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Politica
Caos M5s: i grillini temono di perdere la poltrona; Grillo gela Fico e Taverna

Un passo indietro. Un passo di lato. Sono stanchino… Ma quale stanchino e stanchino, Beppe Grillo è più agguerrito che mai. Altro che semplice megafono e garante, ormai è sovrano assoluto e, a farne le spese, stavolta sono i parlamentari più talebani del m5s, Roberto Fico – già zittito in passato – e Paola Taverna.

Oggetto della contesa la legge elettorale e precisamente il modello tedesco votato dalla maggioranza degli iscritti al blog (cifre irrisorie ma lo sappiamo bene, su questo è inutile sindacare). I portavoce grillini si sono fatti due calcoli e, come scrive Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera: “avrebbero compreso i rischi di non essere rieletti derivanti dalla combinazione tra il « tedesco» e le strette regole del Movimento, che fino a oggi prevedono gli over 40 al Senato, vietano le candidature multiple e legano la corsa all’area di residenza. Alcuni big temono la sconfitta nell’uninominale e una cattiva collocazione nella lista del proporzionale, le seconde linee, invece, si sentono spiazzati. Da qui un giro vorticoso di telefonate, chat roventi nei gruppi”.

Telefonate e chat alimentate da una riunione di parlamentari in cui, stando alle indiscrezioni di chi vi ha partecipato, le facce erano livide e imperlate di sudori freddi. E fra i più impauriti, per l'appunto, proprio Roberto Fico e Paola Taverna, che non hanno mancato di esprimere le proprie perplessità, riprese poi dai giornali.

A Beppe Grillo, però, la cosa non è piaciuta affatto; al punto da pubblicare, sul blog, un post piuttosto perentorio: “Il "tedesco" non prevede preferenze, ma prevede liste talmente corte da renderle superflue, che sono proprio quelle raccomandate dalla Corte costituzionale nella sua sentenza ammazza-Porcellum perché in grado di far riconoscere gli eletti agli elettori, e in ogni caso il MoVimento 5 Stelle indirà le parlamentarie online che si svolgeranno su Rousseau. Non ci interessa garantire la rielezione di questo o quell'altro portavoce”. Ed è proprio l’ultima frase il punto nodale: un dire a nuora (gli iscritti) perché suocera (Fico, Taverna e tutti gli scontenti) intenda. Non sperino, insomma, che a Grillo interessi un fico secco di riconfermare questo o quell’altro dei suoi meravigliosi ragazzi. Sacrificabili come pedoni degli scacchi in un gioco molto più grande.

Quale sia questo gioco, che impone all’ex comico di fare inversioni a U a seconda di come tira il vento, è difficile da determinare. Sta di fatto che il sistema tedesco è tutt’altra cosa rispetto a quello che aveva proposto il Movimento, oltre che rispetto al  “Legalicum” che avevano approvato dopo che si era espressa la Corte Costituzionale. La "base" è critica. A qualche commento positivo ed entusiasta, si aggiungono vari detrattori del "metodo Grillo". "Questo comunicato fa schifo, puzza di diktat e di imposizione. Gli iscritti certificati non hanno deciso un bel niente. Hanno solo detto sì o no a una scelta fatta dai vertici" scrive Achille. 

E tuttavia, se c’è una morale da trarre da questa vicenda, è che anche i parlamentari grillini tengono famiglia e quindi ci tengono a essere riconfermati sulla poltrona, e che di tutto questo a Beppe Grillo non gliene può fregare di meno.

Chi non è con me è contro di me is the new Uno vale uno.

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m5sbeppe grilloroberto ficopaola tavernalegge elettoralemodello tedescocaosmovimento 5 stelle





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