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Politica
Assemblea Pd/ Spesi 60mila euro per un giorno. I retroscena in esclusiva

Di MONICA SETTA

Matteo Renzi ē arrivato alle 10.45 ed ē sceso subito giù nella grande Sala Fernandes del Parco dei principi - albergo storicamente amato da Silvio Berlusconi, da An e dalla buona borghesia dei Parioli che qui viene di domenica al brunch con i bambini o i nipoti- dove oggi andrà in scena il vero epilogo della "sua" stagione nel Pd. Dopo le sue dimissioni, il reggente ē il presidente del partito Matteo Orfini, ma il congresso ē già ufficialmente avviato: sarà la commissione di garanzia ( i componenti verranno deliberati dalla direzione Pd di martedì) a fissare la data del congresso molto probabilmente fra fine aprile ed i primi di maggio perchē a giugno poi ci sono le elezioni amministrative. Malgrado gli appelli al l'unità - il più accorato appartiene a Walter Veltroni- all'ora di pranzo nei saloni del lussuoso albergo romano che ospita l'assemblea del Partito democratico la parola più usata ē solo un ed é composta da 9 lettere: scissione. "Finirà cosi, noi resteremo nel Pd e nascerà una nuova forza con cui speriamo di collaborare" spiega Giorgio Merlo, allievo di Carlo Donat Cattin, DC piemontese, corrente Forze nuove, per anni nella commissione di vigilanza Rai. Il grande assente ē Massimo D'Alema mentre sul palco Renzi ē seduto fra il premier Paolo Gentiloni e Orfini, ex giovane turco, uomo pacato che sorride poco perchē, chiacchierando con i suoi, ha già capito come andrà a finire. In prima fila Maria Elena Boschi ē bellissima, bionda, mise color crema, il braccio appoggiato a Piero Fassino, ultimo segretario dei Ds che sta spendendo generosamente lagrime e fatica per tenere unito il partito intorno a Renzi. Finirà come deve finire, ma adesso vi raccontiamo quello che non vi hanno già detto siti, agenzie, radio & tv. A cominciare dai costi. Sessantamila euro ē quanto hanno speso i vertici del Pd per decidere se spaccare o no mentre i lavoratori sono in cassa integrazione ed il paese non riesce a rialzare la testa dalla crisi. Pochi? Non direi, se alla cifra che comprende l'affitto della sala da 900 posti si aggiunge la saletta super blindata di Renzi, il catering per il buffet, le navette o le auto a noleggio visto che Roma ē off limits a causa dello sciopero dei taxi.

 

buffet renzi
Buffet per Matteo Renzi

 

Sessantamila, dalle 9 alle 17

Dalle 9 alle 17 la Sala Fernandes - la sola con una capienza simile in un albergo a cinque stelle di Roma, l'alternativa ē andare alle Ergife o allo Sheraton- costa 20 Mila euro tondi tondi. La segreteria Pd l'ha prenotata tre giorni fa, dalla notte scorsa gli addetti alla scenografia montano o rimontano pannelli, led, luci sistemando sedie e corner di accoglienza. Dicono che Piero Fassino, uno che da solo a Torino quando, ragazzino, era segretario della FGCI, metteva i chiodi al palco dove si sarebbe svolta la manifestazione, abbia supervisionato anche qui ogni dettaglio con lo sguardo smarrito. Triste, perché, come ha confidato ai suoi amici, questa ē la pagina più dolorosa della sinistra. Ai 20 Mila euro della sala Fernandes vanno aggiunti i costi della Saletta Sforza che ē stata prenotata personalmente da Renzi per una pausa lunch con la Boschi ed il premier Gentiloni. Ottanta metri quadrati, una decina di vassoi fra tramezzini, panini al prosciutto e plateau di frutta fresca per una colazione rigorosamente light. Renzi beve solo acqua minerale o soft drink fra cui succhi biologici, centrifughe e coca cola. Alle 14 tutti si avventano al bar al piano meno uno ed il manager Daniele Saladini che gestisce il Parco dei principi con il piglio di uno svizzero (il proprietario ē il napoletano Roberto Naldi) continua a ricevere telefonate dal suo staff per rimpinguare il buffet. Pochi salgono al ristorante dove pranza con la famiglia Giuseppe Ciarrapico - fra fiori, cristalli e piatti d'argento- Graziano Del Rio si ferma alla hall per chiedere una camera. A che gli serve? " Devo vedere una trasmissione in tv" risponde. Ma l'albergo ē pieno. Renzi non ha opzionato alcuna suite perchē stasera vanno via tutti. " Riusciamo comunque a recuperare una saletta" interviene Saladini. Ma Del Rio si ē già attaccato all' i pad. Grazie, bevo un caffè ma ho già risolto i tutto. 

tagliata frutta boschiTagliata di frutta per Maria Elena Boschi



Un babà per Matteo

Ha la faccia tirata Matteo Renzi, se solo avesse immaginato un anno fa un epilogo di questo genere della sua "rivoluzione" lo avrebbero preso per pazzo. " Dopo il referendum ē saltato tutto" sospira "ho sbagliato io a personalizzare. L'errore ē stato mio". Lo aveva già detto l'ex premier in una clamorosa intervista a la Repubblica ma lo ripete ad Affaritaliani.it che, facendo un giro fra i militanti ed i vip della Sala Fernandes, scopre un malumore ed una malinconia di dimensioni davvero imprevedibili. Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro del secondo governo Prodi, già sindacalista della Cgil, ē vestito come sempre in modo impeccabile. La barba curata, il badge bene in vista ( in caso contrario il sevizio d'ordine ha l'imput di accompagnare fuori i " clandestini " privi del documento di accredito) confida che le speranze non sono perse. " Speriamo che si riesca a recuperare lo spirito dell'unità" dice. Dopo la pausa pranzo, i lavori riprendono, ad una compagna di Reggio Emilia, una bersaniana di stretta osservanza viene in mente di addolcire l'umore del segretario dimissionario con un dolce. Arriva con un babà ( trafugato, pare dal tavolo del sontuoso brunch) ma i collaboratori di Renzi la fermano in modo garbato eppure implacabile. Era solo un pensiero gentile, però decisamente fuori luogo. " Le divisioni fra noi sono un regalo ai Cinque stelle" ripete Matteo Renzi. " A Grillo abbiamo già fatto un super regalo" gli fa eco Fassino che ha " consegnato " la sua Torino alla Pentastellata Chiara Appendino e ancora ci fa una malattia, lui che dopo aver amministrato così bene si sarebbe aspettato di essere rieletto al primo turno, altro che ballottaggio oppure sconfitta. Gianni Cuperlo si aggira fra i corridoi del Parco dei principi infilandosi, per errore, nella sala dove Berlusconi organizzava le sue cene private. Ē vuota, ma lui esce subito riguadagnando il posto nel Parterre. I giornalisti che hanno l'ok per la telecamera vengono accompagnati per 15 minuti ogni volta da un uomo dello staff. Per tutti gli altri c'è la sala stampa con il maxi schermo e la pila di bottigliette di acqua minerale. Alle 17 ( manca ancora poco ) sapremo che cosa sarà della sinistra italiana. Intanto, proprio perché la rivoluzione non ē un pranzo di gala- meno che mai oggi- chi aveva opzionato un tavolo per la cena nel ristorante Pauline Borghese ha disdetto. Ci sono le navette che riportano indietro i militanti, i congressisti o i nostalgici renziani che entro stanotte rientrano alla base con un sogno infranto. Matteo, ci hai deluso.

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