Politica
Cultura e turismo: un binomio inscindibile, 2018 numeri da record

Sono incoraggianti i dati diffusi di recente dal Centro Studi Turistici di Firenze
di Mario Tocci (avvocato e docente universitario)
Cultura e turismo: un binomio inscindibile, 2018 numeri da record
Sono sicuramente incoraggianti i dati diffusi di recente dal Centro Studi Turistici di Firenze e dall’Assoturismo di Confesercenti in coincidenza con l’inizio delle attività di promozione della ventitreesima edizione della Borsa del Turismo delle cento città d’arte e dei borghi d’Italia, in programma a Bologna dal 30 maggio all’1 giugno prossimi. In particolare nelle città d’arte sono arrivati, nel corso del 2018, poco più di quarantaquattro milioni di turisti (con un incremento di seicentomila unità rispetto al 2017).
Cultura e turismo: un binomio inscindibile
L’indotto economico generato da questo flusso é molto rilevante e coinvolge non soltanto le imprese precipuamente impegnate sul fronte della ricettività ma anche le aziende di altri comparti (artigianato, ristorazione, comunicazione, ecc.). E per il 2019 le previsioni sono ancora più rosee ed incoraggianti. Basti pensare che, ad esempio, sulla scorta di un autorevole studio condotto dalla Confartigianato, dovrebbero sbarcare nel Bel Paese un milione di turisti cinesi in più così da generare un introito di circa un miliardo e mezzo di Euro. Tuttavia bisogna far tesoro della consapevolezza della non autoreferenzialitá del patrimonio culturale (e paesaggistico).
Cultura e turismo: un binomio inscindibile
L’attrattiva dei visitatori è ineludibilmente connessa con l’organizzazione di campagne di valorizzazione ben programmate nonché atte ad incidere in modo significativo nei mercati maggiormente permeabili e mercé coinvolgimento degli stakeholders più sensibili. Nondimeno risulta imprescindibile la costruzione di autentiche alleanze con le compagnie di trasporto onde plasmare dei veri e propri sentieri del turismo culturale. Il tutto sulla base di riferimenti temporali che non tengano conto in via esclusiva della stagione estiva ma si attaglino a qualsivoglia periodo dell’anno: é il cosiddetto fenomeno della “destagionalizzazione”. Soltanto quando gli amministratori pubblici si avvederanno dell’inscindibilità del binomio tra patrimonio culturale (e paesaggistico) e turismo indi dell’inesattezza dell’antica credenza popolare secondo cui con la cultura non si mangia, i nostri territori sfrutteranno davvero appieno le proprie intrinseche notevoli potenzialità.