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Politica
Def bocciato, ma l’Ufficio Parlamentare di Bilancio è imparziale?

Come volevasi dimostrare, il Documento di Economia e Finanza (Def) non piace a nessuno dei non eletti. Non piace alla Corte dei Conti, a Bruxelles, alle agenzie di rating, a Banca d’Italia, all’FMI, e adesso non piace nemmeno all’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che ha bocciato le previsioni sulla crescita del PIL, scatenando le ire politiche dei due cocchieri di Governo, Salvini e Di Maio: “Niente e nessuno ci potrà fermare.”

In una epica gaffe un parlamentare una volta esordì con: “Sarò breve e circonciso.” Ecco, è probabilmente il termine esatto con cui apostrofare parole ed intenzioni politiche dell’Esecutivo, impegnato nell’escissione (asportazione chirurgica) di tutti gli organismi di vigilanza che di indipendente hanno solo l’opacità dei loro giudizi.

Dal M5S arriva la dura replica: “Se Bankitalia vuole un governo che non tocca la Fornero, la prossima volta si presenti alle elezioni con questo programma. Nessun italiano ha mai votato per la Fornero. È stato un esproprio di diritti e democrazia che viene rimborsato. Indietro non si torna".

Eccolo il senso tutto di questo Governo, il nocciolo essenziale che mette al margine numeri e percentuali, il rimborso. L’elezione di Lega e 5S è stata motivata dagli italiani per un senso di riscatto, un volere essere rimborsati dalle pratiche istituzionali scorrette che hanno visto negli anni il sonoro capitombolo delle prerogative di benessere, socialità, cultura, economia, ed interesse pubblico.

Se l’Unione non vuole morire sgretolata dalla rabbia dei popoli a cui rispondono con la ceralacca delle note di minaccia, allora che accettino di riscattare i costi e i prezzi ingiusti che hanno fatto pagare, mettendosi su un binario di rispetto Costituzionale di ogni Paese membro. Tanto per restare sul pezzo, L’Upb (Ufficio parlamentare di bilancio) è stato costituito nel 2014, a causa di quel disgraziato inserimento in Costituzione nel 2012 del pareggio di bilancio come “raccomandato” dalla direttiva 2011/85/UE. Il mandato del Presidente Giuseppe Pisauro ha durata di 6 anni.

Pisauro, tra le altre cose, è parte della redazione de Lavoce.info (ora in aspettativa), da cui si può evincere ad esempio nell’ultimo editoriale pubblicato nel 2014, una contrarietà alla riduzione delle aliquote IRPEF (vi ricordate la Flat Tax odierna?), scommettendo di più sugli sgravi alle imprese (http://www.lavoce.info/archives/18101/come-tagliare-il-cuneo- fiscale/). Senza agitare lo spauracchio della parzialità dei giudizi, sappiamo bene che su una manovra piena di politica economica, qualche opinione personale scappa…

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