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Politica
Centrodestra, ipotesi listone: ecco la spartizione dei candidati

"Il Centrodestra è indiscutibilmente unito. Lo confermano gli impegni che insieme assumiamo con i cittadini che voteranno domenica 25 giugno. Scegliendo come loro sindaco il candidato di Centrodestra i cittadini potranno contare su: meno tasse, meno multe, meno burocrazia, più ordine e pulizia, più sostegno a chi ha bisogno, più sicurezza. Tutte cose impensabili con i sindaci della sinistra, come dimostra la situazione dei comuni che loro amministrano". Queste le parole di Silvio Berlusconi su Facebook a poco più di una settimana dal secondo turno delle elezioni amministrative.

Come si nota i toni sono cambiati e anche l'ex Cavaliere è tornato a parlare di "Centrodestra unito" anche e soprattutto dopo i movimenti verso Prodi e Pisapia di Matteo Renzi. Le elezioni politiche sono ancora lontane (ormai è quasi certo che si voterà all'inizio del 2018) ma le trattative nel Centrodestra vanno avanti sottobanco. Matteo Salvini rimanda tutto, programma compreso, a dopo i ballottaggi mentre Giorgia Meloni afferma che se non cambierà la legge elettorale "sarà inevitabile arrivare ad una lista unica".

Il leader leghista ha sempre escluso questa possibilità ma con il Consultellum nella versione attuale (che non consente le coalizioni) andare al voto divisi significherebbe perdere sicuramente. Per tentare di raggiungere il 40%, che fa scattare il premio di maggioranza pari al 54% di parlamentari, l'unità diventa obbligatoria. E infatti uno dei massimi esponenti del Carroccio, molto vicino a Salvini, afferma a microfono spento che "i tempi non sono maturi" per un listone unitario, senza però escludere questa eventualità.

In realtà, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, dietro le quinte gli sherpa di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia sarebbero già al lavoro per ipotizzare uno schema di lista unica. E la suddivisione delle candidature, il nodo più difficile, prevederebbe il 37% dei nomi in lista ad azzurri e leghisti, il 16% per Fdi-An e il restante 10% per le liste minori che Berlusconi sta aggregando (ecco il famoso 'quadrifoglio' lanciato da Renato Brunetta), tra le quali certamente la Dc di Rotondi, i Socialisti di Caldoro, i Repubblicani di Nucara, i Liberali di De Luca, Idea di Quagliariello, gli animalisti della Brambilla, Direzione Italia di Fitto e i sovranisti di Alemanno e Storace.

E' evidente, spiegano fonti qualificate, che Salvini spingerebbe per avere la maggioranza delle candidature al Nord (Lombardia e Veneto in testa), la Meloni punterebbe soprattutto su Roma e il Lazio mentre Forza Italia sarebbe distribuita su tutto il territorio nazionale, con una presenza più significativa al Sud (così come per le liste minori). E il nome? Ovviamente siamo solo all'inizio delle discussioni, e la speranza è che la legge elettorale cambi per poter correre in coalizione e ognuno con il proprio simbolo, ma si lavora sul concetto lanciato da Salvini 'prima gli italiani', marchio registrato da Daniela Santanchè, che ricorda l''America first' di Donald Trump.

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