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Politica
Crisi Governo, "Eliminare Salvini": in Senato prove tecniche d'alleanza Pd-M5s

Al Senato, nella lunga giornata delle dimissioni di Giuseppe Conte, è l'ex alleato Matteo Salvini il capro espiatorio dei discorsi dell'ex Primo Ministro e degli esponenti grillini. 

Salvini è anche il principale protagonista delle requisitorie di Matteo Renzi e dei senatori del Partito Democratico, e sono solo Forza Italia e Fratelli d'Italia a concentrare le cartucce sui pentastellati e sulla loro apparente amnesia selettiva che fa dimenticare loro di aver governato con il "mostro" leghista per oltre un anno, e per molti mesi apparentemente d'amore e d'accordo.

I discorsi dei dem e dei pentastellati, se analizzati con attenzione, presentano anche una peculiare particolarità: l'attenzione a non offendersi troppo a vicenda, a non attaccarsi oltremodo, a evitare insulti, ingiurie e invettive reciproche. Linea di condotta piuttosto inusitata, visto che fin dal 2013, nelle sedute parlamentari, le due fazioni non si sono mai risparmiate colpi, strali, frecciate, attacchi più o meno violenti.

Si palesa dunque, nel novello bon ton istituzionale tra dem e 5 stelle, il tentativo (non facile) di trovare un accordo fra le due forze politiche per evitare il ritorno al voto cercando di costruire una maggioranza di governo alternativa, una nuova chimera giallo-rossa che sostituisca quella giallo-verde, deceduta ufficialmente ieri pomeriggio (e clinicamente morta il 26 maggio 2019). 

Salvini, dunque, secondo un meccanismo tipico della psicologia dei gruppi, diventa il nuovo nemico esterno da abbattere ed eliminare così da consolidare l'alleanza tra ex nemici. La distruzione del leader del Carroccio diviene terreno comune sul quale costruire un nuovo percorso politico e concentrare l'offensiva in rete (che fino a pochi giorni fa, e per molti anni, aveva visto fan grillini e fan piddini dilaniarsi a vicenda senza esclusione di colpi).

Parallelamente alla novella corrispondenza di amorosi sensi tra Pd e 5 Stelle, si evidenzia il sostegno di Forza Italia e Fratelli d'Italia all'ex vicepremier e Ministro dell'Interno, in vista di una possibile coalizione elettorale in caso di ritorno al voto, o comunque di un fronte comune qualora nascesse un Conte bis o una delle varie possibili forme di nuovo esecutivo. Un nuovo esecutivo il cui elemento fondante è principalmente il timore nei confronti di Matteo Salvini e il tentativo d'impedire alla Lega (o a un possibile Centrodestra riunito) di vincere le elezioni. Un progetto che potrebbe avere come effetto collaterale una scissione nel Pd (tra i renziani disposti a un'alleanza di governo con "chi ci sta" e gli zingarettiani che invece vogliono tornare al voto) e nel M5s (tra i grillini come Elio Lannutti e Gianluigi Paragone, avversi all'intesa con i dem, e altri invece favorevoli perfino a ingoiare il rospo renziano pur di proseguire l'avventura di governo).

Prove tecniche di flirt tra ex nemici giurati che hanno come cemento la "character assassination" di Salvini, bambolina Voo-Doo sulla quale infierire sperando di far dimenticare, da una parte e dall'altra, anni di sanguinosa guerra sui social e nelle aule parlamentari tra coloro che un tempo si apostrofavano a vicenda come "piddioti" e "grullini". Salvo poi rivoluzionare di nuovo tutto nel momento in cui dovesse scoppiare nuovamente la pace tra Lega e M5s, costringendo tutti quanti all'ennesima, tragicomica, offensiva verso il popolo italiano, inversione a U. 

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