Berlusconi,bastano 3 ore per smentirlo:'Cottarelli ministro'.'Non se ne parla"
Berlusconi alza il ditino per irridere moralmente i 5 Stelle alle prese con Rimborsopoli, gridando "Onestà, onestà". Ma ha appena mentito su Cottarelli
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
La pirotecnica campagna elettorale per le elezioni del 4 marzo offre su un piatto d'argento un case study sull'ipocrisia, come categoria comportamentale. Uno di quelli che offrono un'immediata comprensione e che i maestri delle elementari potrebbero utilizzare per spiegare ai bambini concetti un po' più complessi delle meccaniche tabelline che si imparano a memoria nei primi anni dietro i banchi di scuola. Lo ha offerto "nonno" Berlusconi che da ottuagenario rampante contende l'occupazione di Palazzo Chigi al trentenne Luigi Di Maio.
La semplice sequenza, che i maestri potrebbero anche illustrare in maniera figurativa con il gessetto sulla lavagna per rendere evidente l'elemento del timing in cui si consuma l'incoerenza costitutiva del concetto dell'ipocrisia, è questa:
Ore 12.15: Aprendo i lavori degli incontri del Consiglio permanente di Confcommercio, Silvio Berlusconi, dopo aver anticipato domenica scorsa che avrebbe voluto l'ex Fmi e commissario straordinario per la Spending review Carlo Cottarelli alla guida di un ministero ad hoc per la revisione della spesa pubblica, annuncia pomposamente urbi et orbi: "Ho sentito ieri al telefono Cottarelli che mi ha ringraziato e dato la sua disponibilità, potrà fare parte della nostra squadra di governo per la spending review".
Ore 12.52: Lasciando la sede di Confcommercio, prima di salire in automobile e forte, come il rivoluzionario Robespierre, della sua irreprensibile integrità morale, Berlusconi irride il Movimento 5 Stelle che deve affrontare la grana Rimborsopoli, intonando un po' baritonale lo slogan grillino: "Onestà, Onestà", unendosi al fuoco mediatico che ha preso di mira Di Maio&soci.
Ore 15:18: Dopo che si è diffusa l'ufficialità dell'ingaggio del quotato Cottarelli (voluto da Enrico Letta a Palazzo Chigi come commissario, non riconfermato poi da Matteo Renzi e che anche i pentastellati hanno citato nel proprio programma per quanto riguarda le voci di copertura del loro ambizioso programma), arriva il cinguettio dell'economista di Cremona che precisa e avela l'inconsistenza della fuga in avanti di Berlusconi: "La partecipazione in un'attività di governo richiede la condivisione di programmi concreti. Tale condivisione non può che avvenire dopo le elezioni. Vorrei quindi chiarire di non aver dato la mia disponibilità a nessuno schieramento politico a partecipare a un futuro governo".
Insomma, nessuna chiamata. "No telefonata, no party" per il Centrodestra. Tutte balle, ma l'importante è attaccare l'avversario. Il solito malcostume politico. E poi in Transatlantico si meravigliano dell'astensionismo dilagante alle urne...