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Politica
Centrodestra Salvini premier? Solo incaricato. Dal Pd massimo 15 parlamentari

Centrodestra al lavoro per cercare una soluzione dopo la mancata vittoria, quantomeno in termini assoluti, alle elezioni politiche del 4 marzo. Primo punto: tutta la coalizione andrà, molto probabilmente con una delegazione unitaria, al Quirinale per fare il nome di Matteo Salvini come premier designato per tentare di formare un governo. Non a caso il leader della Lega ha smesso i panni del rivoluzionario per vestire quelli istituzionali dosando le parole e aprendo addirittura ad una, presunta, "sinistra che guarda alla Lega". Secondo punto: il Centrodestra sosterrà la candidatura di Roberto Calderoli alla presidenza del Senato, mentre per la Camera tutto è ancora in alto mare.

Fin qui le (quasi) certezze, poi il caos totale. A Montecitorio per avere la maggioranza assoluta alla coalizione Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia mancano 60-70 deputati, a Palazzo Madama invece ne basterebbero 25-30. Troppi per poter pensare ad uno scouting nelle file del Pd. "Non c'è soluzione, purtroppo", ammettono a denti stretti sia dal Carroccio sia nel quartier generale degli azzurri. Nell'incontro ad Arcore di lunedì scorso Berlusconi ha accettato di sostenere la candidatura di Salvini a Palazzo Chigi durante le consultazioni da Mattarella, rispettando quindi gli accordi pre-elettorali, in cambio della chiusura senza se e senza ma a qualsiasi ipotesi di dialogo con i 5 Stelle di Luigi Di Maio.

D'altronde fonti leghiste spiegano che Salvini "non ha alcuna intenzione di andare a fare il numero due dei grillini quando può giocarsi la partita del leader di Centrodestra, anche e soprattutto in vista del possibile ritorno alle urne in tempi brevi". Chiusa la porta verso il M5S, resta il Partito Democratico. Ovvero quello di Matteo Renzi, per ora ancora segretario, che Salvini ha definito "nemico numero uno" per tutta la campagna elettorale. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, ambienti di Forza Italia avrebbero già iniziato a testare singoli parlamentari dem per capire se ci sono o meno le possibilità di una convergenza. E i risultati sono "assolutamente deludenti".

Con Salvini premier "al massimo, essendo ottimisti, riusciremmo a convincere una decina di deputati e un cinque senatori a trattare con il Centrodestra", confida un'autorevole fonte di FI. Ma il quadro non sarebbe molto diverso se il candidato premier fosse una figura più moderata, ad esempio Roberto Maroni (che comunque Salvini non accetterebbe mai), con "al limite 15-20 deputati e 8-10 senatori del Pd pronti a dialogare con noi". La maggioranza resta quindi lontanissima. E' vero che da qui al 23 marzo, primo appuntamento con la riunione delle Camere per l'elezione dei presidenti, ne deve passare ancora di acqua sotto i ponti. Ma al momento e salvo improbabili colpi di scena il governo Salvini, anche se ricevesse l'incarico dal Capo dello Stato, è destinato a restare sulla carta e a non nascere.

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