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Politica
Eccessivi i "servi encomi" a nonno Berlusconi per i suoi 80 anni

Il recente, ottantesimo compleanno ha procurato a Silvio Berlusconi una valanga di auguri e tanti, eccessivi, servi encomi, in primis sui media, non solo quelli controllati da Mediaset.

Poche le critiche al ventennio del Cav, che non ha lasciato tracce in molti settori ed aree del Paese, in primis nel Mezzogiorno. Come, di recente, ha osservato il prof.Galasso, proprio negli anni al governo del Dottore di Arcore il Sud è scomparso dall'agenda della politica italiana, con una forte riduzione della sua già debole posizione nel contesto nazionale e internazionale.

E, dunque, io non mi associo agli ossequi a Silvio.
E preferisco, su Affaritaliani.it, ricordare il "piacere dell'onestà" di Sandro Pertini (1896-1990).

L'ex Capo dello Stato,  oltre che dalle autorità e dagli italiani, dovrebbe essere ricordato, 120 anni dopo la sua nascita, con stima e riconoscenza, anche dal suo corregionale Beppe Grillo, leader del M5S.
Fu, infatti, Il "Presidente partigiano" il primo a picconare, dall'interno del Palazzo, precedendo Francesco Cossiga (1928-2010), i partiti, compreso il suo, il PSI (in cui era autonomo), sulla "questione morale", le istituzioni. E quella che, molti anni dopo, Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, sul "Corriere della Sera" e nei loro documentati libri, definiranno "La Casta".
Il successore del dimissionario Giovanni Leone (1908-2001) salì al Quirinale nel 1978, in pieno terrorismo, 2 mesi dopo l'assassinio, eseguito dalle BR, di Aldo Moro (1916-1978). Il nome del primo Presidente, socialista, della Camera fu proposto ai dirigenti del PCI e della DC-ancora molto scossi dal sequestro e dalla spietata uccisione dello statista pugliese- da Giacomo Mancini (1916-2002), che lo aveva conosciuto a Roma, durante la Resistenza, mentre Bettino Craxi (1934-2000) avrebbe preferito sul Colle Antonio Giolitti (1915-2010).
Dopo il terribile terremoto del 1980, Pertini piombò in Irpinia e criticò, in TV, con durezza, le carenze, i ritardi nei soccorsi e i mancati interventi del governo, rivolgendosi direttamente ai cittadini.
L'inquilino del Quirinale
riuscì a saltare le mediazioni, le liturgie istituzionali e ad instaurare un rapporto, molto forte, di fiducia e di largo consenso, con l'opinione pubblica. Fu popolare, soprattutto, tra i giovani, che amava ricevere, e tra gli sportivi, che lo ricordano esultante, a Madrid, per il Mundial, vinto dall'Italia del suo amico Enzo Bearzot (1927-2010).
Pertini rinnovò la politica del Paese,  conferendo prima a un laico, Giovanni Spadolini (1925-1994), ex direttore del "Corriere della Sera", e poi ad un socialista, Bettino Craxi, gli incarichi di guidare i governi.
Come scrisse Indro Montanelli (1909-2001), che pure non gli risparmiò alcune graffianti critiche, non era necessario essere socialisti per amare "Sandro" : "Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà, di sincerità".

 

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sandro pertini





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