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Politica
Congresso Pd: il candidato che vuol cambiare pagina e rilanciare i dem romani

Soffia aria nuova nel Pd capitolino. Il congresso che vedrà eleggere il segretario della federazione romana del Partito Democratico è fissato per il 25 giugno prossimo, una scadenza soffocata dalle diatribe sulla legge elettorale e dal ritorno di Matteo Renzi sulla scena politica attiva dopo il trionfo alle primarie. Una scadenza tuttavia importante per il Pd, che a Roma ha un bisogno estremo di rinnovamento dopo le controversie del "caso Marino" e l'avvento della giunta Raggi e del M5s alla guida della Capitale.

A portare una ventata di aria nuova, ma con seria determinazione a rilanciare il Pd come principale forza di opposizione ai grillini, opposizione al momento un po' offuscata, è il ventisettenne Livio Ricciardelli. Laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, giornalista pubblicista e collaboratore del Post, consigliere municipale dal 2013 prima con Ignazio Marino e ora con la giunta Raggi, Ricciardelli è il più giovane degli eletti in Primo Municipio, dove risulta attivissimo nelle politiche sociali e in materia di commercio.

Consigliere Ricciardelli, qual è il motivo principale che la spinge a candidarsi alla Segreteria romana del Pd?

Mi candido perché penso che, per come si delinea il partito a Roma, vi siano iscritti che non hanno alcuna cittadinanza nel processo democratico interno del partito. La linea da seguire sembra definita da 4 o 5 capicorrenti dalla dubbia legittimità, che si riuniscono e prendono decisioni che dovrebbero riguardare anche chi non si riconosce in alcuna corrente e vuole soltanto fare politica.

Le sue sono parole forti. Come pensa di sbloccare la situazione che ci ha descritto?

Se eletto segretario, mi impegno a convocare la futura direzione romana del partito almeno una volta al mese. Così come il forum degli amministratori del Pd. Sono consigliere municipale da quattro anni: possibile che nessun dirigente politico del mio partito da cui milito sin dalla fondazione mi abbia mai contattato anche solo per rimproverarmi? No, noi releghiamo tutto ai capicorrente. Ma pensiamo sinceramente che il tema dell'opposizione alla giunta Raggi si possa risolvere con un forum degli amministratori locali del Pd?

A tal proposito, cosa ne pensa dell'opposizione del Pd romano alla giunta Raggi, la ritiene incisiva?

Per niente. Ad oggi la nostra opposizione alla giunta Raggi è del tutto assente. O almeno non è minimamente percepita da gran parte della cittadinanza. Perché non fare asse con tutti gli amministratori Pd e lanciare campagne comuni nei singoli municipi? Pensiamo a quale forza potrebbe assumere la nostra opposizione alla giunta pentastellata se in una settimana tutti i consiglieri municipali del Pd presentassero lo stesso ordine del giorno contro la giunta comunale, per esempio, sul tema dei rifiuti. Anche a livello comunicativo, sarebbe un messaggio di decentramento immenso. Questo permetterebbe anche di evitare polemiche come quelle che si sono scatenate recentemente con la storia di Matteo Renzi News. Per quanto mi riguarda, tutti gli iscritti devono poter essere coinvolti nel processo decisionale. Penso sia questo il modo più efficace di comunicare per una federazione cittadina: sul territorio.

Una domanda cattiva: alla luce delle sue dichiarazioni, possiamo dire che la sua sia una candidatura "rottamatrice"?

Non proprio. Io semplicemente intendo rappresentare tutti quegli iscritti e quei militanti del partito che oggi non sono strutturalmente rappresentati da un partito che divide il processo decisionale tra correnti che non significano nulla dal punto di vista culturale. A mio modo di vedere, gli unici dirigenti del Partito Democratico a Roma dovrebbero essere i coordinatori di circolo (grande risorsa che spero di coinvolgere in questo percorso), gli amministratori locali e i membri degli organismi dirigenti (direzione, segreteria, ecc.). Non i portaborse, che spesso decidono su tutto in maniera organizzativamente discutibile.

Si può dire quindi che la sua sia una candidatura mirata a dar voce a chi non si sente rappresentato, a chi percepisce il partito democratico "lontano" e distaccato...

Esatto. Se mi candido lo faccio anche per tutti gli iscritti, le ragazze e i ragazzi che intendono dedicare il loro tempo e il loro sapere, le loro conoscenze e capacità, a una causa ben precisa e che io ritengo nobile. Quella del Partito Democratico della loro città, adesso così maltrattata da un'amministrazione che si è rivelata fallimentare sotto ogni punto di vista. Quanto ai ragazzi e alle ragazze che vogliano impegnarsi in prima persona per la nostra Capitale, sono disposto ad accogliere le loro istanze di questi giorni e candidarli nelle mie liste in sostegno alla mia candidatura per l'assemblea romana.

In questi giorni si parla di legge elettorale, di elezioni forse prossime... lei pensa che il Pd possa vincerle?

Decisamente sì. Ritengo che il Pd abbia tutte le carte in regola per vincere le elezioni politiche. La sfida è dura, ma la forza della politica arriva laddove non possono le formule elettorali. Con un partito forte e strutturato, soprattutto a livello romano, questo risultato sarà ancor più alla portata. E io vorrei impegnarmi per questo.

 

 

 

 

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