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Politica
Di Battista le suona a Grillo. Il M5S è diventato la flebo del Pd

Verissimo Alessandro Di Battista non ci sono differenze e tu mostri una coerenza a cui gli italiani non sono per niente abituati. In altre parole le stai suonando anche ai fondatori e ad uno in particolare, a Beppe Grillo che ha forzato le scelte del Movimento in direzione PD perché poco lucido, poco lucido secondo me a causa di questioni private. “Finalmente” ho pensato io e con me credo anche molti pentastellati che se ne sono andati recentemente o già da tempo (io il 3 gennaio 2017 per “ALDE”, domani è il “compleanno”) assistendo a dinamiche verticistiche ed a scelte “neoliberiste”. A ben vedere le politiche attuali del M5s non sono nemmeno definibili come “neoliberiste” poiché "neoliberismo" è un termine tecnico e quindi, sebbene contenente accezione negativa, è una definizione con un senso, mentre le politiche attuali del 5s non hanno un senso sono semplicemente patetiche: il Movimento è diventato la flebo del PD.

Stiamo eseguendo le politiche dello zero virgola che Beppe Grillo tanto criticava, stiamo redistribuendo le briciole in modo diverso ma sempre di “briciolesimo” si tratta ed anzi ne abbiamo sempre meno. Si pensi all’IVA, come è stata disinnescata? Trovando un paio di decine di miliardi con le “microtasse” indorandole di retorica ambientalista (in Italia Greta è servita a quello come non era difficile prevedere). E nel 2021 sarà la stessa cosa, idem nel 2022. Politiche recessive ed estremiste, escono soldi dall’economia reale e, mediante una crisi mantenuta in Italia artificiosamente ed una in preparazione, confluiranno nei forzieri della Deutschebank, una banca che ha “giocato ai cavalli” un patrimonio (48,26 trilioni di euro di derivati!) una quantità pari a oltre due volte il PIL UE. Tutto questo con il collaterale “trascurabile” del sacrificio di minimo (minimo) un paio di generazioni, quella presente e quelle future! I nostri figli.

Faccio un esempio: la BCE ha stampato 3000 miliardi di euro mediante QE destinandoli nelle banche private di mezzo mondo, contemporaneamente si parla di green economy e CO2…l’attuale 5s ci fa sacrificare sull’altare degli alti prelati della Unione Monetaria (Attali, Lagarde, Von der Leyen, Moscovici, Oettinger ecc camerieri della grossa finanza) mentre il vero 5s magari avrebbe preteso che un misero 1% di questi 3000 (cioè 30 miliardi) venissero destinati al lavoro, alla coesione sociale nei paesi aderenti: in ristrutturazione parziale (e dove serve totale) degli acquedotti per avere acqua pubblica di qualità su tutto il territorio nazionale, in servizi di pubblico trasporto, nell’edilizia scolastica (e magari investendo più coraggiosamente nei concorsi per l’insegnamento). Queste politiche avrebbero generato lavoro produttivo e di prospettiva, crescita, una riduzione radicale della quantità di CO2 (questa sì tangibile!) dovuta alla fine del business dell’acqua in bottiglia (la cui produzione genera CO2 in quantità monstre) ed un incremento della quantità di moneta nel sistema con effetti sul moltiplicatore, con spesa e profitti che ricadono sul “local”.

Ecco quindi che di fronte ad una evidenza che molti 5s fingono per interesse illusorio di non vedere, che chiedo pubblicamente a Di Battista di distinguersi, nei tempi e nei modi che riterrà più idonei, da questo aborto che si fregia del simbolo a 5 stelle e da chi lo dirige, di certo non mediante un ritorno al passato (non funzionano mai!) ma attraverso qualcosa di davvero nuovo e ben più chiaro nelle “linee guida” che devono essere poche ma ben in evidenza. Per quanto mi riguarda quindi cerco di fornirgli alcune “idee binario”.

