Centrodestra, Berlusconi vede la Meloni ad Arcore
Giorgia nel ruolo di mediatrice con Salvini
Dopo lo strappo seguito alla scelta di Forza Italia di non sostenerla alle elezioni comunali di Roma dell'anno scorso, Giorgia Meloni aveva incontrato Silvio Berlusconi solo in un freddo vertice a tre autunnale in cui, presente anche Matteo Salvini, si era deciso di sostenere tutti assieme il referendum per il No. Ma ultimamente le erano arrivati messaggi da più emissari sul desiderio dell’ex premier di ricostruire i rapporti, perché "Giorgia — come andava dicendo ai suoi — è brava e capace, e noi non possiamo assolutamente perderla".
E così ieri il leader azzurro ha fatto il grande passo. E l’ha invitata ad Arcore per un incontro riservato.
L’obiettivo di Berlusconi — si legge sul Corriere della Sera — rispetto alla Meloni è duplice: come le ha detto, lei può svolgere «egregiamente» il ruolo di tessitrice dei rapporti tra lui e Salvini, che come si sa non sono affatto facili. E, di conseguenza, se così sarà si eviterà la nascita di quel fronte «sovranista» formato da Lega, FdI e una parte di FI che, al Nord, sembrano già muoversi quasi come un partito unico.
Infatti, come dimostrano i rapporti sempre più stretti sia tra i tre governatori, sia tra Salvini e Toti, la saldatura nordista funziona. L’azzurro anche attraverso la sua fondazione Change sta costruendo luoghi di associazione per tutto il centrodestra, utili a richiamare società civile e classe dirigente e anche ad individuare candidati unitari come quello di Genova Marco Bucci, sul quale si è siglata un’alleanza che va dalla Lega ai centristi di Lupi fino a Parisi, che proprio con Toti ha ripreso stretti rapporti in questa occasione.
E così non stupisce che Salvini ieri abbia suonato la carica: «Spero che dopo aver eletto il sindaco di Verona, di Padova, di Genova, di Como, di Alessandria, in autunno ci siano le elezioni politiche e si mandino a casa Renzi, Gentiloni, Alfano, la Boldrini e tutta questa compagnia di circensi legati dal Vinavil».
Insomma, il pericolo di perdere centralità in questo assetto per Berlusconi c’è, ed ecco che la Meloni può essere una fondamentale alleata per evitarlo. Lei, raccontano, si sarebbe dimostrata disponibile ad agire in sostanza da mediatrice, ponendo però dei paletti: le primarie, per cominciare, che Berlusconi ha detto di poter «accettare ma solo se saranno normate per legge, non come quelle farsa del Pd». E poi, oltre a un chiarimento sulla linea da tenere rispetto all’Europa, vanno evitati i «giochini» con Renzi, non si deve prestare il fianco all’accusa di giocare una partita finta per mirare in realtà alle larghe intese: «Io — ribadisce — voglio correre per vincere». Con quale legge elettorale, sarà determinante: ai due leader una con il premio di coalizione andrebbe benissimo, come probabilmente anche a Salvini. Ed è comunque un punto di partenza.