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Politica
Baiardo: "Giletti mi ha voltato le spalle. La foto con Berlusconi non esiste"
Salvatore Baiardo

Salvatore Baiardo ad Affari: "GIletti mi ha voltato le spalle. La foto di Graviano con Berlusconi? Non esiste"

Ha deciso di rompere il silenzio Salvatore Baiardo, tuttofare dei boss mafiosi Graviano, indagato dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze nell'ambito della nuova inchiesta sui presunti mandanti esterni delle stragi del 1993.

Lo ha fatto dopo la decisione del tribunale del Riesame di Firenze, che ha accolto il ricorso della Procura ritenendo fondate le accuse di calunnia nei confronti del conduttore Massimo Giletti e del sindaco di Cerasa, Giancarlo Ricca, disponendo gli arresti domiciliari. Gli stessi non hanno ritenuto sufficientemente provata l’accusa di favoreggiamento a favore di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. Uno dei cuori dell’indagine è sempre la fotografia che ritrarrebbe il boss Graviano con l’ex premier e il generale Francesco Delfino. Immagine che secondo il tribunale “sicuramente è stata fatta vedere” a Giletti, al contrario di quello che Baiardo ha detto ai magistrati, sostenendo che il giornalista si fosse inventato tutto (da qui l’accusa di calunnia). Secondo i giudici proprio quella foto può aver causato la chiusura di “Non è l’Arena”. Ma Salvatore Baiardo, in attesa della decisione della Corte di Cassazione – che si dovrà pronunciare perché la misura diventi esecutiva – ha voluto nuovamente replicare, parlando con Affaritaliani.it.

I giudici del Riesame affermano che la foto che ritrae Berlusconi e Graviano “potrebbe non esistere”, ma è “sicuramente stata mostrata a Giletti”, al contrario di quanto da Lei affermato

Sì, ma non esiste questa fotografia, e non è mai esistita. Questo l’ho detto anche ai giudici. Poi noi abbiamo fatto delle supposizioni: siccome Fabrizio Corona gli ha passato chat di tutte le donne etc., e siccome sono amici… non lo so, può essere che abbia voluto far fargli uno scoop inventandosi questa fotografia, dicendo che glielo avevo detto io… non so più cosa pensare. Che cosa è stato provato? Lui ha sempre viaggiato con le sue scorte, quando parlavamo c’erano sempre lì le sue scorte, per questo lo trovo assurdo.

I giudici hanno dato più credibilità a Giletti che a Baiardo, pregiudicato. Ma lo stesso Giletti, durante la presentazione di suoi libri etc. – e ci sono delle registrazioni che lo provano – aveva sempre dichiarato che Baiardo è una persona corretta e attendibilissima.

Quindi quando Lei ha detto a Giletti dell’esistenza di questa foto ha mentito?

Le cose vanno viste come ho dichiarato anche in Procura. Questa fotografia non esiste. Con Giletti si era parlato se  c’erano eventuali foto con i Graviano fatte quando vivevano lì. Ma i Graviano non hanno mai voluto farsi fotografare. Si figuri poi, essendo latitanti; se facevamo delle foto... le si strappavano subito perché non volevano farsi fotografare.

Allora perché si è parlato dell’incontro tra Berlusconi e Graviano? Non ci sono foto, però Lei ne ha parlato…

Io ho parlato degli incontri così come ne ha parlato lo stesso Graviano nelle ultime deposizioni nel processo sulla ‘ndrangheta stragista. Queste cose sono avvenute a Milano, non sul lago d’Orta come dicono i giornalisti. Ma di cosa parlassero non lo so, io li accompagnavo, poi se Graviano mi diceva che parlavano di certe cose… lo diceva lui.

Le accuse di favoreggiamento nei confronti di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri non sono state sufficientemente provate. Questo cosa significa?

Questo ancora proprio non l’ho capito, di cosa avrei dovuto favorirli?

C’è un altro passaggio chiave nell’ordinanza: “Baiardo ha mentito sull’incontro con Paolo Berlusconi”. Lei ha incontrato Paolo Berlusconi?

Sì, ma l’ho incontrato per tutt’altre cose (rispetto a quello che si dice nell’ordinanza, ndr)! L’ho incontrato, siccome era un periodo non bello, per un aiuto economico ad aprire una gelateria (io ho sempre fatto il gelataio).

E perché si è rivolto proprio a lui?

Perché c’era un rapporto di amicizia con la famiglia Berlusconi. Solo che in quei periodi il Cavaliere era inavvicinabile – e questo l’ha appurato anche la Procura – infatti il primo contatto io l’avevo cercato con Silvio. Ma non sono riuscito a parlargli.

I giudici dicono che in realtà Lei voleva ricattare i Berlusconi…

Ma non è vero! A che pro avrei dovuto minacciare la famiglia Berlusconi… . Paolo si è avvalso della facoltà di non rispondere, perché anche il fratello era indagato, e così i legali gli hanno consigliato di agire in questo modo. Se l’avessi minacciato mi avrebbe sicuramente denunciato, e invece non ha detto nulla.

Come è finito l’incontro con Paolo Berlusconi? L’ha aiutata?

Non c’è neppure più stato il tempo di continuare il discorso, perché subito la Procura ha indagato, una cosa e l’altra… e non ho più fatto nulla.

Tra di noi ci sono state le solite chiacchiere che si fanno come quando non ci si vede da una vita: “come va, come non va…”. Ma tengo a precisare che io in quel periodo non ero assolutamente indagato: era il 14 febbraio del 2011.

