Iraq/ Blair: Dio ispirò mia scelta sulla guerra. Bufera

Tony Blair
Bufera su Tony Blair per la sua affermazione che la scelta di partecipare all'intervento in Iraq gli fu ispirata da Dio. L'opposizione liberaldemocratica e
i famigliari dei soldati morti in Iraq hanno duramente criticato le parole del premier britannico sostenendo che una decisione così delicata non poteva essere affidata alla voce della propria coscienza religiosa.

"Quella decisione", aveva detto il premier intervistato dall'emittente britannica ITV1, "deve essere accettata, alla fine io credo che se uno ha fede in certe cose, ci si rende conto che quelle decisioni sono prese da altri". E al giornalista che insisteva perché spiegasse meglio il significato delle sue parole, Blair ha chiarito: "Se tu credi in Dio, è presa anche da Dio".

Nel passato il titolare di Downing Street era sempre stato molto attento nel tenere separata la fede cattolica dalle sue decisioni
. E quando una volta gli era stato chiesto se gli fosse capitato di pregare insieme al presidente americano, George W. Bush, si era molto risentito. Ma nell'intervista Blair ha detto chiaramente di aver preso decisioni politiche secondo la propria coscienza che è guidata dalla fede cristiana; e che la scelta di entrare in politica, ai tempi dell'università, fu guidata proprio dal suo impegno cristiano.

Immediata la polemica. Furenti i genitori dei soldati uccisi. Per Roger Bacon, che ha tentato di incontrare senza successo il premier britannico da quando suo figlio, il maggiore Matthew Bacon, è rimasto ucciso in Iraq, "questo spiegherebbe perché (Blair) si rifiuta di incontrare i genitori: come può raccontarci di quando Dio gli ha detto di mandare i militari in Iraq, dove sono stati uccisi i nostri figli?".

*BRPAGE*

Rose Gentle, il cui figlio Gordon è stato ucciso a Bassora nel 2004, ha aggiunto di essere "disgustata". "Come può dirsi cristiano? Un cristiano non manderebbe mai la gente là ad essere uccisa", ha aggiunto la donna, che e attivista dell'organizzazione 'Famiglie dei soldati contro la guerra'.

Molto duro anche Menzies Campbell, nuovo leader liberaldemocratico, unico partito d'opposizione contrario alla guerra in Iraq: "Dare il via a una guerra non è soltanto un atto di fede: richiede un'analisi rigorosa sulla legittimità di farlo, le probabilità di successo, il numero probabile di vittime e le conseguenze di lungo periodo".

Duro anche il deputato lib-dem Evan Harris, che ha definito "scandalose" le dichiarazioni del primo ministro e ha messo in guardia i politici dalla tentazione di fare "riferimenti alla divinità" nella vita pubblica. "Il nostro sistema politico si basa su decisioni prese da politici eletti e responsabili, non dalle loro divinità", ha aggiunto il deputato, membro della Società Laica Nazionale del Regno Unito.


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