D'Alema si fa la fronda

D'Alema, da una delle tante feste dell'Unità (quella di Vicenza) lancia un nuovo attacco al premier Renzi: la costituzione dei comitati al no al referendum e un meeting romano per il 5 settembre per la costituzione dei comitati per il no territoriali.
In effetti, la cosa era nell'aria ma il quesito riguardava più che altro chi ci stava e cioè se la sinistra Pd avrebbe aderito; la risposta del gotha è no forse con la sola eccezione di Miguel Gotor.
Quindi l'azione dell'ex premier pare isolata e questo gli fa perdere sicuramente efficacia degnandola forse a ripicca personale. Se così fosse non potrebbe certo avere gambe lunghe per provocare reali danni a Renzi. Se invece, cammin facendo, si rafforzasse e si irrobustisse la partecipazione politica e magari sindacale le cose cambierebbero perché potrebbe divenire un vero centro attrattore della protesta politica a sinistra e dentro il Pd.
Molto dipenderà da cosa faranno i sindacati ma soprattutto quella CGIL della Camusso con cui Renzi è apertamente in ostilità; se si dovesse effettivamente saldare un inedito asse D'Alema - Camusso impensabile solo qualche anno fa, allora la cosa diverrebbe complicata per il premier Renzi perché poi in seguito aggregherebbe la sinistra interna del Pd magari non paga della sola "poltrona" Errani sulla ricostruzione di Amatrice. Certo che è un fatto strano che dentro il suo stesso partito Renzi abbia una opposizione formale e strutturata e poco serve che D'Alema stesso citi il comunista Concetto Marchesi latinista e intellettuale-  che "votò no per la costituzione" in epoca togliattiana. Resta un'anomali evidente e macroscopica a cui ci si sta stranamente abituando.
D'Alema, da perfido "comunista", non risparmia neppure la solita barzelletta nostalgica a Renzi.
In epoca sovietica -dice D'Alema- ci si poneva una domanda teorica: "cos'è il deviazionismo?". Risposta: "È andare dritti quando la linea va a zig zag. Ecco, io sono un deviazionista".