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Politica
Referendum/ Il gran ritorno di D'Alema, l'unico che può rottamare Renzi-Boschi

di Carlo Patrignani

Presto presenteremo le nostre proposte alternative alla "pasticciata" riforma costituzionale "scritta con i piedi" dal Governo e dal suo Premier Matteo Renzi. E' per esser di parola Massimo D'Alema domani insieme ai costituzionalisti del Comitato del No e ad altri parlamentari, renderà ufficiale "il ddl di riforma costituzionale" elaborato dalla sua associazione Italiaeuropei e da Magna Charta di Gaetano Quagliarello.

Le proposte alternative che, a differenza della riforma Boschi-Renzi, non riducono "gli spazi della sovranità popolare" e non consegnano, "un futuro Parlamento di nominati al controllo di un capo", riguardano in particolare la riduzione del numero dei parlamentari sia alla Camera (di 200 unità) che al Senato (di 100 unità) e la loro elezione a suffragio universale, vale a dire saranno tutti eletti con il voto popolare. 

Nel corso della presentazione del ddl costituzionale, "si discuterà anche di altri aspetti del testo Renzi-Boschi - si precisa in una nota - dal bicameralismo al procedimento legislativo, dal Titolo V al metodo della riforma, evidenziandone le criticità ed esaminando possibili alternative". 

Oltre alla riduzione secca dei parlamentari, ci dovrebbero essere anche l'istituzione di una 'camera di conciliazione', come negli Usa, per evitare la 'navetta' tra Camera e Senato e la fiducia al Governo per la sola Camera. 

D'Alema non arretra di un millimetro dal suo No alla "pessima" riforma costituzionale Boschi-Renzi che "va respinta", anzi, vivo e sferzante come e più del solito, rilancia convinto che l'unico modo certo per rifare la legge elettorale, l'Italicum, è la vittoria il 4 dicembre del No al referendum. 

"Di solito ai plebisciti si vota No perchè i plebisciti - ha detto a Ravenna nella 'rossa' Emilia Romagna, dove il Pd ha smarrito 500 mila elettori alle scorse regionali - sono sempre una sorta di investitura populista. E il populismo è una brutta bestia quando viene dal basso, ma se viene dall'alto lo è ancor di più".

L'attacco a Renzi non poteva non arrivare all'Italicun, la legge elettorale ideata per far vincere il Partito della Nazione ma che, se si votasse ora, rischierebbe, invece, di consegnare l'Italia a Grillo e al Movimento 5 Stelle. 

"Sono dei geni quelli che hanno ideato questa legge elettorale e - ha aggiunto - sono gli stessi geni che hanno scritto la nuova Costituzione. E poi ci vengono a dire che se vince il No noi diamo l'Italia ai 5 Stelle. E' Renzi che lo ha già fatto a Roma e a Torino. E' Renzi che ha perso tre milioni di voti al Pd dalle elezioni europee del 2014 ad oggi. E' Renzi che ha trattato come un ladro di polli un galantuomo come Marino e ha fatto vincere la Raggi".

Insomma, il Pd di Renzi ha lasciato per strada, si è distaccato da un bel pezzo dei suoi elettori e del 'suo popolo' e ora cerca consensi altrove. 

"E' del tutto evidente - ha concluso D'Alema - che se vince il Sì l'Italicum non si toccherà, mentre se vince il No il Parlamento sarà costretto a varare una nuova legge elettorale migliore dell'Italicum, che è una brutta legge elettorale e non permette neanche di eleggere i propri deputati".

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d'alema renzi boschi





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