Politica
Buffagni ad Affaritaliani: "Renzi lavori. Non siamo al bar a dare ordini..."

L'esponente del M5S: "Non mi mi fido del leader di Italia Viva"
"Non commento nulla perché si sta lavorando sulla manovra. Però sono certo che Renzi darà una mano e lavorerà sulla Legge di Bilancio affinché si trovi la soluzione migliore e non si porrà facendo gli ordini come se fossimo al bar, visto che siamo al governo del Paese e si lavora assieme per costruire le cose al meglio". Con queste parole il viceministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni (esponente di spicco del Movimento 5 Stelle), interpellato da Affaritaliani.it, risponde alla domanda su quanto affermato dal leader di Italia Viva ('Sul cuneo fiscale solo spiccioli'). E alla domanda diretta - si fida di Matteo Renzi? - Buffagni risponde: "Io non mi fido di nessuno, né di Renzi né di Salvini. La risposta è sempre la stessa".
LE PAROLE DI MATTEO RENZI: "SUL CUNEO FISCALE SOLO SPICCIOLI"
"Diminuire le tasse sul lavoro e' la priorita' ribadita a parola da tutti i leader politici e da tutti i commentatori economici. Tutti possono permettersi di dire che va abbassato il cuneo fiscale. Ma pochi, pochissimi, possono dire di averlo fatto davvero. Perche' con le parole sono bravi tutti, ma quando si tratta di passare ai fatti le cose cambiano". Lo scrive Matteo Renzi, in una lettera al Corriere della Sera, rivendicando di averlo fatto per 22 miliardi quando era al governo e invitando a trovare ulteriori risorse tagliando la spesa. "Se abbassi davvero le tasse agli imprenditori, questi assumono. Se metti davvero soldi in tasca al ceto medio basso, questo spende - spiega - il triennio 2015-2017 dimostra che si', si puo' fare. Ma non e' pensabile che per diminuire il cuneo si voglia aumentare l'Iva. Aumentare l'Iva per 7 miliardi in cambio di una riduzione del cuneo fiscale per 2.5 miliardi di euro non e' un affare: e' un autogol. E bene hanno fatto i nostri rappresentanti a opporsi con tutte le loro forze. La prima battaglia di Italia viva e' stata contro l'aumento dell'Iva". Il movimento dunque "propone a tutti gli alleati di governo e proporra' con maggiore chiarezza alla prossima Leopolda di meta' ottobre", di "sbloccare il pacchetto da 36 miliardi di euro di investimenti pubblici tenuto fermo dai lacci della burocrazia e dell'inconcludenza politica. Ma vogliamo e dobbiamo incidere anche sul piano della spesa individuando due grandi priorita' sulle quali lavorare.
La prima e' la spesa per beni e servizi. Stupisce che non ne parli nessuno. Nel triennio del nostro governo, lo stanziamento per beni e servizi si e' attestato tra i 134 e 136 miliardi di euro. Nei tre anni successivi la voce di spesa per beni e servizi schizza rispettivamente a 140, 146, 150 miliardi di euro. L'aumento della spesa per beni e servizi da quando noi abbiamo lasciato Palazzo Chigi e' ingiustificabile. Se tornassimo a spendere per beni e servizi quello che spendevamo con il nostro governo avremmo magicamente servita sul piatto una cifra per il cuneo fiscale degna di questo nome. Non gli spiccioli proposti quest'anno".
La seconda proposta "riguarda gli interessi sul debito. Dopo la tempesta salviniana l'Italia ha bisogno di quiete, di una pax romana che metta in sicurezza un Paese oberato da un debito monstre. Oggi gli interessi sul debito sono bassi, molto bassi. Ma nel resto d'Europa sono addirittura negativi. Il che costituisce una ghiotta occasione. Va rimodulato il debito, non le aliquote Iva". "Questi temi non vanno di moda e tutti giocano a chi la spara piu' grossa, ma la vera rivoluzione e' spendere meno in beni e servizi, e' rimodulare il debito, e' abbassare davvero le tasse. Noi che lo abbiamo fatto in passato siamo pronti a dare il nostro contributo. Senza ansia di visibilita', ma pronti al confronto con tutti in sede accademica, mediatica, culturale. E soprattutto in sede politica. Perche' per sconfiggere il populismo, ci vuole la politica. Non gli slogan o i giochi delle tre carte.