Decreto Sicurezza, il Pd in maschera si scopre populista
Fa sinceramente sorridere quello che è successo ieri alla Camera con i deputati del Pd che hanno platealmente protestato durante le dichiarazioni di voto sul decreto sicurezza.
Il Presidente di turno Fabio Rampelli (FdI) ha dichiarato che “non siamo a teatro” e non si può che condividere questo richiamo alla decenza istituzionale.
Il fatto in sé potrebbe essere relegato al colore, come fu ad esempio anche la mangiata di mortadella fatta dal centro - destra ai tempi di Prodi, se non fosse che il protagonista di questo episodio è un partito, il Pd, che aveva fatto della correttezza istituzionale il proprio vessillo.
Quello che è successo ieri a Montecitorio segna una specie di “Vaffa Day” rosso, un cambio di registro che non può passare inosservato.
Il Partito Democratico sta sempre più schierandosi sulla riva populista dopo anni ed anni di politically correct e di belle parole, come l’ “I Care” di Walter Veltroni.
Vedere l’ex ministro ed ora capogruppo Graziano Delrio indossare la maschera tipo quelle di Anonymous segna proprio visivamente questo cambiamento e mostra anche la confusione che regna nel Pd.
Se da una parte c’è un Renzi che parla di diversità del suo partito dai Cinque Stelle, diversità segnata proprio dall’anti-populismo, poi ci sono fatti come quelli di ieri che invece vanno nella direzione contraria. E cosa ne penseranno le tante anime sacerdotesse del politically correct che ancora trovano grande usbergo nel Partito Democratico?
I tempi sono cambiati e il fenomeno populista, che ha anche una sua forte componente di sinistra (vedi la Rivoluzione Francese) sta cambiando il mondo perché fa riferimento a valori insiti nell’inconscio collettivo di un popolo.
E da ieri anche il Pd è come tutti gli altri.
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