Di Battista attacca Di Maio ma lui lo gela: "Non ho letto il suo libro" - Affaritaliani.it

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Di Battista attacca Di Maio ma lui lo gela: "Non ho letto il suo libro"

Di Battista nel suo ultimo libro "Politicamente scorretto" critica il Movimento 5 stelle di essere pavido nel dire la verità

Alessandro Di Battista è tornato alla carica biasimando aspramente, ancora una volta, l’appiattimento sulla Lega da parte del M5s. Lo ha fatto confezionando il suo ultimo libro “Politicamente scorretto”, pubblicato dal Fatto Quotidiano ma non smette mai di farlo ogni volta che affida il suo pensiero a Facebook o a qualche cronista che lo rincorre mentre lui scappa in moto. Il Corriere della Sera scrive che forse sta preparando il terreno per le prossime, imminenti (?) elezioni politiche. La critica dell’ex deputato, attualmente senza incarichi è rivolta direttamente “al M5S di governo” che, a suo dire, “ha avuto paura di dire la verità”. Non si può non pensare che la stessa critica sia rivolta soprattutto a Luigi Di Maio

A parte l’uso disinvolto della parola “verità”, l’attacco è diretto. Contro una linea troppo moderata che avrebbe portato il Movimento ad aver paura. “Paura di sembrare politicamente scorretti, una volta diventati Istituzione”; “paura di attaccare la Lega”; “paura di prendere posizioni scomode in ambito internazionale e sull’Europa”. “Abbiamo perso — spiega usando una prima persona plurale puramente formale — perché ci siamo trasformati in burocrati rinchiusi 18 ore al giorno nei ministeri. Mentre Salvini al ministero non ci stava quasi mai”. Quest’ultima affermazione lascia spazio a diverse interpretazioni, si spera non a quella che sia sbagliato passare più ore in ufficio anziché fuori.

Un attacco a Di Maio? O un gioco delle parti? Ogni volta che Di Battista esterna, si ripropone il duello, vero o costruito. Di certo c’è una dicotomia anche caratteriale tra i due e un’idea più movimentista e ribellista del Movimento in Di Battista. Impossibile, però, non notare la presa di distanza dall’M5S al governo e non ricollegarlo all’annuncio di ricandidatura di Di Battista, alle prossime Politiche, dove potrebbe esserci un cambio di testimone. Magari con una staffetta concordata: con Di Maio capo politico (può restare 10 anni, per statuto) e Di Battista candidato premier.

Come scrive ancora il Corriere della Sera, l’uscita non è piaciuta ai piani alti. La reazione di Di Maio è gelida: “Non ho letto l’articolo. Sono concentrato sulle cose da fare, a partire dal salario minimo”. Ma c’è di più. Si fa sapere, quasi a smentire l’immagine di un vicepremier in marsina e incollato alle poltrone ministeriali, che Di Maio è costantemente sul territorio: è andato in Sardegna, per le Comunali, e il prossimo weekend sarà alle assemblee regionali M5S.

C’è anche un’altra questione. Di Battista non ha mai esplicitato la volontà di rientrare nel Movimento con un incarico. È vero che non gli è stato offerto ufficialmente, ma per lui si parla da tempo di un ruolo nella nuova segreteria in formazione. L’ex deputato sembra indeciso. E qualcuno ai vertici alti si sta innervosendo: “O sta dentro o sta fuori”. Di Battista sembra godere ancora dell’appoggio di Davide Casaleggio, che lo “intervisterà” il prossimo fine a settimana a Catania, smettendo i panni del figlio del fondatore, anzi del “tecnico informatico”, per indossare quelli di giornalista, in nome della disintermediazione.