Luigi Di Maio apprendista demagogo. Ma i 5S non possono più urlare "Onestà"
Luigi Di Maio uber alles, urlatore professionista se la prende con tutti
Luigi Di Maio si è scagliato contro il Parlamento -come fa ormai ogni giorno- perché non era passata la loro legge sull’abolizione dei vitalizi non sapendo, tra l’altro, che i vitalizi non ci sono più dal 2012 aboliti dall’indagato Fini e c’è solo il contributivo e la pensione a 65 anni, come tutti.
Il giorno prima aveva attaccato il Senato perché aveva votato la non decadenza del senatore Minzolini ed aveva detto che poi non ci si può meravigliarsi se il popolo insorge violentemente.
Insomma, ogni giorno Di Maio snocciola la sua ciliegina populista ma il punto è che dopo i vari impicci avuti in tutta in Italia e soprattutto con gli avvisi di garanzia a Virginia Raggi e company a Roma i grillini non possono più permettersi il grido “Onestà, onestà, onestà” perché prima devono fare pulizia in casa propria.
È vero che gli italiani sono di duro comprendonio, in genere, ed anzi gli piace essere trattati male e presi in giro ma un limite ci dovrà pur essere.
Ma è possibile che nessuno legga “La Fattoria degli animali” di George Orwell? Lì c’è tutto quello che accade quando i populisti prendono il potere e si scannano tra loro. In effetti basta la tanto mitizzata Rivoluzione Francese per sapere tutto.
Se ci sono deputati e il vicepresidente della Camera appartenenti ad un partito con indagati che strillano conto i loro stessi privilegi occorre fare molta attenzione, c’è qualcosa che non va prima ancora nella logica che nel comportamento.