Durante il mio percorso culturale credo di aver individuato i due schieramenti in campo a livello planetario: i Democratici (Clinton, Kerry, Obama, Gore ecc) e buona parte dei Repubblicani USA (quelli “liberal” alla Bush non i “conservatori” alla Trump), la CIA, gli euroburocrati e gli apparati non elettivi (anche italiani ivi compresa "Magistratura Democratica"), le nazioni che comandano in UE cioè quelle continentali, la “City” (ma non gli inglesi), le massonerie, Wall Street, la sinistra israeliana, Soros (Popper) e la maggior parte delle comunità ebraiche, le multinazionali finanziarie e in parte quelle “non”, i radicali, i liberali, Hollywood, la Apple, Google, Soros, i nostri media, i nostri partiti di centro “sinistra”/”sinistra”, i movimenti politically correct, (tra cui perfino molti che manifestano contro Trump ivi compresi Femen, Greta, LGTB, Sardine, ambientalismo irragionevole ecc), l’ONU ed altre associazioni collegate, sono tutti un unico monolite detto ipocritamente “progressista” che mira alle privatizzazioni ed a distruggere le identità per arrivare ad un unico blocco globale (a prescindere dalla parvenza di eventuali residuali confini) in cui l’essere umano facilmente omologabile (si pensi a come si comportano molti yes man in politica, fino all’ultimo attivista di provincia o gli elettori/consumatori in generale), pena il sentirsi nella vergogna, diventa un mero vettore di consumo che deve avere solo ciò che serve per far andare avanti il sistema dei piaceri effimeri a scapito delle soddisfazioni (non deve essere messo nelle condizioni di crearsi una sicurezza economica, di progettare, procreare, pensare). E in caso di errori da parte dei paperoni? “Chissene” paga il cittadino! Aspirante a questa “superlobby” la classe dirigente cinese. Niente a che vedere quindi con complotti, ordini mondiali ma normale interesse neoliberista e chi promuove interpretazioni semplici e malate fa un favore ai summenzionati.

L’altro è lo schieramento cosiddetto “conservatore”, di questi tempi molto più di sinistra, coraggioso e rivoluzionario, socialmente parlando, di cui fanno parte Trump, vedasi i dazi che hanno rigenerato l’economia USA, Putin, le forze politiche minoritarie in UE che cercano di conservare welfare, identità storiche e culturali, di limitare lo strapotere finanziario, di difendere lo sviluppo e l’economia reale (forze bollate col termine imbecille di “sovraniste”, costruito ad arte dai media di regime), la destra israeliana, l’industria USA (purtroppo anche parte di quella bellica). Il problema di questo schieramento è che pur sposando i valori che il popolo avrebbe tutto l’interesse a difendere, a livello di idee tende comunque all’ideologia liberista (vedasi Salvini che comunque è senz’altro più coerente di chi ci sta governando adesso) cioè ad affamare la bestia, a privatizzare lo Stato e, seppur in modo meno intenso rispetto al precedente blocco, a dimenticarsi del lato umano del consumatore.

Non ha senso quindi parlare di destra e sinistra o dirsi pro USA, contro USA, pro UE, contro UE, pro Russia contro Russia ecc perché sono tutti paraventi poiché la partita è un’altra ed è in questo solco che ci si deve creare uno spazio politico: a mio avviso è necessario conservare le identità (se le annulliamo in un minestrone globale perderemmo anche il piacere dell’incontro tra diverse culture che è il vero antidoto contro il razzismo, insieme all’equità sociale interna) visto che le differenze generano opposizione cioè democrazia contro l’omologazione delle aristocrazie finanziarie, schierandoci però a livello di indirizzi programmatici (idee) al fianco di un ruolo maggiore dello Stato, sia nella protezione dei diritti sociali che nella creazione di posti di lavoro produttivi (scuola, scienza, ricerca, tecnologia, sicurezza a 360°, infrastrutture, nuovo piano industriale) ottenendo come primo target che la nostra nazione possa disporre del binomio Governo - Banca Centrale in possesso della leva fiscale (non meramente monetaria). Per fare ciò il primo punto valoriale non può che essere il dichiararsi incompatibili con le forze politiche euroinomani per poter, ad esempio, ottenere una Unione Europea dei popoli e delle culture.

Va cambiata quindi anche a livello comunicativo la “grammatica della politica” (Cit. Otto Bitjoka) e ribaltata la narrazione del pensiero dominante (vedasi le vergogne francesi in Niger e il neocolonialismo CFA/ECO in Africa Occidentale ora appannaggio del Macron), ecco un altro cardine: il rapporto privilegiato con il mondo delle opposizioni popolari africane.

Identità, Economia reale, Visione per quanto riguarda le tematiche internazionali, Saperi (scuola, innovazione ecc), Partecipazione (Territorio, vedasi quei MeetUp da non gettare alle ortiche) oltre all’essere Alternativi ai partiti ipocritamente sedicenti progressisti (in primis il Partito di Bibbiano).

Forza Ale, forza guerriero!

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