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Politica
Pd al governo per la 4° volta in 6 anni senza il “disco verde” degli elettori?

Se è vero che le tanto agognate quanto disprezzate “poltrone” sono sempre quelle degli altri, non si può negare che quello tra grillini e democratici si prospetti come “il patto delle cadreghe”. E, qualora il governicchio Dibba-Boschi nascesse, per la quarta volta, in 6 anni, il PD guiderebbe il Paese, senza il “disco verde” degli elettori.

E, ancora una volta, la politica rinuncia a guidare l’opinione pubblica, come ha osservato, ieri, Massimo Cacciari, ex deputato del PCI, che ha definito l’ipotesi di accordo Pd - M5s «una manovra di Palazzo indecente». L'ex sindaco di Venezia, e non solo lui, trova «surreale che, dopo aver sparato a palle incatenate per anni, essersi insultati, essersene dette di tutti i colori, adesso Pd e 5 Stelle cerchino accordi, senza aver fatto un minimo di autocritica”. E Mattarella ? Il filosofo auspica che il Capo dello Stato bocci l’inciucio.

Eppure, la sinistra dovrebbe, finalmente, aver capito che i “ribaltoni” sono deleteri, soprattutto per i partiti, che li organizzano. Romano Prodi, 20 anni dopo la caduta del suo primo governo, ha osservato : “Farlo cadere, in quel modo, con un colpo di mano di Bertinotti, orchestrato da D’Alema e Marini, tutti interni alla coalizione, è stato un errore enorme. Una catastrofe. La prova provata dell’inaffidabilità della sinistra. Che abbiamo pagato per tutti gli anni a venire”. Con l’esecutivo del Prof.scomparvero le speranze, diffuse in tanti elettori progressisti dalla nascita dell’Ulivo.

Come fanno a non comprendere i capi del PD e del M5S dell’errore, che stanno compiendo ? In primis, Di Maio e c. non possono ignorare che il sentimento dei militanti sia agli antipodi rispetto al “governissimo”. Mentre l’immagine più realistica del PD l’ha colta Michele Serra : il buon fratello di Montalbano sta conducendo una trattativa faticosa, con Renzi in groppa, vendicativo e impegnato a restituire agli avversari interni venti chili di slealtà rispetto ai 10 subiti.

La risposta di Cacciari : “Oggi i supposti big sono tutte terze o quarte file della politica. Zingaretti è un bravo amministratore. Però, da qui a pensarlo come un leader politico ce ne corre. Renzi ? Aspetta di fare un suo partito”. 

E il sociologo Domenico De Masi : “Rispetto all’avvio della legislatura, nulla è cambiato nei vertici del M5S e del PD. Entrambi i partiti hanno leader di pessima qualità. E Casaleggio jr dovrebbe passare la palla, per non distruggere la macchina ingegnosa, che il padre ha creato”.

Dopo la caduta del Salvimaio, nascerebbe un Governicchio non “per” cercare di risolvere i tanti problemi del Paese, ma esclusivamente “contro” il temuto, e molto popolare, leader, Matteo Salvini. Che continua a essere il politico più attaccato e temuto, in quanto determinato ad attuare profondi cambiamenti, in tanti, delicati settori. In primis, quello della sicurezza e dell’immigrazione.

Uno dei non pochi osservatori, ossessionati dal Matteo leghista, si è chiesto se il Capo della Lega continuerà a mangiare nutella in diretta social e se “perderà, definitivamente, la testa o la ritroverà”...

Governo giallorosso, dunque, all’insegna di due paure : l’ascesa di Salvini e l’addio alle poltrone. Altro che “esecutivo forte per l’Italia risorta”, auspicato, ieri, da Scalfari, a cui l’età ha giocato un brutto scherzo : ha confuso l’ex leader del PSDI, Pietro Longo, che finì in cella per l’affaire Lockeed, con il successore di Togliatti al vertice del “partitone rosso”, Luigi Longo.

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