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Politica
"Decreto famiglia dopo il voto". Di Maio mette Salvini nell'angolo

Scacco matto di Luigi Di Maio a Matteo Salvini. Intervenendo alla presentazione della FASE2 del governo con tutti i ministri pentastellati il capo politico del Movimento 5 Stelle ha affermato: "Il decreto famiglia per me è un'emergenza ma non è da approvare prima del voto alle Europee. Le famiglie non sono un argomento elettorale". Dichiarazioni netta, chiare e inequivocabili. E siccome il provvedimento a favore delle famiglie va a braccetto con il Decreto Sicurezza bis tanto caro al ministro dell'Interno, che continua a chiedere il via libera prima di domenica, è quasi certo che il rinvio a dopo le Europee riguarderà entrambe le misure. Secondo fonti del M5S "è evidente che Salvini insiste per l'ok immediato per usare il Decreto Sicurezza bis negli ultimi giorni di campagna elettorale. Ma, come ha spiegato Di Maio, non facciamo le cose in chiave elettorale ma per il bene dei cittadini".

 

Non solo. Proprio sul Decreto fortemente voluto dal titolare del Viminale, Di Maio ha spiegato che "per quanto riguarda il decreto Sicurezza so che c'è un interlocuzione con il Quirinale su alcuni punti di incostituzionalità. Finché non saranno eliminati è inutile che se ne riparli in Cdm. Il decreto Famiglia è il primo decreto della fase 2 del Governo".

Pochi minuti prima fonti del ministero dell'Interno avevano fatto trapelare che "i tecnici del Viminale hanno ultimato le limature al testo del Decreto Sicurezza bis, così da fugare qualsiasi perplessita' e togliere alibi. Il provvedimento e' stato inviato pochi minuti fa a Palazzo Chigi. Il ministro dell'Interno aspetta la convocazione del Consiglio dei ministri per domani, cosi' come e' stato assicurato ieri notte". Ecco la fretta di Salvini, stoppata dall'abile mossa di Di Maio. 

"Quei due, tre milioni per i rimpatri" indicati nel testo del decreto sicurezza bis "non so cosa ci permetteranno di fare, ne servirebbero centinaia per fare rimpatri seri, li possiamo trovare ma se c'e' una cosa a cui guardiamo con molta attenzione e' la norma sui rimpatri e evidentemente qualcosa mancava nel primo decreto visto che il meccanismo dei rimpatri e' fermo". Lo ha detto Luigi Di Maio, rispondendo alle domande dei giornalisti dopo l'iniziativa 'Fase 2 del governo del cambiamento'.

ALTRO AFFONDO DI MAIO 1/ La Lega deve dire se vuole far cadere il governo. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio ad una iniziativa M5s: "Orgoglioso di quello che abbiamo fatto, sono pronto a lavorare per altri 4 anni e chi sta chiedendo il voto domenica deve dire se lo sta chiedendo per le Europee o per far cadere Giuseppe Conte".

ALTRO AFFONDO DI MAIO 2/ "Immaginate l'Italia senza il M5S: avremmo il Cav ministro della giustizia, avremmo ministri indagati per corruzione, avremmo il salario minimo della casta, avremmo il clima del congresso di Verona e senza le leggi anticorruzione". Cosi Luigi Di Maio, parlando all'evento 'La Fase 2 del governo del cambiamento'. "Non avremmo l'inchiesta in Umbria, chi pensa che serva un argine agli estremisti può votare solo noi", ha aggiunto.

ALTRO AFFONDO DI MAIO 3/ "Per me si deve andare avanti, ma nessuno si illuda che dopo il 26 maggio il Movimento 5 Stelle stia zitto, come sul caso dell'Autonomia che spacca in tre l'Italia o il fucile imbracciato il giorno di Pasqua". Lo mette in chiaro Luigi Di Maio, rispondendo alle domande dei cronisti a margine di un evento del M5S a Roma. "Il tema è che negli ultimi mesi i rapporti" con la Lega "sono più tesi ma il vero problema per la Lega è stato il caso Siri, con la Lega che si è innervosita. Oggi addirittura ho letto che io guido le Procure: gli dico di non sopravvalutarmi, oltre che nervosi ormai sono anche paranoici", l'affondo del vicepremier.

ALTRO AFFONDO DI MAIO 4/ Luigi Di Maio punta sul'allentamento dei vincoli europei, e annuncia di voler fare questa battaglia attraverso il "dialogo, senza scontri o fibrillazioni sui mercati, perche' il dialogo porta a migliori risultati. E mentre c'e' chi ogni giorno litiga con qualcuno, una volta con l'Onu, poi con il Papa, poi con il presidente del Consiglio, che non ha detto una sola parola in campagna elettorale e non merita attacchi perche' e' un presidente garanzia. A chi attacca noi opponiamo il dialogo, le proposte e i fatti concreti", ha concluso.

Decreto sicurezza-bis, dall'ultima bozza spariscono le multe legate "allo sbarco dei migranti"

Niente più multe legate alla presenza di migranti a bordo delle navi di soccorso. Nella terza e ultima versione del decreto sicurezza-bis elaborata dai tecnici del Viminale per rispondere alle osservazioni del Quirinale spariscono le sanzioni relative allo sbarco di immigrati in territorio italiano.

Quello che nella prima bozza era la multa da 3.500 euro a 5.500 euro "per ogni straniero trasportato" e che nel testo portato ieri sera in consiglio dei ministri era diventata sanzione da 10.000 a 50.000 euro e confisca della nave per chi reitera il reato e trasporta più di 100 migranti, nel testo riveduto e corretto, diventa una multa " in caso di violazione del divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane". Comandante, armatore e proprietario della nave rispondono ognuno con il pagamento da 10 a 50.000 euro e la confisca della nave.

Le multe legate alla presenza a bordo di immigrati soccorsi in mare erano state giudicate incostituzionali dal Quirinale.

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