Congresso Pd, "dialogo con il M5S, no a Berlusconi. No al partito della ztl"
Pd, Gabriele Messina ad Affaritaliani.it: "Ecco perché sto con Boccia"
Gabriele Messina
Congresso e primarie Pd, intervista di Affaritaliani.it a Gabriele Messina, ultimo coordinatore milanese dei Ds e primo coordinatore cittadino del Pd che ha deciso di sostenere la candidatura di Francesco Boccia.
Perché ha deciso di sostenere la candidatura di Francesco Boccia alla segreteria del Partito Democratico?
"Innazitutto devo dire che mi convince una cosa in particolare della sua proposta: non possiamo essere il partito dell zona ztl. Le ultime elezioni e anche le precedenti consultazioni hanno dimostrato che il Pd ottiene migliori risultati dove si sta meglio. Va bene vincere in centro, ma resta il fatto che abbiamo un grandissimo problema nella parte del Paese dove la gente non sta bene".
E...
"Penso che oltre ai 3 o 2 candidati cosiddetti principali, vedremo quanti saranno alla fine, sia giusto avere in campo anche la proposta di Francesco (Boccia, ndr). Non possiamo avere solo candidati che arrivano dal gruppo dirigente dei Democratici di Sinistra, e lo dico con rispetto visto che anche io provengo dai Ds".
Che cosa accadrebbe se nessuno dei candidati arrivasse al 51%?
"Quello che è previsto dal regolamento. L'assemblea e i delegati costruiranno una maggioranza per eleggere il segretario. L'importante è che non sia una compravendita o, tra virgolette, un mercato delle vacche, ma che al centro si metta la politica. La politica è anche arte del compromesso. Se ci sarà un accordo sui temi programatici bene, e andrà rivendicato, se invece fosse il mercato delle vacche sarebbe un grave errore".
Che ruolo ha oggi Renzi nel Pd?
"Io ho sostenuto Renzi nella campagna per diventare premier e poi come segretario. Al di là del suo ruolo oggi, che non saprei definire, ricordo che diceva sempre due cose importanti e condivisibili. La prima: quando si perde non si scappa con la palla, l'ha sempre affermato e sono perfettamente d'accordo. Secondo punto: Renzi è sempre stato convinto e ha sempre detto che non esistono elettori propri o nostri, ma persone libere. In sostanza, mai cadere nell'autoreferenzialità pensando che qualcuno sia in possesso di un pacchetto di elettorato. Poi, siccome gli elettori sono liberi, te la fanno pagare".
Giusto aprire ad un'alleanza di governo con il M5S qualora cadesse questo governo?
"La politica è coraggio e bisogna metterci la faccia. Occorre ragionare in base allo scenario attuale. Il cambiamento della legge elettorale non è all'ordine del giorno e il Pd al momento di certo non può ambire al 51% dei voti. Quindi, o si resta all'opposizione a vita, o si fa un ragionamento per sparigliare. I 5 Stelle sono un movimento, e non un partito, e hanno al loro interno tantissime anime diverse tra loro. Il dialogo va fatto sulla politica e su ciò che dicono gli elettori, visto che non sono proprietà privata di nessuno. Il Pd ha perso molti voti verso il M5S e tra loro c'è chi ha principi forti sul tema dell'accoglienza, punto sul quale il Pd non può e non deve cedere. Nel M5S non la pensano tutti come Di Maio su questo argomento. Se le forze politiche sono queste, poi speriamo ce ne siano delle altre, il Pd deve fare un ragionamento sulle alleanze partendo proprio dal M5S".
Perché non con Berlusconi?
"Credo che non si possa fare, anche perché sarebbe perdente. E' una battuta ma i numeri lo dimostrano. Io sono garantista e non ce l'ho con Berlusconi per le sue vicende giudiziarie, ma da qua a chiedergli scusa ce ne passa. I governi Berlusconi hanno tenuto bloccato il Paese".
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