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Politica
Circeo, la Lega boccia il nome di Costa. Ministro: partiti fuori dalle nomine


Il governo si spacca in commissione Ambiente al Senato sul nome per la presidenza del parco del Circeo. La Lega ha votato contro la proposta del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che aveva messo in votazione il nome del generale Andrea Ricciardi. In 13 hanno votato contro, 7 sono invece stati i voti favorevoli e 2 gli astenuti. Per il questore leghista e componente della commissione Ambiente, Paolo Arrigoni, il no è dovuto a una “questione di metodo” ma il Carroccio chiederà chiarimenti, durante il question time, al ministro per l’Ambiente e parla di “scelte irrituali” allargando il campo ad altre nomine, dal parco dei Monti Sibillini fino all’Aspromonte.

Costa però si è sfogato dopo la bocciatura del generale, a capo dei Forestali, lo stesso corpo al quale apparteneva il ministro: “Non accetteremo diktat e respingeremo i tentativi di far nominare persone non adeguate a questo ruolo così importante e delicato – ha detto – La politica ha il compito di nominare i migliori presidenti per la loro gestione e i partiti devono restarne fuori“. La vicenda non si limita al solo Circeo, insomma: “Stiamo procedendo alle nuove nomine dei presidenti, come ampiamente annunciato – ha proseguito Costa – Stiamo valutando decine di curricula, e la logica per la scelta e per procedere alla nomina è una sola: la massima competenza, unita al massimo rigore”.

Arrigoni aveva spiegato che “prima della seduta è stato anticipato in modo informale la non condivisone del metodo sulla proposta di candidatura” precisando di non avere “nulla da dire sulla persona del candidato del ministro Costa” ma, aggiunge, “di fronte all’alternativa di rinviare o mantenere la seduta è stata optato per la seconda e noi abbiamo confermato quanto avevamo anticipato. Il risultato della votazione è stato una conseguenza“. Poi in radio si era spinto fino alla questione trivelle contenuta nel dl Semplificazioni: “Non condividiamo il metodo anche in quel caso”, ha detto.

Ma è nel testo del question time della Lega a Costa che viene spiegata la vera ragione che ha spinto una parte della maggioranza a bocciare la proposta del governo. Il Carroccio punta il dito contro le modalità di quanto “è avvenuto presso il parco dei Monti Sibillini con l’annuncio della nomina del presidente”, chiedendo chiarimenti al ministro, in quota M5S, sulle candidature proposte per alcuni enti parco italiani. “Modalità irrituali”, vengono definite. E quindi la Lega chiede: “Quali azioni e provvedimenti urgenti intenda assumere per completare al più presto la governance degli enti parco nazionali”, riferendosi anche ad altre realtà. “Dalle Cinque Terre all’Aspromonte, passando per le Dolomiti bellunesi e la Val d’Angri – attaccano dal Carroccio – una linea continua di inefficienza amministrativa e inerzia politica attraversa l’Italia”.

“Stupita” si dice la senatrice pentastellata Patty L’Abbate, capogruppo della commissione Ambiente. “Si è votato contro una personalità di altissima caratura professionale e con un curriculum dal valore indiscutibile. Francamente non vediamo il senso di questo dietrofront da parte della Lega che resta per noi inspiegabile“, spiega. “Stiamo parlando – aggiunge la senatrice M5s – di un generale di corpo d’armata, insignito commendatore della Repubblica e che ha ricevuto dalla regina Elisabetta uno dei più alti riconoscimenti in ambito militare”. Il Movimento 5 Stelle, conclude, “sceglie con meritocrazia, competenze e background”.

“La Lega ha votato contro la proposta del ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Nonostante l’indiscutibile profilo del candidato, ancora una volta la maggioranza si conferma spaccata su tutto”, dice il capogruppo del Pd in commissione, Andrea Ferrazzi. “È ormai evidente – aggiunge – che ogni qualvolta si tratta di definire una linea politica su temi delicati come l’ambiente e lo sviluppo, la maggioranza non regge”.

Esulta Forza Italia: “Tutto il centrodestra, Lega compresa, ha votato compatto. E il parere è stato contrario. Si tratta di un dato politico di non poco conto”, scrivono in una nota congiunta i senatori azzurri in commissione. “Il centrodestra non ha condiviso il metodo della scelta del nuovo presidente del Parco – aggiungono Virginia Tiraboschi e Alessandra Gallone, Urania Papatheu e Alfredo Messina – Sono state evidenti le divergenze all’interno del governo e noi di Forza Italia abbiamo contribuito a farle emergere con assoluta chiarezza”.

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