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Politica
Dl semplificazioni, via libera definitivo dalla Camera con 214 sì

Dl semplificazioni: via libera definitivo dalla Camera con 214 sì

L'Aula della Camera ha definitivamente approvato con 214 sì e 149 no (4 gli astenuti) il Dl semplificazioni. Due i deputati del M5S (Andrea Colletti e Fabio Berardini) che hanno annunciato voto contrario, in dissenso con il proprio gruppo. 

Dl semplificazioni: via a deroghe e commissari per le infrastrutture

Con l'ok definitivo della Camera al Dl semplificazioni, riporta Il Sole 24 Ore Radiocor Plus, tocca il traguardo finale il pacchetto di misure pensato dal Governo per far ripartire gli investimenti pubblici. Il passaggio parlamentare per la conversione in legge del decreto 76/2020, in vigore dallo scorso 17 luglio, ha portato diverse novità (e anche diverse polemiche soprattutto legate al capitolo rigenerazione urbana), ma l'impianto del provvedimento è stato confermato.

Al primo punto (nei primi nove articoli) c'è il pacchetto di misure per l'accelerazione della spesa in appalti pubblici. Le misure più rilevanti riguardano le deroghe al codice dei contratti pubblici, estese di sei mesi fino al 31 dicembre 2021, per assegnare gli appalti con procedure più rapide. I piccoli contratti per esempio potranno essere assegnati in via diretta a imprese di fiducia delle amministrazioni pubbliche fino all'importo di 150mila euro (invece che 40mila) per i lavori e di 75mila euro per servizi e forniture, incluse le progettazioni. Anche per i lavori di importo più rilevante (da 150mila euro fino alla soglia Ue di 5,5 milioni) le Pa potranno procedere con procedura negoziata a inviti (da 5 a 15 imprese in base agli importi) invece che con una gara aperta a tutti.

La grande novità del decreto, confermata da Parlamento, è la maxi-deroga per gli appalti sopra soglia Ue, vale a dire oltre l'importo di 5,35 milioni. Fino al 31 dicembre 2021 gli appalti di una lunga lista di settori (dalle scuole alle carceri, dalle ferrovie alle dighe, fino agli edifici pubblici che ospitano attività istituzionali) potranno essere assegnati in deroga a tutte le leggi, fatti salvi solo le norme penali, il codice antimafia e i principi derivanti dai trattati Ue. Confermati anche i tempi contingentati per l'assegnazione degli appalti, le verifiche antimafia semplificate, la stretta sui ricorsi e l'istituzione di un fondo per la prosecuzione delle opere. Ok anche ai commissari modello Genova con possibilità di deroghe potenti ma solo per opere mirate (da individuare) e l'alleggerimento del danno erariale a carico dei dipendenti pubblici che portano avanti i progetti e l'appesantimento per quelli che invece rimangono inermi, per evitare il fenomeno dello sciopero della firma. Con lo stesso scopo viene anche circoscritto l'ambito di applicazione del reato di abuso d'ufficio (articolo 323 del codice penale). 

Da testare sul campo l'efficiacia delle semplificazioni previste dal decreto in tema di valutazione di impatto ambientale delle opere e di incentivo ai progetti di rigenerazione urbana. Il Dl snellisce gli interventi di demolizione e ricostruzione nelle città, consentendo anche modifiche alle sagome e ai volumi, equiparati a mere ristrutturazioni edilizie. Ma la novità si applica solo alle periferie, mentre per le 'zone omogenee A', che grossomodo corrispondono alla città storica, restano dei paletti legati a sagoma, volume e caratteristiche degli edifici. Novità introdotte dal Parlamento sono poi una nuova versione della legge Stadi - mirata a rendere più semplici gli interventi di riqualificazione con un occhio al caso Firenze - e l'ennesimo tentativo di rendere effettive le demolizioni degli abusi edilizi, chiamando in causa prefetti e Genio militare.

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