Assemblea Pd, e ora riflessione sul potere di Renzi
La scissione c’è o no? Nulla di fatto
La scissione c’è o no? Nulla di fatto. Nonostante l’ apertura di big della minoranza (Michele Emiliano), la palla passa alla Direzione di martedì del Pd. Intanto l’impressione è che il vento tiri dalla parte dell’ex presidente del Consiglio e neo dimissionario segretario Matteo Renzi.
Basta vedere le vignette satiriche di questi giorni per capire: Renzi raffigurato come un Re Sole, un Lorenzo de' Medici. Con tanto di corte. Una forma di adulazione indiretta. Ed è questo il punto: il potere di Renzi. Più che la data del Congresso, quella delle elezioni, la conferenza programmatica (la cosa più importante: prima si fissano i paletti del programma, poi si decide chi lo gestisce): il potere di Matteo Renzi. Che ha dimostrato di saperlo esercitare nel senso intrinseco del termine. Si guardi ai suoi fedelissimi, all’utilizzo della comunicazione.
Mentre le conseguenze estrinseche della gestione del suo potere, di là delle cose fatte (burocrazia, lavoro, fisco), sono evidenti circa alcuni punti fondamentali: bocciatura del referendum costituzionale, Italia cresce meno degli altri Paesi Ue, in politica estera: abbondata sull’immigrazione e procedura di infrazione per debito nell’Unione.
La minoranza del Pd teme – oltre all’assenza di un programma condiviso – di essere esclusa, esautorata, annientata. Il potere lo si misura anche dall’adulazione della stampa, dalle foto dei membri della corte al di fuori delle loro funzioni. Accolgano i vignettisti satirici, la loro opera libera ha raffigurato Berlusconi come un topolino, perché non scegliere un altro animaletto per Renzi?