Dalle piazze anti-Salvini ad Amici. La parabola discendente delle Sardine
E tornano in mente le parole del compianto Ginafranco Miglio
Dalle piazze anti-fasciste per fermare l'avanzata del cattivo Salvini al parterre mediatico di Amici, salotto di Maria De Filippi. E' la parabola delle Sardine, il cosiddetto movimento che avrebbe dovuto portare rinnovamento nel mesto quadro politico dell'Italia di oggi. E invece, dopo essere letteralmente scomparse dal giorno della vittoria di Stefano Bonaccini alle Regionali in Emilia Romagna (obiettivo ottenuto), tornano in grande stile venerdì sera in prima serata su Canale 5 dalla Maria nazional-popolare.
Peccato che nel frattempo sia esplosa l'emergenza coronavirus con contagiati e morti e con ripercussioni economiche drammatiche che rischiano di far sprofondare il Paese in una delle più pesanti recessioni di sempre. Il tutto con gli italiani che ormai vengono visti come appestati in tutto il mondo (eclatante il caso della nave Msc Meraviglia rifiutata quasi dappertutto). Mattia Santori, leader del movimento ittico, Jasmine Cristallo e Lorenzo Donnoli - che interverranno ad Amici - non hanno nulla da dire sul panico nel quale è piombata l'Italia? Un silenzio assordante e anche un po' imbarazzante per le Sardine, passate da baluardo del rinnovamento della sinistra ad appendice della De Filippi.
Ed è così che tornano in mente le parole del compianto Gianfranco Miglio, ideologo della Lega Nord quando era ancora un partito federalista e non sovranista. A una delle sue lezioni il professore prese di mira uno studente molto impegnato nella politica e nella Democrazia Cristiana. Alla fine della sue lezione gli diede un compito: aprire una scatola di sardine e guardare cosa c’era dentro. Il poveretto davanti alla richiesta del terribile professore eseguì, poi sperò che alla prossima lezione il professore se ne fosse dimenticato. Invece alla fine della lezione Miglio gli chiese. ”Cosa hai trovato nella scatola di sardine?”. Lui timidamente rispose: ”Niente nelle sardine, le ho pure mangiate, erano buone!”. Tutta la classe rise. Lui sorridendo richiese: “E come erano le sardine?”. “Erano buone”, rispose lo studente. “E nient’altro? Hai guardato bene?“. Chiese Miglio sbuffando. “No”, disse, un po’ tremando, il poveretto. “Vedo che non hai capito niente delle mie lezioni: le sardine avevano due caratteristiche: erano tutte uguali e senza testa, come chi entra in certi partiti!”, esclamò Miglio.
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