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Politica

Caro Matteo e cari tutti. Qualcuno lo deve pur fare. Perché non possiamo più far finta di nulla e continuare a spazzare sotto al tappeto. E questo lo dirigo dritto come un siluro al segretario del Pd, Matteo Renzi. L'ho appena scritto durante la #direttaore9, dove onestamente oggi mi aspettavo contenuti maggiori e di spessore di analisi del dopo voto, come lui ci ha abituati ad ascoltare. Ed invece, nulla. Solo retorica consumata, senza enfasi, ne riflessioni acute. Solo un timido e paraculante ( il tono è affettivo, se potessi metterei le faccine ma qui non si può...) nascondersi dietro al concetto che le Amministrative non sono le Politiche. Mah! Non sono una politologa, ma questa perdita di consensi non prelude a nulla di buono. E ti dirò perché caro Matteo. Ormai inizio sempre così e continuerò a farlo, non illudendomi di scalfire qualche tua certezza  o indurti a girarti qualche volta da questa parte, perché sinceramente non è più neppure questa la mia intenzione. Ormai vengo considerata la pecorella smarrita ed il mio unico desiderio ora è unicamente quello di non veder gettare via sette lunghi appassionati anni di lotte e condivisioni, di gioie e dolori, bellezze e brutture che ci hanno visto accanto. Io, e moltissimi altri, oggi sbigottiti dai risultati, delusi da un confronto che non c'è stato, da segreterie arroccate su se stesse, più dedite a preservare le rendite di posizione dei loro rappresentanti che al territorio. Perdonami, il mio tono è amichevole, non è arrogante ne tanto meno nemico. Ti dico anche questo, in sincerità, queste Amministrative sono proprio la sberla a te. Basti pensare alla Liguria, dove a Genova Gianni Crivello, che neppure voleva essere candidato, è un ex di SEL, ed è stato imposto al PD dagli alleati di quella "cosiddetta sinistra" di Bersani e D'Alema, che a Genova ha fatto solo passarella. Crivello non era il candidato di Renzi e tanto meno dei renziani genovesi che lo hanno soltanto subìto. Ma è venuto il Ministro Orlando a sponsorizzarlo, in assenza assoluta dei genovesi renziani. Era stata avanzata una candidatura femminile, neppure l'hanno fatta parlare...Anche a La Spezia è andato Orlando a sostegno del candidato, ed è stato Bersani a chiudere la campagna elettorale. Pistoia non è stato teatro diverso. Stessa linea, stessa identica modalità. Ob torto collo è stato imposto dal regionale ( ma nessuno crede che il segretario Parrini si sia alzato la mattina con l'insana idea...) un candidato, un sindaco uscente al primo mandato, nonostante fosse voce di popolo e di molti del Pd, che non fosse molto gradito. C'era nell'aria l'ipotesi di primarie,  ma poi nessuno si è fatto avanti. O non gli è convenuto. Come possibile avanzare candidature senza una parte del partito che ti sostiene ed è già diretto a consumare il dictact dall'alto ? Te lo dico, coloro i quali sono andati a fare campagna elettorale erano coscienti di perdere. Lo si annusava ovunque, non solo nella mia città, ma in tutte quelle che hanno perso, girando nei quartieri, ogni persona a cui veniva rivolto l'invito al voto non mancava di sottolineare il disappunto e la svogliatezza politica, la disaffezione. Diciamolo, quella tanto blaterata rottamazione di fatto non è mai avvenuta. Il Pd, nonostante due volte sotto la tua guida, l'ultima davvero legittimata da un consenso ampio, non ha poi prodotto i suoi frutti. Non c'è stato neppure mai un vero dibattito politico, nè nei territori, nè in sede del Nazzareno. Al di la di assemblee concitate utili solo ai relatori. Tutte le discussioni ed i confronti sono avvenuti solo durante la perenne campagna elettorale. Qui siamo passati da Europee, Politiche, Regionali, Referendarie, Congressuali ed amministrative senza soluzione di continuità. Ed a quando un dibattito serio e costruttivo? Come si può costruire una linea condivisa in questo modo? Impossibile. Gli appartenenti al "vecchio Pd" si sentono minacciati, ed aggrediscono più degli oppositori. Te lo garantisco, credici. Il " nuovo" fa paura perché sanno di essere sul finale, e lo scenario appena trascorso ti dice chiaro che si preferisce perdere un Comune piuttosto che fare un passo indietro e tentare con facce nuove e diverse, più rappresentative, più capaci di convergere voti anche dei simpatizzanti e/o avversari, magari  perché incarnanti un idea di futuro condivisibile per temi.

