Camera, sospesi 15 giorni i 5S che fecero irruzione nell'ufficio di presidenza
Sono poi 10 i giorni di sospensione per i 5 Stelle che hanno protestato in Aula ma restando nei loro banchi
L'Ufficio di presidenza della Camera ha deciso di sospendere per 15 giorni i 19 deputati del M5s che lo scorso 22 marzo tentarono di fare irruzione nell'ufficio di presidenza mentre si votavano le delibere sulle pensioni dei parlamentari. Lo ha stabilito lo stesso organismo di Montecitorio, riunitosi oggi per stabilire le sanzioni.
Sono poi 10 i giorni di sospensione per i 5 Stelle che hanno protestato in Aula ma restando nei loro banchi; 12 i giorni di sospensione per chi ha protestato sotto i banchi della presidenza; 5 per chi ha protestato davanti alla porta dell'ufficio di presidenza.
Riccardo Fraccaro, membro M5S dell'Ufficio di Presidenza, al termine della riunione, ha riferito che i giorni di sospensione saranno scaglionati per evitare una assenza 'di massa' in Aula, e comunque non riguarderanno i giorni in cui sarà votato il biotestamento, così come chiesto dal Movimento Cinquestelle.
Tutti hanno votato ad eccezione di Fraccaro. Si è trattato di un fatto "senza precedenti, di una gravità assoluta e con modalità aggressive. Quattro assistenti della camera, tre donne e un uomo, sono dovuti ricorrere alle cure mediche dopo il tentativo di forzare il cordone davanti l'ufficio di presidenza", si legge nelle motivazioni.
I 5 Stelle sono scesi in piazza, davanti a Montecitorio per protestare contro questa decisione. I pentastellati sono usciti dal Palazzo e si sono messi in fila, davanti a telecamere e fotografi, mostrando cartelli - ognuno di loro ne teneva uno - con il volto dei deputati degli altri partiti che fanno parte dell'ufficio di presidenza e che sono "responsabili" di aver bocciato la proposta 5 Stelle di estendere la legge Fornero anche ai parlamentari.
Su ogni manifesto c'è in bella vista la faccia del deputato, il suo nome, il partito di riferimento e sotto lo slogan #sifreganolapensione. Danilo Toninelli tiene il cartello con il volto di Roberto Giachetti e Carlo Sibilia ha quello di Stefano Dambruoso; l'unico a non tenere alcun cartello in mano, ma una cartellina della Camera è Luigi Di Maio, forse per tenere fede al suo ruolo istituzionale di vicepresidente della Camera.