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Politica
Bankitalia, conflitto Gentiloni e Boschi che già sapeva della mozione

Bankitalia, Renzi: "Gentiloni sapeva ed era d'accordo"

 "Il governo non era semplicemente informato" della mozione dl Pd su Bankitalia, "era d'accordo": lo sostiene il leader dei Dem, Matteo Renzi, in un'intervista a Giorno-Carlino-Nazione. "La mozione parlamentare non solo era nota al governo", ha aggiunto, "ma come sa chi conosce il diritto parlamentare questa mozione prevedeva che il governo desse un parere. Che c'e' stato. Ed e' stato positivo". "L'esecutivo e' composto da persone serie, non danno parere positivo senza sapere di cosa stanno parlando", ha insistito Renzi, "dunque: e' evidente che il governo sapesse e che anche fosse d'accordo". 

"Mi spiace per le polemiche di Veltroni e Napolitano e di tutti gli altri, anche se rispetto la loro opinione", ha spiegato l'ex premier. "Ogni discussione aiuta a crescere, ma rimango stupito nel vedere reazioni cosi' dure a un semplice atto parlamentare. O vogliamo dire che il Parlamento non ha diritto di discutere?" "Se qualcuno pensa di poter dire agli italiani che in questi anni sia andato tutto bene, auguri", ha detto Renzio, "io la penso diversamente. Qui non e' in ballo il galateo istituzionale ne' la scelta del nome, ma il ruolo e la dignita' del Parlamento". "Quanto all'autonomia del processo decisionale" su Bankitalia, "noi rispetteremo qualunque scelta verra' fatta dalle autorita' preposte sul nome del prossimo governatore", ha assicurato il leader Dem. "Auspico che scelgano la persona migliore: se il governo riterra' che la persona migliore sia l'attuale governatore, ne prenderemo atto. Ma il rispetto istituzionale non significa non chiedere chiarezza rispetto a cio' che e' successo. Noi abbiamo la coscienza a posto, spero che tutti possano dire lo stesso".

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Bankitalia, conflitto tra Gentiloni e Boschi che già sapeva della mozione

Caso Bankitalia sempre più caldo. Gentiloni non ha potuto che convenire con Matterella, a cui spetta peraltro la nomina, dicendosi «esterrefatto» per il metodo adottato dal Pd e giudicando «inopinato» nel merito il contenuto della mozione: per un politico a sangue gelido come Gentiloni, si tratta di due aggettivi dirompenti. Lo rivela il Corriere della Sera. Secondo cui il colloquio è avvenuto al cospetto di alcuni ministri e — dettaglio non irrilevante — anche della Boschi, schieratissima con l’iniziativa di Renzi e al centro di un caso dentro il caso Bankitalia. Perché se è vero che Gentiloni era ignaro del blitz organizzato dal segretario del Pd, se è vero che ne è venuto a conoscenza «casualmente» — come ha spiegato a Mattarella — è altrettanto vero che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio sapeva anzitempo del testo. Secondo il Corsera, c’è chi sostiene che avrebbe addirittura avallato la prima versione della mozione, dove si chiedeva esplicitamente un segno di «discontinuità» a Bankitalia, cioè la giubilazione di Visco. Ma il punto non è questo. Il problema è che — oltre ad esser stato scavalcato dalla ministra competente per i Rapporti con il Parlamento, Finocchiaro — Gentiloni non è stato avvisato.