Quelli che dovrebbero unire, alla Macrón , per intendersi. Non siamo ancora pronti per raggiungere il livello politico francese? Io credo di sì. Quindi due le riflessioni in merito alla perdita sono da fare: da una parte la scelta dei candidati non più seguendo la logica del ricatto e del contentino pur di andare d'accordo, dall'altra la urgente necessità di una nuova classe dirigente che possa ridare speranza, forza, competenza e contenuti ma soprattutto rispetto al mondo politico ed ai cittadini. Mi dicono da più parti che la politica è anche opportunismo e falsità. Non lo credo, non per me. La politica è una cosa bella, che si fa per passione, che costa molta fatica e per la quale si passano spesso notti insonni, quando davvero ci si crede. Ma è bello comunque farla. È bello parlare con le persone, è bello occuparsi dei territori, dei loro problemi, accoglierne le istanze ed ascoltarne i bisogni. Anche gli applausi quando sono meritati e non per acclamazione pilotata e diretta unicamente al servilismo sciocco.

Amo molto più chi mi tira le orecchie, insegnandomi, che chi mi mette un commento piacevole che solletica, come a tutti, l'ego, ma che non fa crescere. Ecco, questo è il mio intento, che penso racchiuda il volere di tanti che mi stanno scrivendo, quello di farti riflettere. Qui non c'è da tagliare teste o sbattere i "nostri / mostri" in prima pagina, bensì c'è da capire come vogliamo continuare. Anche io, devo capirlo perché così non continuo. Perché nel precedente articolo "Dove vuole andare il Pd?" intendevo proprio questo. Forse ero stata premonitrice, non so. Preoccupata, si. Sicuramente, come adesso. E non perché mi fa paura l'ascesa della destra. Conosco persone rispettabilissime che stimo in quell'area politica, con cui spesso ho dialogato e condivido idee, perché di fondo io appartengo a quella nutrita schiera di persone che credono solo nell'Unione delle forze, nel tavolo delle idee e non nelle guerre. Sogno un giorno in cui non vi sia più destra e sinistra ma un'unica direzione con sfaccettature che provengono da sintesi di discussioni e confronti. E poi, perché aver fatto parte di una bella e grande famiglia e sentirsi improvvisamente orfani non è bello.

Ma questo è ciò che sento, e dicendo " il Re è nudo" attiro spesso le ire dei compagni ed amici di partito, salvo poi chi approva. A leggere la dichiarazione del segretario toscano Parrini viene da chiedersi dove sia stato in tutti questi anni. Perché non si può certo dire che non conoscesse le forti criticità sulle candidature espresse dai suoi diretti interlocutori. Le sapeva eccome. Ma è stato deciso comunque di preservare il vecchio che non avanza, ma arretra. Lucca si è salvata, in photo finish diciamolo,con una inattesa vittoria, ed è alquanto strana questa coincidenza con Pistoia, dove al contrario, si era " quasi" certi del risultato, dopo 72 anni di conclamata storia, e nonostante i malumori cittadini. A Lucca, cosa ha giocato a favore? Non certo il candidato, forse altro. Forse la squadra? Non indaghiamo.

Alessandra Ghisleri di Euromedia, la sondaggista più esperta di quel mondo scrive : «Alla radice c’è soprattutto l’immigrazione. Che appare fuori controllo e si somma a quasi un decennio di crisi economica. Molta gente ha paura di essere penalizzata dai nuovi arrivi, spalmati sul territorio. È spaventata dalla massa degli sbarchi e da come verranno gestiti. Non è un rifiuto a priori, ma una reazione quasi meccanica agli eccessi dell’accoglienza, alle forzature ideologiche della sinistra»....anche questo ha giocato un ruolo importante, diciamolo. Questo eccessivo buonismo spaventa, in una società incerta, senza più certezze di reddito vedere questo permissivismo fa indietreggiare. Politiche urgenti su immigrazione e sicurezza urgono. Serie, urgenti.  

L’analisi dei flussi elettorali, elaborata dall’Istituto Cattaneo, non lascia spazio ai dubbi: nei ballottaggi di 11 città prese in esame, i candidati “azzurri” e leghisti hanno risucchiato un terzo (per l’esattezza il 32,1 per cento) degli elettori che nel primo turno avevano scelto i Cinquestelle. E comunque dobbiamo dirlo, stavolta nella selezione delle candidature hanno puntato su personaggi credibili e coesivi. Diversamente dal passato, non si sono rifugiati sotto l’ombrello protettivo di Berlusconi e si sono dati da fare nella costruzioni di solide alleanze locali, a differenza nostra. "Noi" abbiamo scelto la vecchia logica correntizia, che è stata premiata, è vero, ma solo laddove il candidato ( nuovo o uscente) è stato capace di creare alleanze con tutti, nel rispetto delle differenze, con intelligenza e lungimiranza.

Ma che lo dico a fare?

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renzi ballottaggi





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