Diciotti, Travaglio vs Salvini: "Vuol riprendersi la scena rubatagli dal m5s"
Sul caso della nave bloccata, il direttore del FQ accusa duramente il leader leghista e ne sottolinea il passo falso a livello internazionale
Il caso della Diciotti fa uscire allo scoperto Marco Travaglio, da molti considerato un supporter neanche tanto occulto del m5s, e chiamato in causa proprio per la sua "vicinanza" ai pentastellati. Cosa ne pensa il direttore del Fatto Quotidiano riguardo allo stallo della nave dei migranti cui viene impedito di sbarcare a Catania? si sono interrogati da giorni i detrattori del governo Lega-m5s.
Ed ecco che il direttore del Fatto Quotidiano, in un editoriale di fuoco, prende finalmente posizione. “Lo stallo vergognoso attorno alla nave Diciotti della Guardia Costiera deve finire subito nel modo più ragionevole” scrive. Esordisce distribuendo le colpe fra Malta (che ha "ciurlato nel manico"), Libia (che continua a ricattare l'italia “aprendo e chiudendo i rubinetti delle partenze a suo piacimento”) e l'Unione Europea che, a suo parere, “continua a essere soltanto un’espressione geografica e linguistica”.
Quindi, si occupa dei migranti presenti sulla Diciotti assolvendoli da ogni colpa e ribadendo la necessità che vengano “rifocillati, curati, accolti in strutture dignitose e poi avviati al percorso previsto dalla legge per i richiedenti asilo”.
Travaglio passa poi all’attacco contro Matteo Salvini, il quale userebbe “l’arma di distrazione di massa di un’emergenza finta”, ovvero degli sbarchi, “per riprendersi la scena rubata dai 5Stelle su vitalizi, dl Dignità e caso Autostrade”.
Dopodiché, il direttore parte all'attacco di Matteo Salvini, che secondo l'opinione di Travaglio, usa armi di distrazione di massa rispetto alle vere problematiche cruciali che affliggono l'Italia: “Per esempio, i rapporti malsani e spesso corrotti fra politica e affari, riportati alla ribalta dal crollo del ponte Morandi, col retrostante scandalo dei beni pubblici regalati ai privati dai vecchi partiti, Lega compresa. Ovvio che Salvini voglia parlarne il meno possibile".
E prosegue: "Per ripartire con la litania sui migranti, fa esplodere un caso gestibilissimo come quello della Diciotti, appigliandosi a un paio di cavilli da azzeccagarbugli che forse lo metteranno al riparo dalle conseguenze penali dei suoi atti e delle sue omissioni, ma che più passano i giorni e più lo pongono ai margini, se non al di fuori della Costituzione e della Dichiarazione dei diritti dell’uomo".
A Salvini, Travaglio attribuisce anche un passo falso che mina la credibilità del governo Conte a livello nazionale e internazionale e commenta: "Così il governo italiano, paradossalmente, è rimasto vittima di uno dei suoi piccoli successi: quello della “cabina di regia” europea. Che sulla carta esiste, ma non funziona: non, almeno, con la tempestività imposta dall’urgenza di tante vite umane in ballo. Ora Conte, mentre fa doverose pressioni sull’Unione e la Commissione europee perché condividano anche la sorte dei 177 eritrei e si diano una politica migratoria stabile ed equa “una volta per tutte”, deve levare al più presto l’Italia dalla parte del torto – cioè della disumanità e della xenofobia – in cui Salvini l’ha cacciata. Proprio perché finora era stata dalla parte della ragione.