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Politica
Pil, Pd "deluso". Per la Lega "l'Italia tornerà in recessione"


 

Doccia fredda dall'Istat. Il Pil italiano del quarto trimestre 2015 ha registrato una crescita molto debole, solo dello 0,1%, inferiore alle aspettative.

Che cosa ne pensano i politici di maggioranza e opposizione? Affaritaliani.it ha intervistato dieci esponenti di primo piano raccogliendo così il parere di tutti i principali partiti. Ecco le risposte:

Antonio Misiani (deputato del Pd): "E' un dato deludente, l'economia italiana purtroppo è ancora fiacca e la ripresa è nettamente al di sotto di quanto sarebbe auspicabile. E' l'ulteriore conferma di quanto sia stato giusto varare una manovra economica espansiva per il 2016".

Nicola Latorre (senatore del Pd): "Questo dato va letto nel contesto generale di ciò che sta accadendo in tutto il mondo. L'importante è mantenere il segno positivo, confidando in un cambio di linea della politica economica europea che metta tutti nelle condizioni di superare questo momento. Ripeto, è fondamentale mantenere il segno positivo, tenendo conto che le difficoltà riguardano l'intero panorama economico mondiale, perfino dagli Stati Uniti arrivano notizie non incoraggianti. E quindi questo dato deve essere molto contestualizzato e questa situazione non deve lasciarci tranquilli, ma al tempo stesso non deve nemmeno scoraggiarci, perché la rotta intrapresa dal governo Renzi è certamente quella giusta".

Maurizio Sacconi (senatore di Ncd-Area Popolare): "Abbiamo la conferma delle previsioni per il 2015, però con un quarto trimestre che fa pensare a un 2016 difficile, nel quale il sostegno della domanda esterna dovrebbe essere compensato dalla ripresa di quella interna. Ripresa che, però, allo stato nel quarto trimestre del 2015 non si è vista".

Giovanni Mottola (deputato di Ala): "La crisi mondiale si fa sentire. C'è certamente il discorso nostro con l'Italia debole, ma in un contesto di un'economia mondiale sempre più fiacca. C'è una ripresa modesta, ma la verità è che non siamo ancora usciti dalla crisi".

Mattia Fantinati (deputato del M5S): "Ci aspettavamo un Pil più alto dopo che è stata introdotta tante liquidità interno dell'Ue. Poi l'euro così basso favorisce le nostre espoertazioni. Renzi si è preso i meriti di una crescita che non è sua ma è generata da fattori esterni e ora i nodi stanno venendo al pettine. Resta il fatto che con fattori esterni molto favorevoli abbiamo una crecita italiana lentissima e quasi stagnante".

Maurizio Gasparri (senatore di Forza Italia): "Renzi racconta frottole, purtroppo lo sapevamo e non ce ne meravigliamo. Siamo tristi per l'Italia, visto che le cose vanno male, e attendiamo la 'Renziexit'".

Claudio Borghi Aquilini (responsabile economico della Lega Nord): "E' l'ultimo trimestre positivo che vediamo, perché poi saremo in recessione. Posso scriverlo anche senza avere previsioni econometriche ma semplicemente con il buon senso. Nel 2016 altro che Pil oltre l'1%, come prevede il governo, saremo in recessione, come ho già detto nei mesi scorsi e ribadisco".

Carlo Fidanza (responsabile Enti Locali di Fratelli d'Italia-An): "La tanto decatanta ripresa di Renzi non esiste. Nonostante uno scenario globale molto favorevole - petrolio, euro e QE -, noi siamo il paese che cresce di meno. E le turbolenze sui mercati sono dovute anche al fatto che non è stato ritenuto credibile il piano di garanzia pubblica per le sofferenze bancarie. Insomma, c'è un paese reale che continua a soffrire e poi c'è un paese immaginario di Renzi a cui non crede più nessuno".

Raffaele Fitto (leader dei Conservatori e Riformisti): "Lo diciamo da mesi e i dati purtroppo lo confermano. Renzi resta inchiodato allo 'zero virgola', altro che ripresa. E per due volte - a fine 2014 e a fine 2015 - ha bocciato gli emendamenti che noi Conservatori e Riformisti abbiamo presentato per un supertaglio di spesa e tasse. Ma Renzi ha detto 'no' a un vero taglio fiscale, ha detto no a una vera spending review, e ora raccoglie quello che ha seminato".

Alfredo D'Attorre (deputato di Sinistra Italiana): "Il governo Renzi si è vantato per mesi e addirittura, per la prima volta, le previsioni erano state corrette al rialzo. Qui invece è evidente la totale delusione, non solo non c'è stato l'1% di cui si era parlato ma nemmeno lo 0,9% scritto nel Def. Non solo, il Pil nel quarto trimestre è stato addirittura sotto la previsione dello 0,7%. Penso che il governo debba prendere atto dell'insuccesso della sua politica economica ed europea e cambiare strada. Dico con chiarezza che se il governo dicesse con onestà 'prendiamo atto che il Jobs Act e le riforme chieste dall'Europa non hanno prodotto i risultati positivi sperati' e quindi riconoscesse la necessità di cambiare rotta, aprendo una vertenza vera con l'Europa, credo che in Parlamento tutte le forze sane che vogliono bene all'Italia sarebbero disponibili a sostenere un governo che facesse questo. Ovvero che chiedesse all'Europa due cose nette e chiare: sospensione del 'bail in' e introduzione di un sussidio europeo contro la disoccupazione".
 

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