“Esiste - scrive il tribunale, nel segnalare come Giletti pagasse Baiardo per le sue interviste - un’elevata probabilità che la trattazione di questo tema gli sia costato la chiusura della trasmissione da parte di Urbano Cairo”. Secondo Lei è stato Paolo Berlusconi a premere per far chiudere “Non è l’Arena”?

Io so solo che nelle tre puntate in cui c’è stato Baiardo, e nelle interviste esterne con il Baiardo ha fatto visualizzazioni mai fatte, e uno share della madonna. Perciò io pensavo che quel programma andasse avanti nel migliore dei modi. Non mi aspettavo certo una chiusura così!

Che cosa ne pensa del fatto che Silvio Berlusconi ha lasciato 30 milioni di euro a Dell'Utri?

Non lo so, penso sia stato una riconoscenza per tutto il lavoro che ha fatto in quegli anni.

Ma se anche voi eravate amici e Lei aveva bisogno, perché non ha lasciato qualcosa anche a Lei?

Ma io non ho mai fatto nulla per Berlusconi, quindi perchè mai avrebbe dovuto lasciarmi dei quattrini?

Si sente responsabile della chiusura di “Non è l'Arena” come affermano i giudici?

Assolutamente no. Anzi, dovrei essere arrabbiato io con Giletti per tutto quello che mi ha fatto dopo, per tutte le stupidate che mi ha fatto dire.

In che senso “le ha fatto dire”? Vuol dire che il Suo intervento era in qualche modo pilotato?

Guardi, Lei sa come funzionano i programmi a volte, perciò non mi faccia dire altro. Non posso dire altro. E con Giletti non parlo più, ho proprio il divieto di farlo.

Perché pensa che Urbano Cairo abbia voluto chiudere una trasmissione che – come dice Lei – grazie a Lei ha fatto il “botto”?

Non lo so, lui parlava di “costi” che non riusciva più a sostenere. Io non lo conosco, ho sempre e solo parlato con Giletti.

E allora Le chiedo: perché Giletti Le ha voltato le spalle?

Eh, lui lo sa il perché. Perché io non sono più voluto stare al suo gioco. E infatti non sono più voluto andare nel suo programma.

Sì però delle famigerate foto si è parlato solo perché Lei per primo l’ha fatto. Se non esistono, perché ne ha parlato?

È un tasto che dovrà toccare il professor Taormina  - a cui Baiardo ha affidato la sua difesa, ndr - in Cassazione, non posso accennarle nulla. Il motivo per cui ne ho parlato non posso dirlo, ma qualcuno capisce sicuramente perché non sono più stato al gioco di Giletti e non sono più andato nella sua trasmissione.

In una sua intervista si parlava di miliardi in gioco nel rapporto Berlusconi-Graviano. Cosa intendeva?

Per me si trattava di questioni economiche.

Cioè?

Beh, Berlusconi ha costruito il proprio impero negli anni Settanta, quando i Graviano gli hanno dato i soldi. Lo ha dichiarato lo stesso Graviano nel processo sulla ‘ndrangheta stragista di aver dato 20 miliardi nel 1970 a Berlusconi.

Lei è stato profeta dell’arresto di Matteo Messina Denaro. Con la morte dell’ex latitante uscirà qualcosa sui misteri e che ancora ruotano attorno alle stragi e alla trattativa Stato-mafia?

Assolutamente sì. Però usciranno adesso a metà dicembre, quando pubblicherò il mio libro, che stiamo già presentando. All’interno ci sarà qualcosa di molto molto interessante. Delle verità, cose appartenenti al mio vissuto.

Ma il Suo vissuto si è incrociato con quello di Matteo Messina Denaro?

Certamente, ed è anche agli atti che ci siamo conosciuti, che ci siamo visti, che è stato al Nord… . Poi ci sono altre cose che non sono agli atti e che ho messo nel libro.

Cosa prova in questo momento?

Provo solo della gran rabbia, perché si tratta di cose inesistenti. Ma io le devo accettare. Vedremo in Cassazione cosa il professor Taormina risolve. Tutto questo accanimento, peraltro, si è creato da quando Baiardo ha voluto mettersi in politica, creando questo movimento politico… mi riferisco per esempio all’ultima dichiarazione di Gasparri, in cui prendeva in giro Vannacci e Baiardo dicendo che prenderemo solo il nostro voto. Evidentemente dà fastidio.

Vorrei che si cancellasse tutto con una gomma e si iniziasse a prendere anche un po’ di quel Baiardo che sta facendo tutto questo, il libro etc. per aiutare ragazzi autistici. Vorrei aprire delle gelaterie per inserire questi ragazzi, abbandonati dallo Stato. Io ho un nipotino autistico. Del libro non metterò in tasca un euro.

Sicuramente Lei riconoscerà di essere un personaggio discutibile…

Cosa che non ho mai negato (il rapporto con i Graviano, ndr), e per questo ho pagato. Premetto che se dovessero uscire, il mio rapporto con loro non cambierebbe, come rapporto di amicizia. Io ho sempre parlato del mio vissuto, nel rapporto con i Graviano. Per come si sono comportati con me. Io non so cosa hanno fatto d’altro.

Ma perché ha deciso di tirare in mezzo la famiglia Berlusconi? Che interesse aveva Lei?

Io ho solo detto chi vedevo, non vedevo, facevo, non facevo in quegli anni. Chi se lo immaginava che raccontare oggi cose accadute nel 1989-1990 potesse suscitare un simile polverone.

E allora perché ha aspettato così tanto?

Non avevo interesse a raccontarlo prima, l’ho fatto quando me l’hanno chiesto, nel 2012-2013.

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