Politica
Salvini, alleato di Orban, sotto attacco.Ma nel 1956 i capi PCI e Napolitano..

Attacchi a Salvini, alleato di Orban, per la rimozione in Ungheria della rivolta anti-URSS. Ma nel 1956 i capi del PCI e Napolitano...
Vade retro, Salvini ! Dopo la scomunica del Papa cattolico, l'argentino Francesco, e di quello laico, il calabrese Eugenio Scalfari, ieri, sul "Corriere della Sera", il leader della Lega è stato "bocciato" anche sul piano storico. Paolo Mieli, infatti, ha vergato un lungo editoriale per attaccare un alleato del ministro degli Interni, il "sovranista"Viktor Orban, il premier ungherese, che ha ordinato la rimozione della statua di Imre Nagy. Costui, nel 1956, da primo ministro, si oppose al doppio intervento militare russo nel suo Paese. Ma, dopo essere stato deposto, si rifugiò nell'ambasciata jugoslava, dove fu catturato dal KGB e, a seguito di un rapido "processo", venne impiccato, nel giugno del 1958.
E', dunque, certo, imbarazzante la tendenza dei governi di Budapest e di Praga a cancellare il ricordo di Nagy e di Jan Palach, gli uomini-simbolo dell'opposizione al regime sovietico e del passaggio dalla bieca stagione comunista a quella liberaldemocratica. Ma non si comprende il tentativo di coinvolgere nella polemica Matteo Salvini, che nacque ben 5 anni dopo l'invasione sovietica della Cecoslovacchia...Non convincono i suoi buoni rapporti con Putin ?
Forse, molto di più che il ministro dell'Interno, il tentativo di oscurare la memoria dei patrioti anti-URSS dovrebbe mettere in imbarazzo i dirigenti del PD, in primis quelli provenienti del PCI, neppure citati da Mieli. Eppure, nel 1956, all’indomani della cruenta invasione di Budapest e dell'impiccagione di Nagy, mentre Antonio Giolitti e altri esponenti di primo piano lasciarono il "partitone rosso", Giorgio Napolitano arrivò a bocciare - con durezza persino maggiore rispetto a quella dell'allora direttore dell' "Unità", Pietro Ingrao- le scelte degli scissionisti, profondendosi in elogi non solo di Palmiro Togliatti, "Il Migliore", ma anche dei successori di Stalin. Costoro, ordinando la fucilazione dei coraggiosi rivoltosi di Budapest, avrebbero, addirittura, secondo il futuro "Re Giorgio", contribuito a rafforzare la "pace nel mondo". Quella pagina, non gloriosa, del lungo percorso politico dell'ex Capo dello Stato è stata rimossa dai giornaloni del bel Paese ritenuti autorevoli.
Silenzi sulle scelte del passato del leader campano (solo nel 2006, una volta asceso al Quirinale, Napolitano riconobbe che sull'Ungheria aveva "toppato" alla grande, mentre avevano ragione il leader socialista autonomista, Pietro Nenni, e lo stesso Giolitti, entrambi defunti) e sulla lunga carriera politica del senatore a vita, costruita, abilmente, sui furbi tatticismi e sulla felpata diplomazia, che suggerirono all'ex segretario di Togliatti, poi acuto scrittore, Massimo Caprara, di affermare :"Giorgio ? I suoi ruggiti somigliano a dei belati..."