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Politica
Dossieraggio, governo diviso sulla Commissione. Striano: "Rispondo ai giudici"

Dossieraggio, Striano: "Risponderò ai giudici, vedrete che succederà"

"Risponderò davanti ad un giudice, poi vedrai che succederà. Ho fatto il mio lavoro con dignità e professionalità assoluta e con i miei metodi, non quelli dei burocrati". Lo dichiara via whatsapp a 'Il Giornale' Pasquale Striano, il tenente della Guardia di Finanza epicentro dell'inchiesta della Procura di Perugia sul presunto dossieraggio contro politici, imprenditori e vip che è stata avviata dalle denunce del ministro della Difesa Guido Crosetto.

Striano, secondo le ipotesi investigative riferite al Parlamento dal Procuratore di Perugia Cantone e dal Procuratore nazionale Antimafia Melillo, insieme al pm della Direzione Nazionale Antimafia e antiterrorismo Antonio Laudati avrebbe sfruttato la banca di dati sensibili a disposizione della super struttura investigativa accedendo a migliaia di informazioni riservate relative a centinaia di persone. E avrebbe conservato notizie riservate e dati sensibili su queste persone raccolti e catalogati in un diario privato. 

Dossieraggio, la Lega: "Noi scomodi, subito la commissione". FdI e Fi frenano

Da un lato Fratelli d'Italia e Forza Italia: bisogna andare fino in fondo su "autori e mandanti" ma ci sono già la commissione Antimafia e il Copasir. Dall'altro la Lega, che si definisce "scomoda" e sollecita: "Serve subito una commissione d’inchiesta". Emergono anime diverse nel centrodestra sulla proposta del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha lanciato l'idea di una commissione parlamentare con "potere inquirente" che indaghi sul presunto dossieraggio.

L'idea è stata subito raccolta da Matteo Renzi, che sfida la premier: "Cara Giorgia Meloni, misureremo il tuo coraggio dalla capacità di dare seguito a una richiesta fatta non da Renzi ma da Nordio e Crosetto, due tuoi ministri di Fratelli d'Italia. Ho il sospetto che una parte della maggioranza, una parte di Fratelli d'Italia farà di tutto per affossare questa commissione d'inchiesta".

Intanto, il Corriere della Sera passa in rassegna le origini del caso, che compie esattamente un anno. "Risale infatti al 10 marzo 2023 la perquisizione a carico del tenente della Guardia di finanza Pasquale Striano, già in servizio al «Gruppo Sos» della Direzione nazionale antimafia. Sono state le perizie sui telefoni e i computer del finanziere sequestrati in quell’occasione a svelare le migliaia di Segnalazioni di operazioni sospette e interrogazioni alle banche dati riservate; numeri «mostruosi» che fanno sorgere il sospetto del dossieraggio e agitano la polemica politica".

Ma, sottolinea il Corriere della Sera, "appena un paio di mesi prima di quella perquisizione, a inizio 2023, il «caso Striano» è stato sul punto di morire, senza nemmeno nascere; confinato nel riserbo di un’indagine della Procura di Roma pronta per essere chiusa in poche settimane, senza le successive scoperte che adesso fanno invocare persino una commissione parlamentare d’inchiesta. Se non è successo, è stato solo per decisione dello stesso ufficiale della Guardia di finanza", scrive il Corriere della Sera, aggiungendo che la motivazione di Striano non è ancora chiara.






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