M5S, scoppola elettorale. Ora Di Maio traballa: nel mirino i troppi incarichi - Affaritaliani.it

Politica

M5S, scoppola elettorale. Ora Di Maio traballa: nel mirino i troppi incarichi

Tre ore di vertice al Mise e mercoledì assemblea dei pentastellati. Di Battista torna in trincea

Alessandro Di Battista parla della "più grande scoppola nella storia del Movimento 5 Stelle" e Luigi Di Maio traballa. Nel mirino ci sono gli incarichi di governo: la guida del ministero dello sviluppo economico, quella del ministero del lavoro, la vice presidenza del consiglio. Perché se è vero che nessuno chiede le dimissioni, vero è che tutti questi incarichi sono considerati troppi e troppo impegnativi per il capo politico di un movimento che deve riorganizzarsi  dopo la batosta elettorale. 

Al vertice di oltre tre ore che si è tenuto ieri pomeriggio al Mise si respirava l'aria da processo al leader. Al termine Stefano Buffagni si infila di fretta in macchina, lo segue Vincenzo Spadafora. Di Maio si limita a dire che c'è tanto da fare e a ribadire che nessuno chiede le sue dimissioni. Bonafede, D'Uva, Sibilia, Carelli e Taverna fuggono via. L'unico a concedersi alla stampa è Di Battista, in sella al suo scooter insieme a Paragone: bolla come "stupidaggini totali" le voci di dimissioni di Di Maio, spiega che "la responsabilità della più grande scoppola della storia del Movimento è solo nostra" e che "sugli errori si lavora e si riparte" come fatto in altri momenti "drammatici" tipo la morte di Gian Roberto Casaleggio. Assicura di non essere come Renzi o D'Alema e che il Movimento non è come il Pd che "comincia a spararsi addosso" dopo le sconfitte. "Ci siamo ricompattati", ascciura Carelli. 

Ma gli incarichi multipli di Di Maio non sono più un tabù. Una delle ipotesi, come apprende l'agenzia Askanews da fonti parlamentari, potrebbe essere quella di lasciare almeno uno dei ministeri a un altro 5 stelle. Mercoledì una assemblea con i parlamentari attende Di Maio e da lì si capirà quanto la richiesta di un ridimensionamento del suo ruolo sia pressante. La linea invece sia per Di Maio che per Di Battista deve restare quella dell'ultimo mese e mezzo. Di intransigenza con l'alleato della Lega. "Avremmo dovuto farlo da prima", dice Dibba secondo il quale bisogna "mantenere l'alleanza con la Lega ma mettersi di traverso se tira fuori boutade".