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Politica
Centrodestra, Romani (Forza Italia): ok alla federazione proposta da Salvini
Reddito di 126.401 euro per il presidente dei senatori di Forza Italia, Palo Romani

Qual è l'attuale stato di salute del Centrodestra?
"Rispetto alla frammentazione della sinistra, e in particolare del Partito Democratico, ritengo che il Centrodestra stia decisamente meglio: governiamo insieme tre Regioni molto importanti e tantissime amministrazioni comunali; stiamo lavorando per arrivare uniti alle prossime elezioni politiche con una proposta unitaria; e non solo, in queste settimane abbiamo già messo a punto proposte comuni per tutte le città, soprattutto quelle sopra i 15mila abitanti, dove si voterà in tarda primavera. Lo stato di salute del Centrodestra è quindi nettamente migliore di quello dello schieramento che non so più se definire di Centrosinistra o semplicemente di sinistra".

La convince la federazione 'Prima gli italiani' proposta da Matteo Salvini?
"Qualsiasi processo federativo del Centrodestra può essere una buona base di partenza ma anche un ragionevole punto di arrivo, sarà anche il nuovo sistema elettorale che si andrà a delineare a definire come. Al momento in Parlamento siamo ancora molto lontani dall'avere un modello di legge elettorale. Se però con la parola federazione si intende un'allenza e una proposta di Centrodestra che si riconosca in valori comuni, allora questa definizione può essere condivisibile".

Le piace il nome 'Prima gli italiani'?
"Non mi eserciterei oggi in nuovi marchi che possono alimentare la confusione. Sicuramente è mutuato dal modello Usa 'America first' e in questo momento, con i problemi che abbiamo in Europa, avere un occhio di particolare riguardo agli interessi nazionali è sicuramente un'impostazione corretta".

Però per l'individuazione del candidato premier Salvini e Meloni insistono con le primarie che voi non volete. Che si fa?
"Proprio per risolvere questo problema, dato che non siamo favorevoli alle primarie pasticciate e senza regole tipo quelle che abbiamo visto nel Partito Democratico, ho proposto che se ne parlasse insieme alla legge elettorale. Proviamo a esercitarci in una proposta legislativa di regolamentazione delle primarie, ci sono tanti esempi validi. Un modello a cui guardare con interesse è quello delle ultime primarie del centrodestra in Francia, che hanno visto la partecipazione di più di 4 milioni di francesi e che hanno definito la candidatura di Fillon all'Eliseo, che poi ha avuto altri problemi: e regole erano certe; le prefetture hanno messo a disposizione 10mila sezioni dove si poteva votare; c'era un controllo su chi votasse, non si poteva votare due volte e non poteva votare chiunque. Con regole precise, condivise e definite per legge, le primarie possono essere un sistema di selezione della leadership anche nel Centrodestra. Ma fino a quel momento mi sembra difficile definire con dei gazebi delle eventuali leadership".

Esiste l'ipotesi Salvini candidato premier, come afferma il leader della Lega, o per Forza Italia questa possibilità è preclusa?
"Già nel 2008 il Centrodestra si presentò con tre punte. Le ambizioni o le aspirazioni sono tutte legittime, anche se poi vanno confrontate con i dati elettorali. L'importante è che si abbia la volontà di procedere assieme, poi siamo abbastanza lontani dalle elezioni e molte evoluzioni ci saranno nel sistema politico italiano, e forse anche nel Centrodestra. Ricordiamoci sempre che al leader naturale oggi non è consentito di candidarsi e quindi si tratta di una partita dove uno dei giocatori ha un gesso al piede".

Si troverà un accordo sulla legge elettorale?
"Osservo quello che sta avvenendo in I Commissione alla Camera e vorrei sottolineare un punto: francamente trovo sbagliato in questa fase l'esercizio svolto da alcuni di dire sì o no a modelli già conosciuti, che sia il Mattarellum o l'Italicum. Noi abbiamo ribadito, e l'abbiamo fatto anche con la proposta di bandiera, alcuni concetti di fondo su cui vorremmo concentrare il dibattito parlamentare per arrivare ad una condivisione. Il primo: una legge elettorale che premi la coalizione. Il secondo: l'identità del candidato deve essere chiara e conosciuta dall'elettore con il sistema dei collegi, che possono essere uninominali o plurinominali, e non con le preferenze. Il terzo: premio di maggioranza da attribuire alla coalizione che superi il 40%. Il quarto: un criterio che tenga conto dell'espressione di voto degli italiani e che rispetti la volontà degli elettori, quindi tendenzialmente proporzionale. Questi sono i punti alla base di qualsivoglia testo unico o unificato sul quale si voglia cominciare a ragionare. Ed è da lì che si parte con il lavoro. Attenzione, c'è un corollario: il Partito Democratico, per ammissione stessa dei protagonisti, fino a che non concluderà la partita interna delle primarie e del congresso non è in grado di essere un interlocutore unitario su una legge fondante per il sistema democratico, la legge elettorale appunto".

Chi voterebbe al primo turno delle elezioni presidenziali il prossimo 23 aprile se fosse un cittadino francese?
"Fillon".

E al ballottaggio probabile tra la Le Pen e Macron?
"Non lo so, avrei serie difficoltà".
 

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