Attenzione ai Cinque Stelle
Il pericolo di banalizzarli grazie alla cortina fumogena di gaffe
C’è un pericolo che corre l’opinione pubblica italiana nei riguardi dei Cinque Stelle: quello di banalizzarli e ridurli alla dimensione di macchietta, come l’onorevole Trombetta di Totò e cosi facendo sottovalutandone la portata di struttiva su quanto resta dello Stato in Italia.
È un pericolo che corriamo anche noi giornalisti impegnati ogni giorno a inseguire le acrobazie linguistiche e le gaffe di Di Maio o della Raggi.
La dimensione macchiettistica non aiuta a capire quello che sta succedendo e potrebbe succedere in futuro in caso di vittoria del Movimento.
I Cinque Stelle non hanno nessuna classe politica; improvvisano quando possono, mettendo insieme una teoria di dabbenaggini che -ad esempio a Roma- vanno dalle teleferiche, a complotti notturni di elettrometrici, a nomi orribilmente storpiati (Pino Chet, oltretutto venezuelano), a non confermate telefonate con improbabili ambasciate per spegnere incendi.
Presi da questo Luna Park della risata continua non affrontiamo i temi seri e cioè di quello che potrebbe succedere se governassero davvero.
È un po’ quello che è successo negli Usa con Trump; tutto lo prendevano in giro, ridevano dei modi rozzi e sguaiati che aveva il tycoon americano fino a quando ha vinto facendo breccia sul popolo che spesso non si è mostrato un baluardo di democrazia, almeno in Europa.
Pericolosa quindi l’apertura tattica di Salvini a Grillo; il leader della Lega lo fa per mettere in difficoltà Berlusconi ma sta giocando con il fuoco e con l’Italia.