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Politica
M5s già vecchio: CasaPound è la novità che aspira a entrare in Parlamento

Roma, Piazza del Pantheon. Beppe Grillo, Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio si imbavagliano scenograficamente di fronte ai loro sostenitori per protestare contro il Rosatellum. A qualche chilometro di distanza, a Ostia, nel X Municipio che supera per abitanti una città come Parma, i militanti di CasaPound non hanno tempo per assistere a colpi di teatro a favore dei media, ma girano per le strade della cittadina del litorale laziale assieme al candidato alla Presidenza municipale Luca Marsella nelle prossime elezioni del 5 novembre, pianificando il prossimo turno di aiuti alimentari ai più disagiati e controllando la situazione del degrado urbano.

Una barista accoglie il giovane Marsella come un salvatore: "Quando c'è qualche problema, non chiamiamo più le forze dell'ordine. Chiamiamo direttamente i ragazzi di CasaPound". Per problema, nel caso specifico, si parla di mercatini abusivi dei rom, quelli in cui vengono rivendute le cianfrusaglie recuperate rovistando nei cassonetti. Luca Marsella arriva con ragazzi e ragazze suoi sostenitori e i rom svaniscono nel giro di pochi secondi

In alcuni punti, Ostia sembra una città post-atomica, con negozi fatiscenti e mai avviati, occupati da italiani alla canna del gas. Marsella, minuto e dallo sguardo timido, ha una parola di conforto per tutti. Qui, nei quartieri più fatiscenti e martoriati, CasaPound è di casa da anni. Sedotti in passato da Grillo e dal M5s, qui a Ostia gli abitanti delle zone più povere ora rivolgono le loro speranze nell'unica forza politica che è sempre stata con loro. "Avevo creduto nei grillini" dichiara Rosa, disoccupata quarantenne con due figli che si arrabatta per mandare a scuola ("perché i fiji nun devono fa' la fine mia" commenta con gli occhi lucidi), "ma più che sceneggiate nun fanno. M'hanno delusa de brutto. I ragazzi de CasaPound invece nun c'hanno mai abbandonato. Poche chiacchiere, tanti fatti. E so' i fatti che poi alla fine contano pe' noi disgraziati. E sa quanta gente come me ce sta a Ostia? La maggioranza. Sa che je dico? Per me CasaPound è na Casa, punto".

Mario, pensionato sulle soglie della povertà una volta invece votava PCI per poi farsi affascinare dal Movimento 5 Stelle. "M'hanno preso per il c... tutti. I comunisti so entrati nei salotti, e poi ce so' entrati i grillini. "CasaPaunne" invece nun c'ha paura de sta 'n mezzo ai poveracci come me. Se fa'n quattro pe' sta pora Ostia ciancicata e abbandonata da tutti. "Voterete per Casa Pound il 5 novembre?" chiediamo a Gaetano e Maria Assunta, originari di Siracusa e residenti a Ostia da trent'anni, precaria lei, disoccupato lui. "Sì, e sa perché li votiamo? Perché sono sempre stati qui con noi. Non fanno il teatrino elettorale come gli altri che poi una volta finite le elezioni chi s'è visto s'è visto. Loro ci sono sempre stati, anche prima", ribadiscono. 

Il primo novembre, giorno in cui Beppe Grillo comparirà a Ostia per chiudere la campagna elettorale di Giuliana De Pillo, candidata m5s alla Presidenza del X Municipio, Casa Pound distribuirà a 250 famiglie un pacco alimentare nella sede di Via Pucci Boncambi 25. "Grillo vie' a fa' le passerelle, ma con le passerelle nun dai da magna' a chi s'ammazza p'arriva' a fine mese" ribadisce Giordano, 30 anni, elettricista. "Almeno questi de CasaPound pensano ai poveracci come me. Perché agli italiani nun ce pensa più nessuno".

I sondaggi sulle elezioni del 5 novembre nel X Municipio danno CPI competitiva, e qualcuno sostiene che riuscirà ad arrivare al ballottaggio contro il M5s e forse anche a vincere. Sono sogni ambiziosi che forse non si esaudiranno, ma senz'altro CasaPound appare improvvisamente l'unica novità nel ristagnante panorama politico italiano, nel quale anche il M5s ormai viene visto come "sistema". Non è più assurdo pensare, come fino a qualche tempo fa, che CPI possa arrivare in Parlamento nei prossimi anni. L'ascesa è evidente (basti pensare al risultato di Lucca alle amministrative 2017) e da parte dei vertici del partito c'è un palese tentativo di convincere una fetta di elettorato più ampia. Il sì ai matrimoni gay è uno di questi segnali, ma anche la stigmatizzazione delle leggi razziali fasciste (che il leader Simone De Stefano definisce un "errore fondamentale"), e l'apertura ai media mainstream, con l'organizzazione di dibattiti con giornalisti del calibro di Enrico Mentana, Corrado Formigli e Nicola Porro.

Nel vedere l'accorata partecipazione degli abitanti di Ostia verso i militanti di CasaPound, nel vedere questi ultimi in mezzo alla gente sfiduciata da tutto e da tutti e massacrata dalla vita, gli occhi bendati di Grillo, Di Battista e Di Maio a favore di telecamera appaiono immediatamente fuori dal tempo. E soprattutto dalla realtà.

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