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Politica
Berlusconi e i 'responsabili' grillini. Spietato cinismo per tornare in auge

“Quanto varrebbe la mia candidatura alle Europee per Forza Italia? Dal 3% all’8% dei voti.” Sappiamo che l’ex Cavaliere non è mai stato carente di stima verso sé stesso ed egocentrismo. Che il suo nome valga come un noto marchio, nel bene o nel male, non ci piove. Eppure l’affondo più grave, invitato da Bruno Vespa alla presentazione del suo libro, lo fa verso il Governo del Cambiamento: "La loro marcia indietro è una buffonata, certo meglio evitare l'infrazione, ma la manovra resta tutta da riscrivere. Va cambiato il Governo".

Non è soltanto un auspicio, dopo il deputato malato di SLA Matteo Dell’Osso che – lasciati i banchi del M5S si iscrive a Forza Italia, tra gli epiteti dei grillini e dello stesso Beppe Grillo – il leader azzurro prepara una scialuppa di salvataggio (per il suo partito) o di naufragio (per l’Esecutivo), dipende dagli occhi con cui leggete l’evento: “Io prevedo l’assoluta necessità di un ritorno nella casa del centrodestra di Salvini. Come prevedo la concreta possibilità a breve della fine del governo per una mancanza della maggioranza da parte dei 5Stelle che abbandoneranno.”

E con uno spietato cinismo, che non suscita il men che minimo sdegno in un Paese dalla coscienza colletiva dormiente, ecco come vorrebbe tornare in auge: "Immagino di poter far conoscere all'opinione pubblica l'esistenza di un gruppo autonomo che ci appoggerebbe. Non conosciamo ancora i nomi, ma conosciamo i discorsi che fanno i senatori con esponenti del Movimento 5 Stelle. Sappiamo che queste persone non avrebbero convenienza a tornare al voto, perché non sarebbero rieletti. Invece così avrebbero ancora 4 anni di stipendio, 14mila euro al mese dei quali non dovrebbero darne 8mila al partito. E io so che l'interesse privato è sempre superiore all'interesse generale..."

Difficile capire se, apprezzare l’assoluta sincerità ed i ragionamenti fuori dalla finta ipocrisia da microfoni accesi, o sprofondare in una cocente delusione per l’esercizio della funzione pubblica paragonata a mercato delle vacche, con tanto di cartellino convenienza.

In fondo il Parlamento cos’è? Un bivacco di manipoli direbbe Mussolini, oltre 945 Onorevoli che mai come questa volta sono totalmente inermi ed esautorati di qualsivoglia funzione. Quasi un surplus della Democrazia, suppellettili che godono ancora di quei privilegi (via via ridotti al lumicino), a fronte di una classe dirigente di scadente qualità.  

Ormai il potere legislativo è esercitato a piene mani dall’Esecutivo, in barba alla tripartizione dei poteri dello Stato. I parlamentari devono solo convertire in legge i decreti pigiando la tastiera. Nel 2014, tanto per citare dei numeri a riprova di ciò, soltanto 26 leggi hanno trovato efficacia giuridica sulle 4.000 presentate dal Parlamento italiano.

 

Di Andrea Lorusso
Twitter @andrewlorusso

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