Bankitalia: partita in stallo; e Renzi spacca Pd

Restano agli atti i distinguo di Matteo Renzi su Bankitalia con il Nazareno che non intende farsi carico della conferma di Visco e l'appello del Quirinale sulla necessita' di garantire l'autonomia e l'indipendenza dell'organismo di viale Nazionale. Ma soprattutto e' sotto la luce del sole la spaccatura interna al Pd e le tensioni tra il partito democratico e il governo. E, visto che il Colle non va oltre ai principi enunciati ieri e lascia che siano il premier e il segretario dem a sbrogliare la matassa, al momento sulla vicenda di palazzo Koch si registra una fase di impasse. Con l'esecutivo che ha preso qualche giorno di tempo in attesa che si stemperino i toni. Agli atti c'e' anche un passaggio parlamentare, un voto su una mozione che ha visto una buona parte delle forze politiche marcare le distanze sull'operato in questi anni di Bankitalia. Il timing dell'esito di questa partita e' comunque gia' fissato per legge ed e' quello del 31 ottobre. Non e' previsto alcun rinvio: la decisione su chi dovra' guidare l'Istituto deve avvenire entro quella data. Del resto sulla questione e' da tempo previsto un Consiglio dei ministri per la prossima settimana. Ogni ipotesi sul campo resta aperta e la tensione tra i partiti non accenna a diminuire. Vanno all'attacco le opposizioni e il Pd renziano non arretra: la posizione di Visco, questa la tesi, non e' cosi' salda come appariva alla vigilia. Nessuna intenzione di disconoscere la mozione parlamentare e allo stesso tempo si ribadisce che non ci sara' alcuna intrusione: ne' se si decidera' su una moral suasion per un passo di lato di Visco ne' se il governatore verra' confermato. Tra le forze parlamentari c'e' addirittura chi arriva ad ipotizzare un ricambio dell'intero board, ma in realta' l'eventualita' che viene ritenuta piu' credibile, nel caso di una soluzione diversa da quella della conferma di Visco, e' quella di garantire una figura di continuita'. I nomi sono quelli di Salvatore Rossi e di Fabio Panetta.

Il Pd e' diviso: all'interno della maggioranza non e' solo Veltroni a considerare "ingiustificabile" la mozione presentata in Parlamento. "Meglio non scriverne cosi'", il parere di Zanda che nel pomeriggio ha avuto un colloquio con il premier Gentiloni. "Non commento per carita' di patria...", dice il ministro Carlo Calenda. "Mi occupo in verita' di altre cose. Non devo occuparmi delle troppe cose che ogni giorno capitano e che sono deplorevoli", osserva Napolitano. C'e' chi, anche all'interno del Pd, accredita la tesi di una distanza anche tra palazzo Chigi e il Nazareno ma anche tra i dem si fa osservare come il presidente del Consiglio non abbia stoppato pubblicamente gli affondi contro l'attuale guida di via Nazionale. Renzi dal canto suo prosegue il viaggio per l'Italia, convinto di dover essere al fianco dei cittadini e non del sistema, consapevole che le Politiche si giocheranno anche sul tema degli istituti bancari e con nessuna voglia di addossarsi responsabilita', per esempio, su Banca Etruria. "Criticare non e' lesa maesta'", la tesi del segretario dem, "la Vigilanza non funziono', chi ha sbagliato paghi, il Pd non ha nulla da nascondere", rileva l'ex premier. Io non faccio il difensore delle banche, se qualcuno pensa di fare campagna elettorale su Banca Etruria si sbaglia di grosso, il ragionamento di Renzi.

 La tesi della possibile riconferma di Visco viene sponsorizzata da chi non intende dare il via libera ad un precedente pericoloso. Ovvero lasciare al Parlamento, per di piu' tramite una mozione, la possibilita' di entrare nelle dinamiche di un organismo da sempre considerato indipendente. La scelta su Bankitalia andra' fatta dal presidente del Consiglio ma sul nome alla guida dell'organismo palazzo Chigi si muovera' in sintonia con il Quirinale. E l'obiettivo dei vertici istituzionali resta quello di preservare i principi di autonomia di palazzo Koch. Ma sulla mozione presentata ieri continua la polemica tra le forze politiche. "Ieri - il commento di Bersani - e' stata una brutta giornata, sono rimasto allibito dalla protervia e dalla leggerezza con cui si e' picconato un tema istituzionale di prima grandezza". "Leggo ricostruzioni e dichiarazioni assurde sulla mozione che abbiamo presentato ieri su Bankitalia - risponde Matteo Orfini - E allora forse e' utile mettere ordine: alzi la mano chi ritiene che i meccanismi di vigilanza abbiano funzionato egregiamente. Nessuno? Curioso. Dire che qualcosa non ha funzionato non e' minare l'autonomia di una istituzione importante. Semmai significa creare le condizioni per restituirle forza", aggiunge il presidente dem, "che il Parlamento esprima un giudizio su quanto accaduto non e' una ingerenza inaccettabile, e' la norma in una repubblica parlamentare". "Con la mozione del Pd su Visco abbiamo creato un precedente che andava evitato", incalza Gianni Cuperlo. "L'ipotesi di cambio Governatore della Banca d'Italia ci trova d'accordo perche' il Movimento 5 Stelle chiede che Visco vigili meglio da moltissimo tempo, quindi noi pensiamo che i crack bancari non siano stati in alcun modo vigilati da Visco", osserva il deputato M5S Roberto Fico.

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