma è evidente che non si può più attendere oltre. Occorre da subito progettare un piano straordinario per Taranto e per i lavoratori. Occorrono ingenti risorse e il governo è chiamato ad un ruolo decisivo". "Chiederemo un incontro urgente al governo - conclude l’Usb - per porre al centro della discussione politica l'alternativa sociale ed ecosostenibile all'attuale acciaieria”.

EX ILVA: PALOMBELLA, 'VOGLIAMO SAPERE COSA SI FA PER SUPERARE QUESTA SITUAZIONE'

''A circa un anno dall'accordo del 6 settembre 2018 e a 9 mesi dall'inizio della gestione di Arcelor Mittal la situazione rischia di precipitare con tutte le conseguenze nefaste per i lavoratori e per tutta la comunità di Taranto e della Puglia". Così Rocco Palombella, segretario generale Uilm, durante l'audizione da parte della Commissione Industria, commercio e turismo del Senato della Repubblica sulla situazione dello stabilimento ex Ilva di Taranto. ''La gestione di questa multinazionale - continua - si è dimostrata fin da subito complicata per i gravi problemi ereditati ma la situazione nell'ultimo mese è diventata allarmante. La grave crisi del mercato dell'acciaio ha fatto assumere la decisione ad AM di ridurre la produzione negli stabilimenti europei e in Italia ha fatto ricorso alla cigs per 1.400 lavoratori nel sito di Taranto''. ''Accanto a questa decisione unilaterale da parte della multinazionale - aggiunge - c'è la decisione del ministro dello Sviluppo economico di eliminare l'immunità legale con il Decreto Crescita del 26 giugno 2019 che ha visto la reazione di ArcelorMittal con il conseguente annuncio da parte del Ceo Geert Van Poolverde della chiusura dello stabilimento dal 6 settembre 2019'' e il nuovo sequestro dell'Altoforno 2 da parte della Magistratura assieme alla tragica morte del giovane operaio Cosimo Massaro, "hanno fatto precipitare la situazione dal punto di vista della sicurezza e del clima all'interno e all'esterno del sito di Taranto''. ''Ora nella fabbrica - continua Palombella - si è creata una situazione di punto di non ritorno. All'insicurezza si è aggiunta una prospettiva occupazionale e industriale drammatica, nonostante l'accordo del 15 luglio al Mise''. ''Sono diminuiti notevolmente i livelli di produzione - aggiunge - arrivando ad un dimezzamento dalle sei milioni di tonnellate previste dal piano industriale alle tre che si potranno produrre con gli attuali impianti in esercizio entro la fine dell'anno''. ''La situazione rischia di arrivare a una condizione ingovernabile - conclude - e per questo vogliamo sapere cosa intende fare il Parlamento e questa Commissione ma soprattutto quali sono i provvedimenti che il governo metterà in campo per salvaguardare la sicurezza e i livelli occupazionali dello stabilimento di Taranto e la salute dei cittadini all'esterno dell'acciaieria''.

EX ILVA: FONTI MISE, NESSUN RIPRISTINO IMMUNITA' PER VERTICI ARCELORMITTAL

- Il Mise smentisce categoricamente che vi sia allo studio un provvedimento per ripristinare l'immunità per l'ex Ilva di Taranto. "Come più volte ribadito, si vuole intervenire esclusivamente sull'attuazione del piano ambientale nel più breve tempo possibile. Non esisterà mai più alcun scudo penale per morti sul lavoro e disastri ambientali", fanno sapere dal dicastero guidato dal vicepremier Luigi Di Maio. "Ogni altra dichiarazione non corrisponde al vero", concludono le fonti.

ArcelorMittal: Fiom Cgil chiede tavolo su appalti coinvolgendo Mise

La Fiom Cgil ha chiesto in via immediata “un tavolo tecnico con Arcelor Mittal per affrontare il tema degli appalti che, dall’ingresso della multinazionale, ha visto dei cambiamenti anche in merito alle attività previste dal piano di investimenti ambientali e industriali”. Per il sindacato metalmeccanici, “in questi anni c’è stata una rincorsa ad appalti al ribasso da parte di alcune imprese locali che hanno di fatto procurato una perdita, dal punto di vista delle maestranze, della sicurezza sul lavoro, oltre che modifiche legate ai cambi di contratto nazionale di riferimento”. Secondo la Fiom Cgil, “in molte aziende sono avvenute delle variazioni contrattuali, passando pertanto dal contratto metalmeccanico a multiservizi, che purtroppo hanno trovato il consenso di alcune organizzazioni sindacali confederali, compreso il sindacato di base, producendo un impoverimento contrattuale, salariale e normativo”. “Abbiamo più volte espresso la nostra contrarietà al dumping contrattuale che non fa altro che agevolare le imprese a discapito dei lavoratori, questi ultimi coinvolti in trasformazioni di contratto con il solito ricatto occupazionale”. Per la Fiom, “il tempo è scaduto. Bisogna chiedere alle parti interessate, a partire da Arcelor Mittal, di chiarire quale futuro ci sarà per migliaia di lavoratori metalmeccanici che in questi anni hanno acquisito un bagaglio professionale che non può essere disperso”. Le proposte che avanza la Fiom Cgil riguardano la “istituzione di un Tavolo Tecnico, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, con la presenza di Arcelor Mittal per affrontare il tema degli appalti, a partire da una mappatura dettagliata delle imprese e dei lavoratori che operano all’interno dello stabilimento siderurgico”. Si chiede poi un “Bacino di Salvaguardia Occupazionale”.

“Nonostante i numerosi solleciti della Fiom Cgil, ancora ad oggi - afferma il sindacato - non sono chiare le politiche che intende adottare la committente in merito agli appalti e soprattutto a chi lavora all’interno dello stabilimento siderurgico”. La Fiom Cgil “ritiene imprescindibile la non dispersione delle professionalità che operano da diversi anni nello stabilimento e, di fronte a possibili nuovi scenari di cambio appalti, la tutela degli stessi lavoratori dal bacino di salvaguardia occupazionale”. Su quello che viene definito dumping contrattuale, la Fiom afferma che “Arcelor Mittal, così come sostenuto in un incontro nella sede di Confindustria nazionale, deve porre fine a queste modalità piratesche di cambi di contratto di lavoro che servono ad alcune aziende a determinare semplicemente un abbassamento del salario e dei diritti dei lavoratori”. La Fiom Cgil conclude dichiarando che “tutte le aziende che continueranno a perseguire questa strada, abbattendo costantemente il costo del lavoro, non possono essere considerate delle imprese sane e credibili”. (AGI) TA1/GIM

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