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Politica
Berlusconi: "il Jobs Act va bene così"

"Se vinciamo le elezioni aboliremo il Jobs Act, perché è stata un'iniezione che ha dato una provvisoria spinta ma solo ai contratti a termine. Otto su dieci sono stati contratti a termine". Così Silvio Berlusconi parlando questa mattina a Radio Anch'io. Parole che hanno costretto la segreteria del presidente di Forza Italia a diramare nelle ore successive una nota chiaritrice. Berlusconi, si legge, "si è limitato a constatare che il Jobs Act è sostanzialmente fallito, perché non ha indotto le imprese a creare occupazione stabile, ma quasi esclusivamente lavoro precario. In ogni caso, è una norma che sta esaurendo i suoi effetti. Quando saremo al governo - precisa la nota - non torneremo naturalmente al regime precedente, ma introdurremo strumenti più efficaci del Jobs Act per correggerne gli effetti distorsivi e incentivare le imprese a creare lavoro stabile". Finché è lo stesso Berlusconi, questa volta sulle frequenze di Radio 105, a essere ancora più preciso: "Si possono tenere le cose come sono, l'abolizione del Jobs Act è stata una cosa interna alla coalizione che credo sia superata".

Un altro mezzo passo indietro Berlusconi lo ha fatto sull'abolizione della legge Fornero, promessa elettorale del compagno di scuderia Salvini: "Fornero ha ragione quando dice che non si può abolire tutta la legge, noi infatti intendiamo cancellare i provvedimenti iniqui del provvedimento. L'innalzamento dell'età pensionistica ha un senso ma non credo che sia giusto farlo da subito".

Il leader della Lega rilancia subito con un'altra promessa, centrata su una delle leggi più divisive varate dal governo di centrosinistra: "Cancelleremo norme Lorenzin - scrive su Twitter Matteo Salvini - Vaccini sì obbligo no. E via la tassa assurda sulle sigarette elettroniche".

Ma la furia abolizionista, la corsa alle promesse di eliminare tutto ciò che ha prodotto il governo di centrosinistra finisce per aprire nuove spaccature proprio nel centrodestra: "Non penso proprio" sia possibile inserire l'abolizione dell'obbligo vaccinale nel programma del centrodestra come chiede Salvini, dice infatti il presidente dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani: "Io sono favorevole all'obbligo, noi abbiamo votato convintamente il decreto".

Ed è ovviamente secca anche la replica della ministra della Salute, Beatrice Lorenzin: "L'Italia va vaccinata dagli incompetenti. La posizione di Salvini e di altri massimi esponenti della Lega che oggi dichiarano come primo provvedimento di voler abolire l'obbligatorietà vaccinale, è uguale a quella del Movimento 5 stelle. La Lega gioca per qualche voto in più sulla salute degli italiani, sulla salute dei nostri figli".

Sul tema si fa sentire anche la Ue. Pur non volendo commentare le parole di Salvini, la portavoce della Commissione Ue per la Salute, Anca Paduraru, esprime all'Ansa la preoccupazione "per l'aumento dello scetticismo sui vaccini". "Vogliamo sottolineare - aggiunge - l'importanza dei programmi di vaccinazione nella protezione della salute pubblica. Ad oggi, la copertura vaccinale rimane elevata nell'Ue ed è responsabilità degli Stati membri e delle loro autorità".

Tornando al leader di Forza Italia, ha poi annunciato la volontà di puntare su Fontana e Gasparri per le elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio, dove ha chiesto al sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi di fare un passo indietro.

"Credo che sarà Fontana il candidato alla Regione Lombardia, dobbiamo incontrarci con Salvini a riguardo, ma vedo che Fontana ha nei sondaggi dei risultati che depongono bene per lui. E' persona affidabile che può dare alla Lombardia un buon governo per i prossimi 5 anni. Sarà un ottimo candidato che sosteniamo", ha detto Berlusconi.

Quanto al Lazio, invece, consolida l'investitura di Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato: "Con la sua conoscenza delle cose romane e laziali e con la sua esperienza politica sarebbe un ottimo governatore per il Lazio. Occorre però essere sicuri del risultato vincente", dice sollecitando il passo indietro del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, che per ora non rinuncia a chiedere l'investitura come candidato governatore: una delle condizioni per la vittoria di Gasparri, dice, è che "non ci siano delle presenze che possano sottrarre voti e determinare una sconfitta".

Quanto alle parole del segretario del Pd, Matteo Renzi, che anche a Circo Massimo ha ribadito di considerare "un fallimento" i governi di centro destra don Berlusconi premier, il leader di Forza Italia replica seccamente: "Prendo atto del fatto che la campagna elettorale spinge gli avversari a cambiare il loro modo di comunicare e di rivolgersi anche ai competitor. Sono stupidaggini, non vale la pena neppure commentarlo perché è una forzatura assoluta e totale della realtà. La sinistra ha lasciato una disoccupazione più alta, più poveri, più pressione fiscale e tanti migranti sbarcati: non so come possono accusare il governo precedente che ha governato in in una maniera completamente diversa".

Di Maio lancia "quota 41", pensione dopo 41 anni lavoro

"Noi presto presenteremo il nostro programma che si chiama "quota 41", si basa su un concetto che tu dopo 41 anni di lavoro devi andare in pensione" senza che ci sia il legame "tra tempo di lavoro e eta' pensionabile". Lo afferma a "Fatti e misfatti", a Tgcom24, il candidato premier M5S Luigi Di Maio.

M5S: Di Maio, aboliremo spesometro e studi di settore

"Proponiamo e prendiamo un impegno con le imprese per l'abolizione dello spesometro, del split payment, del redditometro e gli studi di settore". Lo ha detto il candidato premier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, parlando a Milano delle prime 4 delle 400 leggi che i 5 Stelle intendono abolire una volta al governo. "So che i miei avversari diranno che cosi' vogliamo favorire l'evasione fiscale, ma e' semplificando che si aumenta il gettito per lo Stato e si riduce la pressione fiscale", ha aggiunto Di Maio.

Ai rappresentanti del mondo delle imprese presenti all'incontro Di Maio ha assicurato che "noi non saremo quelli che faranno leggi sulla sburocratizzazione. Come si potrebbe risolvere il problema del controllo sulle imprese? Basterebbe incrociare le banche dati degli enti: agenzia delle entrate, camere di commercio, motorizzazione devono iniziare a mettere mettere insieme le loro banche dati". Al contrario, spesometro, split payment, redditometro e studi di settore "non sono il nostro modello di lotta all'evasione" ha spiegato l'aspirante premier dei 5 Stelle, sottolineando che attraverso l'abolizione di questi strumenti "invertiamo l'onere della prova: il cittadino e' onesto fino a prova contraria".

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