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Politica
Crisi, il D-Day del governo gialloblù. Il Colle chiederà di scoprire le carte

Con le comunicazioni di Giuseppe Conte all'aula del Senato entrera' nel vivo la crisi, aperta ai primi di agosto sul piano politico ma non ancora sul piano istituzionale. Sergio Mattarella rientrera' al Quirinale dopo aver tenuto discreti contatti informali in questi giorni e seguira' il dibattito del Senato dal suo studio, pronto a ricevere il premier se questi dovesse in qualunque momento chiedere di salire al Colle per un confronto o, incassato o meno un voto, per comunicare la sua intenzione di dimettersi. Da quel momento tutto e' pronto, se servira' e il governo non avra' ritrovato una sua compattezza, per un rapido giro di consultazioni che potrebbe cominciare gia' mercoledi' 21.

l presidente emerito Giorgio Napolitano molto probabilmente verra' consultato senza che debba spostarsi a Roma, poi i presidenti delle Camere e infine i capigruppo dei partiti, accompagnati dai leader di partito, se lo ritengono necessario. A tutti Mattarella chiedera' di dichiarare le loro intenzioni finalmente a carte scoperte.

Sbaglia chi si attende dal Presidente un pronunciamento o una predilezione per questo o quel percorso: mai come in questa occasione il suo ruolo sara' quello di arbitro super partes, pronto a registrare i diversi intendimenti, ma determinato a non farsi tirare per la giacca in un dibattito assai confuso. Se ci sara' una maggioranza parlamentare che chiede il voto, si scioglieranno le Camere valutando, se richiesto e possibile, la nascita di un governo esclusivamente elettorale. Se invece la maggioranza dei partiti chiedera' di provare a formare un governo, il Presidente ne prendera' atto qualunque sia la geometria che si verra' a creare, come e' suo dovere costituzionale, e potra' anche concedere qualche giorno per raggiungere un'intesa su nome del premier, ministri e programma.

Di certo non sara' il Capo dello Stato a indicare quali sono i temi da affrontare: sono sotto gli occhi di tutti e hanno anche delle scadenze ben precise, a cominciare dalla manovra per il 2020. Nessuna fretta, dunque, se ci sara' in campo una proposta solida, ma nemmeno traccheggiamenti se invece si capisse che le idee sono sommamente confuse. Dal Colle le ultime ore sono apparse nuovamente nervose, con aprirsi e chiudersi di porte e di comunicazioni tra i diversi partiti e l'impressione che tutto sia ancora possibile: solo dopo che Conte prendera' la parola comincera' a diradarsi la nebbia, spesso tattica, e si capira' quale strada prendera' la crisi.

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