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Autonomia regionale, nuovo vertice giovedì. Nodo legato all'istruzione
LaPresse

AUTONOMIA: SALVINI, 'RIFLESSIONI IN CORSO MA SONO OTTIMISTA'

''Una riunione utile, ci sono riflessioni in corso. Io sono ottimista per natura''. Cosi il ministro dell'Interno Matteo Salvini, a margine delle celebrazioni per l'anniversario della polizia penitenziaria a Roma, sull'esito del vertice di oggi a palazzo Chigi sull'autonomia differenziata.

AUTONOMIA: STEFANI, 'SU EMENDABILITA' RIFORMA DECIDE PARLAMENTO'

"Il Parlamento deve essere principe e padre di questa norma, sarà prerogativa dei presidenti della Camera e del Senato decidere quali saranno le modalità di discussione" della riforma sulle Autonomia e sulla emendabilità in Parlamento. Così il ministro per gli Affari Regionali Erika Stefani. "Il mio auspicio - sottolinea - è che non ci siano dilazioni e farraginosità, confido nelle Camere". "Dobbiamo rispettare il principio base della suddivisione dei poteri", conclude Stefani.

Autonomia, Stefani: "Trovati punti di incontro con M5s e MEF". VIDEO

AUTONOMIA: TRA NODI ASSUNZIONE DIRETTA DOCENTI REGIONI, PER M5S 'INCOSTITUZIONALE'

C'è anche l'istruzione tra i nodi che il vertice a Palazzo Chigi sulle autonomie non è riuscito a sbrogliare. In particolare, a quanto si apprende, nel corso della riunione è stato sollevato il tema dell'articolo 12 del testo Stefani sull'assunzione diretta dei docenti che, in sostanza, prevede i concorsi regionali. Un punto sempre criticato dal M5S, ritenuto dai grillini "dannoso" per le altre Regioni, "con il rischio di istituire scuole di sere A, serie B e persino C". Il sottosegretario 5 Stelle Salvatore Giuliano, riferiscono alcune fonti, nel corso del vertice ha evidenziato una sentenza della Consulta del 2013 che definiva "incostituzionale" il principio su una richiesta già espressa in passato dalla Lombardia. Si tratta, nello specifico, della sentenza 76/2013 con cui la Corte Costituzionale si pronunciava sulla legge regionale lombarda 19/2007 art. 8 sull'assunzione diretta dei docenti. Ma c'è anche un'altra questione relativa all'istruzione, quella sulle norme generali non cedibili rispetto a cicli, piano di studio, valutazioni di sistema, alternanza scuola-lavoro, formazione degli insegnanti, contenuto dei programmi, norme sulla parità scolastica, organizzazione su offerta formativa. Sempre a quanto si apprende, oggi si è anche deciso che le Sovrintendenze culturali non possono essere trasferite alle Regioni, con ogni probabilità anche le Ferrovie e le Autostrade: su questi punti non è stato trovato un accordo. Da fare, viene inoltre spiegato, anche valutazioni sull'impatto ambientale.

Autonomia regionale, ancora un rinvio. Nuovo vertice in programma giovedì

Passi in avanti sull'Autonomia Regionale, ma l'intesa non è stata raggiunta. Si tratta ancora. Il vertice a Palazzo Chigi si conclude, dopo oltre tre ore, con un nuovo rinvio: Conte, i due vice e i ministri interessati si riaggiorneranno giovedì mattina alle 8.30.

Si tratta ancora. Il vertice sulle autonomie a Palazzo Chigi si conclude, dopo oltre tre ore, con un nuovo rinvio: Conte, i due vice e i ministri interessati si riaggiorneranno giovedì mattina alle 8.30. Benché il dialogo proceda in un "clima positivo", di fatto anche oggi non esce un testo definitivo sull'autonomia differenziata. Dal fronte M5S, a quanto apprende l'Adnkronos, tanti ancora i nodi da scogliere. In particolare, riferisce una fonte di primo piano, il M5S non è d'accordo sul cosiddetto costo medio -uno dei temi centrali nella partita autonomie- ma anche sul Vas, acronimo di Valutazione ambientale strategica, su Sovraintendenze, Autostrade, Ferrovie, Porti e Scuole.

E anche sulla parte finanziaria, dove nel vertice della settimana scorsa sembrava essere stata raggiunta un'intesa, in realtà -stando a fonti M5S e Lega- alcuni nodi sarebbero ancora da sbrogliare e, proprio per questo, si attende la presenza al tavolo del ministro Giovanni Tria, oggi assente all'appuntamento a Palazzo Chigi perché impegnato all'Eurogruppo a Bruxelles. Stando almeno alla lunga lista snocciolata sui punti di disaccordo, la strada appare ancora lunga prima di chiudere. Una dilazione dei tempi che potrebbe acuire le tensioni tra i due alleati di governo. E soprattutto far lievitare i malumori dei governatori interessati -Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna- che già nei giorni scorsi non hanno mancato di sottolineare il loro disappunto per i continui rinvii.

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