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Politica
Berlusconi e l'eredità centrista: Renzi in prima fila. Fdi e la Lega...

Silvio Berlusconi, quel 23 novembre 1993 in cui sdoganò Gianfranco Fini

Silvio Berlusconi è scomparso questa mattina a 86 anni. Nel bene e nel male è stato un protagonista di primissimo piano della politica italiana. Grande imprenditore, sdoganatore di Gianfranco Fini e della destra, un moderato che però era capace di improvvisi e imprevedibili guizzi estremisti. Un violinista della politica, un virtuoso del violino e dal trillo solitario e imprevedibile.

Ma al di là dell’aspetto umano e della inevitabile agiografia politica la domanda è: quali effetti avrà la sua dipartita sul centro – destra e in più generale sull’Italia? Dal punto di vista meramente numerico Forza Italia, la sua creatura, è quotata intorno all’ 7% con la Lega al 7.5% e Fratelli d’Italia al 30% (Quorum per SkyTg24 dell’8 giugno). Dunque non una eredità elettorale consistente ma comunque i voti di Forza Italia non si contano ma si pesano. In che senso?

Silvio Berlusconi Gianfranco FiniSilvio Berlusconi e Gianfranco Fini (foto Lapresse)
 

L'eredità centrista di Silvio Berlusconi: i titoli di Matteo Renzi

Nel senso che Berlusconi apparteneva alla grande Partito Popolare Europeo (PPE), il maggioritario in Europa e quindi la sua presenza nel centro – destra rappresentava, con le dovute eccezioni, una componente moderata, cattolica e tradizionalista. Fratelli d’Italia sta cercando da tempo di avvicinarsi al PPE in vista delle elezioni politiche Europee del prossimo anno, quasi a replicare a Bruxelles il centro – destra italiano. In ogni caso si apre ora la questione della eredità elettorale di FI al di là della buona volontà di Antonio Tajani, che però non è un leader. I pretendenti sono diversi.

Qualche titolo lo vanta sicuramente il Terzo Polo di Matteo Renzi che rappresenta un elettorato cattolico più conservatore, vicino a quello di Forza Italia o comunque non troppo lontano. Fratelli d’Italia, cioè Giorgia Meloni, e la Lega, cioè Matteo Salvini, sono invece abbastanza lontani ideologicamente dal partito fondato da Berlusconi.

Tuttavia, i voti in uscita potrebbero essere intercettati più da FdI che dalla Lega a meno di una svolta moderata guidata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Sta di fatto che la scomparsa del Cavaliere si abbatte comunque come un terremoto sui cattolici italiani.

Papa Francesco e Monsignor Cardinale Matteo Zuppi da tempo stanno tessendo una trama con Giorgia Meloni per quanto riguarda soprattutto il PNRR, la questione dei migranti e la guerra in Ucraina e l’evento di oggi potrebbe accelerare gli eventi. Si indebolisce poi a livello internazionale Vladimir Putin e la Russia, vista l’antica amicizia che legava Berlusconi al leader Russo. Amicizia che andava al di là della politica, cementata da donne, champagne e ricchezza.

Ora, in questo campo, la Meloni ha le mani più libere di prima perché ha, cinicamente, un problema di meno. Resterà agli storici del futuro e ai politologi attuali inquadrare e spiegare il ruolo che hanno avuto Silvio Berlusconi e Forza Italia nello sdoganare, come detto, il vecchio Movimento Sociale il 23 novembre del 1993 all’Euromercato di Casalecchio di Reno, quando il Cavaliere fece il famoso endorsement elettorale a Gianfranco Fini contro Francesco Rutelli per la carica di sindaco di Roma. Fu un evento storico che ha cambiato la storia della Repubblica.

Ora i tempi sono mutati ma se Giorgia Meloni, erede di Giorgio Almirante, governa saldamente l’Italia il merito, almeno storico, è stato proprio di Silvio Berlusconi.

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