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Politica
Così Di Maio si riprende il mazzo. Governo, ora è lui a dare le carte

Luigi Di Maio ha oggi dichiarato che per il caso SiriSalvini l’ha presa sul personale”, mentre si tratta di una situazione squisitamente politica. Ed infatti è proprio così.

Non sarebbe pensabile che un partito come i Cinque Stelle (eredi di Italia dei Valori) consideri secondaria la questione della giustizia e dell’onestà e non perché Siri non sia -come vuole la Costituzione- innocente fino al terzo grado di giudizio, ma proprio perché il Dna del Movimento si basa su questa idee e non può per nessuno motivo tentennare.

Salvini replica che Virginia Raggi è “indagata da anni” e sta sempre al suo posto ma il paragone non regge perché la sindaca di Roma non è affatto indagata per un reato così grave come la corruzione come è per Siri. Invece, quando questa accusa ha riguardato il presidente del Consiglio comunale Marcello De Vito, Di Maio lo ha cacciato dal Movimento in trenta secondi. Questi sono fatti e i fatti sono duri da piegare alla propria visione del mondo e non possono scomparire con la qualche magia dialettica.

Il capo politico del M5S non può infatti permettersi cedimenti su questo piano e se prima per una sorta di quieto vivere aveva tollerato ora la musica è cambiata. Il capo leghista se ne è accorto tanto che in meno di un mese (dal 19 aprile al 9 maggio) in un sondaggio di Pagnoncelli pubblicato oggi dal Corriere della Sera la Lega perde il 6% e i Cinque Stelle guadagnano il 2.6%.

Ora la distanza tra i due alleati di governo e ridotta solo a 6 punti (30.9 contro il 24.9), un risultato ottimo considerando che i Cinque Stelle tradizionalmente hanno meno consensi alle Europee rispetto alle elezioni politiche.

Di Maio ha completamente invertito la strategia circa due mesi fa e da allora è stata una contrapposizione continua e puntuale con Salvini praticamente su tutto. Una contrapposizione che è culminata con una vittoria simbolica di elevato valore e cioè la defenestrazione del sottosegretario Armando Siri.

Di Maio ha preso coscienza del fatto che l’alleato faceva la voce grossa, ma che non avrebbe mai rotto il patto di governo e a quel punto ha inserito la freccia recuperando (sempre nei sondaggi) il terreno perso e facendo valere i rapporti di forza cristallizzati dal voto del 4 marzo che lo premiano nettamente.

Il leder pentastellato ha anche trovato, anzi scoperto, un Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sempre più maturo e conscio del proprio ruolo di mediatore tanto da dichiarare al quotidiano spagnolo El Paìs: "È un'illusione ottica che sia il ministro dell'Interno a comandare".

Di Maio oggi ha anche avuto anche parole di apprezzamento per il Presidente della Repubblica Mattarella dicendo che con il senno di poi non ne avrebbe mai richiesto l’impeachment e in un post mattutino pubblicato sul suo profilo Facebook ha scritto riguardo ai 36 migranti salvati dalla Marina Militare:

"Senza urlare o sbraitare, senza minacce al mondo, in poche ore, grazie soprattutto al lavoro del presidente Conte, siamo riusciti a salvare la vita a quelle persone e a fare in modo però che ad occuparsene non fosse nuovamente l'Italia, ma l'Europa!... Se quando nasce un problema il tuo primo pensiero non è risolverlo, ma finire sui giornali, allora c'è qualcosa che non va".

Stiamo dunque assistendo allo svolgersi della cosiddetta “fase 2” per i Cinque Stelle che hanno ripreso forza e vigore dopo un periodo di crisi dovuto alla troppa libertà d’azione lasciata all’alleato padano che ora appare disorientato e spaesato, come un pugile sotto i colpi implacabili dell’avversario.

 

 

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