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Politica
14 anni di CasaPound: eredi del Fascismo, dalle occupazioni alle Istituzioni
Simone Di Stefano, segretario nazionale di CasaPound Italia e candidato premier alle elezioni 2018

CasaPound compie quattordici anni. Il 26 dicembre 2003, durante la notte, alcuni militanti dell'estrema destra romana occupavano sotto la guida di Gianluca Iannone, barbuto e tatuatissimo frontman del complesso  musicale ZetaZeroalfa, un palazzo storico al numero 8 di Via Napoleone III nel Quartiere Esquilino.

Iannone e i suoi camerati provenivano dalle esperienze delle cosiddette Occupazioni non Conformi e dall'esperienza di Casa Montag, un centro culturale di estrema destra aperto sulla Tiberina, e con ogni probabilità non avevano idea della catena di eventi che quella presa di possesso dell'ex palazzo governativo avrebbe scatenato.

Oggi, quattordici anni più tardi, CasaPound non è soltanto più l'emblema del "diritto alla casa" propugnato dai fascisti seguaci di Iannone, bensì una realtà strutturatissima e istituzionale (con centosei sedi, consiglieri comunali, sindaci e vicesindaci sparsi nel territorio italiano), una rivista digitale e cartacea (Il Primato Nazionale), varie onlus come Solid e Popoli impegnati in missioni in  Siria e Birmania, un'associazione dedicata ai disabili (Impavidi destini, di cui è esponente di spicco Claudio Palmulli il giovane cui il sindaco piddino di Pesaro Ricci ha vietato una sala consigliare, ricevendo una querela per abuso d'ufficio e diffamazione), una organizzazione inerente alla Protezione Civile, La Salamandra, una popolarissima associazione giovanile, Il Blocco Studentesco e varie altre attività.

E, in questo particolare periodo storico, un sogno che fino a poco tempo fa sembrava irrealizzabile: entrare alla Camera dei Deputati e al Senato, riuscendo a sfondare la soglia del 3 %. Simone Di Stefano, segretario nazionale di CPI e candidato premier per la "Tartaruga Frecciata", gira tutta Italia per presentare i due cavalli di battaglia di CasaPound ovvero il Mutuo Sociale e il Reddito Nazionale di Natalità cercando di convincere il maggior numero di elettori possibili. Il bacino elettorale di CPI è piuttosto variegato: a parte i camerati convinti, ci sono i delusi dai partiti tradizionali e dal M5s, gli astensionisti di destra, gli "apolidi politici" che non si riconoscono in nessuna formazione. E, in maniera stupefacente, anche molti elettori di Sinistra avversi alle politiche della "gauche" istituzionale. 

In questi quattordici anni, un altro militante fascista romano della prima ora, il trentottenne Mauro Antonini è cresciuto fino a diventare il responsabile di CPI e oggi candidato Presidente della Regione Lazio. Due corse, quelle per il Parlamento e quelle per la Regione, che - con sondaggi sempre più favorevoli e dopo il successo elettorale di Ostia il 5 novembre scorso - sembrerebbero destinate a dare frutti insperati. La tartaruga, animale scelto da CPI come simbolo di una creatura che si porta sempre dietro la casa, in omaggio a quelle occupazioni delle origini che ispirarono la conquista della sede storica all'Esquilino, ha fatto passi da gigante e potrebbe giovare della cosiddetta "onda nera" che spira in tutta Europa, finendo per entrare in pianta stabile in quella che dovrebbe essere la Casa di tutti gli italiani, ovvero il Parlamento. 

 

 

 

 

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