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Politica
Pd, il ritorno in campo di Walter. Ma non risolve il problema Mdp

Valter Veltroni al decennale della fondazione del Partito Democratico è apparso nell’elegante veste di consigliere del principe, lui che fu Principe e Re; ruolo questo che gli promette future glorie in caso di vittoria e comunque un ritorno istituzionale forte, magari, in caso di sconfitta, come Presidente della Camera. Veltroni è sceso in campo per Renzi che oggi inizia la sua campagna elettorale; un tragitto lungo e faticoso, pieno di insidie e trappole che comunque dà al fiorentino la possibilità di tornare in gioco dopo la sconfitta referendaria, frutto di una indubbia hybris.

Dall’altra parte, alla guida di un partitino del 3%, come ironicamente lo ha definito Giuliano Pisapia, Massimo D’Alema, l’Uomo di Partito, l’Eterno duellante contro Valter ma, negli ultimi anni, anche di Renzi.

I due non si sono mai amati perché entrambi fortemente carismatici e D’Alema è troppo orgoglioso per mandare giù rospi della portata della mancata nomina -regnante Matteo I- a Ministro degli Esteri sia italiano che europeo, l’unico fatto che lo poteva placare.

La più che probabile approvazione del rosatellum 2.0 consiglia alleanze e buoni rapporti tra cugini anche se D’Alema -contrariamente a Veltroni- randella tutti i giorni Renzi tenendo però ben presente l’Antico Nemico, Walter il Progressista che ora è alleato con il Nuovo Nemico e anzi ne riveste il ruolo di Consigliere Capo.

L’attuale vicenda che vede contrapposti i due ha però una storia molto vecchia alle spalle.

Chi conosce per età anagrafica o nobili studi successivi la storia del Partito Comunista Italiano, poi Partito Democratico di Sinistra, poi Democratici di Sinistra ed infine Partito Democratico, formazione sintesi dell’anima democristiana di sinistra con La Margherita di Francesco Rutelli, conosce anche l’eterna rivalità che ha separato nei decenni i due gemelli del goal di quell’area politica e cioè Walter Veltroni e Massimo D’Alema.

Rivalità fisiologica nei partiti della sinistra per carità; la storia sta lì a dimostrarlo, ma in questo caso c’è qualcosa di più e ciò il conflitto tra due anime profondamente diverse, tra due concezioni opposte ed antitetiche della politica e, soprattutto, di quello che era, è e sarà la sinistra.

Veltroni, figlio di Vittorio giornalista televisivo Rai, ha incarnato già da dopo la caduta del Muro di Berlino l’aspetto progressista e anti-sovietico di una sinistra aperta alla società e al mondo, di una sinistra frizzante negli spunti culturali (si ricordano le sue apprezzate iniziative quando era direttore de L’Unità) centrati sul cinema e la cultura in genere, con amori inusitati per  Happy Days e soprattutto sulla grande narrazione kennediana di un’America diversa, aperta ai problemi delle minoranza e che lottava per i diritti civili e contro la guerra in Vietnam.

Diverso invece il ruolo storico e la collocazione intellettuale di Massimo D’Alema. Uomo di partito di stampo sovietico (come Armando Cossutta, per intenderci), figlio di Giuseppe D’Alema, deputato comunista barricadiero -una volta la madre Fabiola Modesti mi raccontò come di notte aveva allagato i campi dei “padroni” nel ravennate, ha rappresentato la concezione del Partito - Stato.

È diventato il primo Presidente del Consiglio ex -comunista declinando una politica estera pienamente filo-atlantica appoggiando i bombardamenti americani di Clinton in Serbia e passa per una persona intelligente, ma di pessimo carattere, soprattutto con i giornalisti.

Ora, lui che al governo ha incarnato l’anima delle liberalizzazioni (insieme a Bersani) si fa fatica a vederlo modello Che Guevara nell’Mdp schierato a difesa dei lavoratori e degli operai che dal processo di liberalizzazione del mercato del lavoro si sono indubbiamente indeboliti.

Dicevamo del contrasto tra le due anime di sinistra. Ebbene questa opposizione che, ancor prima che politica è intellettuale e di Weltanschauung si ripropone in un nuovo scenario alla corte di Renzi. La battaglia a colpi di spade tra i due ricorda un po’ quei film in cui i super-eroi duellano in continuazione spostandosi in scenari di volta in volta diversi, ma concentrati su un eterno duello tra rupi, cime di montagna, paesaggi post-industriali, cantine allagate, ma sempre irriducibili avversari.

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massimo d'alemawalter veltronimatteo renzifrancesco rutelli





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