M5S, da Siena 'bomba' su caso Caiata "L'avevamo detto, non ci hanno ascoltato"
M5S Siena chiede teste responsabili.Caiata segnalato per tempo a vertici regionali e nazionali: “Avevamo ragione su massoni, indagati, cacciatori di poltrone”
“Chi ha sbagliato faccia un passo indietro”. E' quanto chiede il M5S di Siena a chi ha avuto l'idea di candidare l'imprenditore e presidente del Potenza calcio Salvatore Caiata alle prossime politiche in Basilicata. In un comunicato stampa il M5S di Siena, non i semplici attivisti, ma tutto il consesso di eletti e rappresentanti a livello locale, racconta di aver segnalato subito i problemi relativi alla candidatura di Caiata, imprenditore operativo a Siena da anni e che ieri si è appreso fosse indagato per riciclaggio di denaro proveniente da ambienti kazaki del petrolio. Coinvolta nei suoi affari anche la coop La Cascina, ascesa alle cronache per fatti relativi a "Mafia Capitale".
Ieri con Affaritaliani abbiamo raccontato in anteprima i retroscena del caso.
Un comunicato dai toni duri, quello del M5S d Siena, ma comprensibile nel contenuto perché a tutela dei valori e dell'onorabilità del movimento, per difenderlo da infiltrazioni di soggetti estranei. “Avevamo ragione su tante cose, non solo su questo. I massoni, gli indagati, i candidati scorretti e i 'cacciatori di poltrone' che riempiono le liste dei partiti, non possono, non devono far parte delle nostre. Quindi qualcuno ha sbagliato, e qualcuno deve spiegare, assumendosi la responsabilità dei propri errori.”
Era chiaro chi fosse Caiata: Uomo dalle “frequentazioni politiche e imprenditoriali, lontanissime dal modo di essere del MoVimento, oltre al fatto che lo stesso Caiata non lo aveva mai sostenuto o frequentato in precedenza”
La frittata però ora è fatta. Anche Luigi Di Maio sembra sia stato ingannato. "Ci aveva raccontato di aver detto no a Renzi per venire con noi, era il lucano dell'anno, il presidente del Potenza calcio”, ha detto ieri il leader.
L'indagine per riciclaggio era in corso dal 2016. Ma nessuno ha comunicato la questione al movimento. Caiata si è autosospeso dal M5S ma non rinuncia alla candidatura. I vertici del movimento hanno dichiarato che procedono verso l'espulsione, come negli altri casi accaduti di recente.
Ma ci sono delle responsabilità evidenti. Non può finire tutto “in cavalleria”, spiegano da Siena. “Chi ha sbagliato rinunci alla 'carica', perché il MoVimento non ha bisogno di 'apprendisti stregoni', arroganti quanto poveri di talento, ma al contrario di umili portavoce capaci di ascoltare la base, obbligati a farlo dal principio della democrazia dal basso, e di mettere a frutto l’intelligenza collettiva di un’intera, grande comunità, valorizzando la capillare conoscenza dei fatti e delle persone da parte dei territori.”
Dopo il caso “Rimborsopoli” e i massoni il lista sarebbero almeno 13 i candidati esclusi prima del voto. Si assottiglia la pattuglie dei candidati "supercompetenti” che il movimento doveva eleggere. In questo caso l’addebito per il M5S, che ha fatto dell’onestà e della trasparenza i suoi slogan, è più grave, viste le modalità con le quali si è arrivati alla candidatura di Caiata.